La docente Sofia Argyropoulou, responsabile del Centro Culturale Greco di Tunisi, ha presentato, insieme all’archeologo tunisino Faouzi Abidi, un progetto di grande respiro e interesse, dal titolo evocativo: «Un mondo Mediterraneo: Grecia e Tunisia, ascendenze comuni, dialogo e scambi culturali». «Al di là dell’insegnamento – ha spiegato Argyropoulou – il nostro centro culturale si occupa anche di altro, perché bisogna trovare sempre nuove maniere per diffondere la nostra cultura, in questa terra che ci accoglie. Sono molto felice di avere un allievo archeologo che ha lanciato questo progetto, che abbraccia l’antichità greca e quella tunisina. Abbiamo diviso questo lavoro in quattro categorie: mitologia, storia classica, periodo bizantino-paleocristiano e, infine, storia moderna. Abbiamo letto le fonti, c’è stata molta ricerca e non necessariamente riguardante solo la Tunisia: abbiamo riscoperto Ercole e il suo passaggio attraverso il Nordafrica, Omero al largo delle coste africane, Ulisse a Djerba, i greci in Libia, la principessa minoica Akakkalis e i tanti contatti tra gli abitanti del Mar Egeo e i nativi delle coste tunisine».
Il primo modulo della mostra multidisciplinare è già completato e racconta, grazie a pannelli che riuniscono testi, immagini e fotografie, i molteplici punti di contatto, fin dall’antichità, che si possono rinvenire tra cultura greca e cultura locale. Nel corso delle ricerche si è evidenziata anche una vicinanza… botanica: si tratta del silfio, un’erba ormai estinta e tipica della Cirenaica (l’attuale Libia) che però era già conosciuta e usata dai Romani con vari usi medicinali e culinari, e che si trova pure nelle rappresentazioni murali in Grecia. «Ora – aggiunge Argyropoulou – vogliamo passare alla storia classica, sulla quale abbiamo raccolto ed elaborato molte informazioni: sulla Sicilia, sulle guerre tra romani, greci, cartaginesi. La terza categoria è invece dedicata al periodo bizantino e infine ci sarà spazio per le comunità greche più recenti, dal 1700 in poi. Sarà un omaggio alle comunità che tuttora sussistono a Tunisi, in Libia, Egitto, Marocco… Speriamo di arrivare al termine di questo progetto molto complesso alla fine di questo anno scolastico, per poi organizzare un grande evento per presentarlo nel suo complesso. Sarà una grande festa con rappresentazioni di una tragedia, poemi e canzoni».
L’obiettivo principale di questo progetto è evidenziare i punti storici comuni che uniscono la Grecia al Nord Africa dall’antichità ad oggi, per innescare un dialogo creativo e scambi culturali tra istituzioni educative e culturali e per far conoscere al grande pubblico le relazioni inscindibili di due Paesi che, nei secoli, hanno condiviso conoscenze ed esperienze. La mostra, oltre alla Santa Diocesi di Cartagine che è sponsor del progetto, è nata anche sotto gli auspici della Comunità Greca della Tunisia e dell’Ambasciata Greca a Tunisi. «Un giorno non troppo lontano tornerò in Grecia – dice ancora Argyropoulou – Ecco perché voglio terminare il mio mandato con un lavoro importante, perché lascerò qui una parte di me».
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