Il 15 agosto alla Goulette, cittadina situata a circa dodici chilometri da Tunisi, c’è un evento che costituisce un appuntamento fisso per la comunità, riunendo cristiani, musulmani ed ebrei. Si tratta della processione della Madonna di Trapani, una tradizione importata dalla comunità siciliana, proveniente soprattutto dalla provincia di Trapani, un tempo assai numerosa in questa cittadina, tanto che un quartiere venne denominato “la piccola Sicilia”. Quest’anno, a causa della pandemia, la S. Messa e la processione non avranno luogo. Un racconto di questo evento, a cui abbiamo assistito nel 2019, raccogliendo alcune testimonianze.
La popolazione de La Goulette, nei primi anni Venti del XX° secolo, contava poco meno di 6 mila abitanti, di cui il 40% italiani (per lo più siciliani trapanesi) il 13% francesi, il 25% tunisini ebrei, il 13% tunisini musulmani e il 6% maltesi. Ciò la rendeva un luogo di incontro di identità diverse capaci
“non solo di coesistere nel pieno rispetto, ma di mettere in valore le differenze per plasmare una «identità nuova» costruita a partire da un sentimento di fraternità che vada oltre le strette appartenenze etnico-nazionali e religiose”.
Alla Goulette si trova la chiesa di Saint-Augustin et Saint-Fidèle, che al suo interno conteneva tre statue della Madonna, situate in altrettante differenti cappelle: Nostra Signora di Lourdes, la Beata Vergine del Monte Carmelo e Nostra Signora di Trapani, in modo che ogni fedele (francesi, italiani, maltesi) potesse scegliere a chi indirizzare le sue preghiere. Il 15 agosto era caratterizzato dall’incontro nel segno della Vergine trapanese, una festa che segnava l’appartenenza al mondo dei Goulettois. Anche in altre città della Tunisia si svolgevano le processioni in occasione di questa giornata, ma quella della Goulette era considerata “l’originale”, mentre le altre erano viste un’estensione della stessa.
La processione fino al 1962, si svolgeva nelle strade della Goulette: la statua veniva portata a spalle da una dozzina di uomini che si contendevano l’ambito ruolo. Il tutto nella commozione generale: chi recitando il rosario, chi intonando inni, alcune persone scalze con in mano un cero per chiederle la grazia e, nelle ore serali, accorrevano le prostitute accompagnate dai loro protettori per fare il rito della Madeleine. La Madonna di Trapani era la protettrice dei pescatori: veniva portata al porto per la benedizione delle barche, chiedendole protezione dai pericoli del mare e una pesca abbondante. Dal 2017 la processione ha ripreso vita, anche se in forma limitata: non più tra le vie cittadine, ma nel cortile antistante la Chiesa.
“Ho sempre sentito parlare di questo evento, ma non avevo mai avuto modo di prendervi parte – racconta Silvia -, fino a due anni fa. Mi ha stupito vedere la forte partecipazione della popolazione locale: un conto leggere testimonianze sui libri e nei vari articoli, un altro vederlo con i propri occhi. Non pensavo di trovare donne con il velo, e invece ce n’erano parecchie. A dimostrazione di come la vergine Maria sia una figura molto importante anche per i musulmani, e di come la convivenza tra persone di fedi e culture diverse, in questo quartiere, fosse davvero pacifica”.
“Vengo spesso ad assistere a questo evento – riferisce Moufida, de La Marsa, un leggero hijab bianco che le incornicia il volto -: la S. vergine Maria è menzionata anche nel Corano, c’è un’intera sura a lei dedicata. Vengo a pregarla alla mia maniera. E’ nel mio cuore”.”E’ un evento che ti tocca il cuore – racconta Ulisse, di Siracusa, ora a Rades -. Vengo ogni anno, cerco di essere un buon cattolico”
“Cristiani e musulmani si ritrovarono uniti nella celebrazione della Madonna di Trapani, permettendo in modo naturale e spontaneo un dialogo ed uno scambio interreligioso fra le due culture, senza che l’una sovrastasse l’altra, in un perpetuo rispetto e apprezzamento reciproco – racconta Serena, di Mazara del Vallo -. Ed è stato questo il clima che mi ha accolto nel 2019 quando ho raggiunto la chiesetta. Donne, uomini e bambini del quartiere, alcuni pensionati italiani trasferitisi in Tunisia, ed altra gente venuta da altri quartieri di Tunisi per assistere e documentare l’esposizione della statua della Madonna. Mi ha fatto troppa tenerezza vedere alcune signore velate appoggiate sulle transenne di sicurezza che costeggiavano l’entrata della chiesa, aspettare con trepidazione che la statua della Madonna uscisse nel piazzale, per poi accoglierla con gli zagharit che accompagnavano i canti religiosi cristiani.
E’ stato davvero emozionante e commuovente vedere come tante persone, pur professando due fedi diverse, abbiano celebrato insieme questo giorno, riuniti sia fisicamente che spiritualmente in uno stesso luogo, legati da spirito di fratellanza e accomunati dalla fede in Maria, figura cardine sia nell’islam che nel cristianesimo. Trovare dei punti di incontro e valorizzare gli aspetti che ci accomunano anzichè rimarchare le differenze è il primo passo verso l’interazione tra culture diverse e la nascita di valori che le accomunino e ne favoriscano la convivenza pacifica in un’ottica di uguaglianza e democrazia”.
Le informazioni e le citazioni sulla ricorrenza sono tratte dallo studio di Carmelo Russo “La Madonna di Trapani a La Goulette. Rappresentazioni identitarie e pluralismo religioso tra pratiche, retoriche e politiche”.
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