« Ho ancora le immagini scolpite nella mia testa di quei giorni : gli spari di proiettili, i lacrimogeni che ci soffocavano, i cecchini sui tetti, sono stati dei momenti terribili. C’erano dei giovani che manifestavano, ragazzi dai 15 ai 18 anni che erano scesi in strada. Ero stupefatta : non avevano la minima paura, non temevano i cecchini, affrontavano i proiettili, rischiando la propria vita ». Amel Rabhi, 36 anni, abita a Kasserine. E’ insegnante di francese in una scuola rurale, e ricorda con queste parole i giorni che diedero il via alle proteste che portarono poi alla caduta di Ben Ali. Il suo quartiere, cité Ezzouhour, è stato tra i primi a ribellarsi all’ex dittatore. « Ma purtroppo nulla è cambiato per noi in questi anni – continua amareggiata – : lo stato non è mai esistito a Kasserine, e questo sin dall’indipendenza del Paese. Le politiche che sono state portate avanti hanno favorito le regioni del Sahel, sia da parte di Bourguiba che di Ben Ali. Dopo il 2011 la situazione è ulteriormente peggiorata ».
Il 2011 è anche l’anno in cui si è candidata alle elezioni legislative, le prime elezioni davvero libere: « La politica è una passione per me, ma mi sono resa conto che non tutti abbiamo le stesse possibilità. Mi ero candidata con un partito di sinistra, ma sul campo ho visto con i miei occhi le ineguaglianze tra i nostri mezzi e quelli degli altri partiti : molti avevano ricevuto dei soldi dall’estero. E questa disparità non ha aiutato ».
La regione di Kasserine nel 2016 aveva depositato, presso l’Istanza Verità e Dignità, un dossier di « regione vittima » : una prima assoluta per la Tunisia, un modo per rimettere al centro del dibattito – ma soprattutto dell’agenda politica – le disparità regionali. Disparità che ad oggi non sono scomparse : secondo un rapporto dell’Itceq, l’Istituto Tunisino della Competitività e degli Studi Qualitativi, se si considera ad esempio il livello di istruzione, la percentuale della popolazione che ha un livello di istruzione superiore è del 23,3% ad Ariana contro il 6,7% a Kasserine. Kasserine è la regione con il più alto tasso di analfabetismo: 52,3% della popolazione e con l’indice di sviluppo regionale più basso : 0,16 contro lo 0,76 di Tunisi. Anche il tasso di disoccupazione è più alto rispetto alla media nazionale: 26,2% contro 17,6%.
« L’abbandono scolastico è ancora fortemente presente – sottolinea l’insegnante -. La mia scuola è situata in una zona rurale, frequentata anche dai terroristi, che si nascondono sulle montagne. Povertà e terrorismo non sono scomparsi. Per quanto riguarda l’abbandono scolastico, è un fenomeno che interessa soprattutto le bambine : le famiglie svantaggiate le mandano a lavorare nelle regioni di Sousse e Monastir come domestiche, presso le famiglie più abbienti. I ragazzi vengono mandati a lavorare come muratori, nei campi o con le greggi. C’è una legge contro il lavoro minorile, ma non viene applicata come si dovrebbe. Quando mi capitano situazioni del genere, cerco di parlare con i genitori, di convincerli a far ritornare i figli. Un padre mi ha risposto che era libero di fare ciò che voleva. Oltre a questo aspetto ci sono scuole senza acqua, non equipaggiate, senza aule dove gli studenti possano studiare, o piccole mense dove mangiare. Inoltre spesso questi studenti devono fare due o tre chilometri a piedi per raggiungerle: non ci sono trasporti pubblici o privati».
E aggiunge : « La situazione attuale è catastrofica : anche la classe media ha sempre meno potere d’acquisto. La vita è diventata cara, ma i salari sono rimasti uguali. Io vivo ancora con i miei genitori : non riuscirei ad affittare una casa da sola, con tutte le spese che ne conseguono e un debito da saldare mensilmente per l’acquisto di una macchina : la zona non è ben servita con i trasporti. Che dire di una coppia con due o tre figli ? Come possono andare avanti ? »
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