« Ci siamo conosciuti in Tunisia, a dicembre 2014, tramite amici comuni : lui opera nel settore della ristorazione ed era venuto qui per lavorare in un hotel. Non avevo mai pensato che avrei sposato un italiano : è stato un colpo di fulmine ». Asma, di Tunisi, farmacista, da novembre del 2015 è convolata a nozze con Gigi. Le coppie italo – tunisine sono sempre più numerose ; perlopiù quelle in cui l’uomo è tunisino e la donna italiana, mentre al contrario sono diffuse, ma in modo minore. Per questo Asma ha deciso di raccontare le difficoltà che ha dovuto affrontare, soprattutto dal punto di vista burocratico.
« Non so se questa direttiva sia ancora in vigore, ma in quegli anni una donna tunisina non poteva trovarsi da sola in macchina con uno straniero. Una volta stavamo andando a Sidi Bou Said e siamo stati fermati dalla polizia : dicevano che era una situazione che non andava bene, chiedevano i nostri documenti. Ma se fosse solo un amico, io non avrei nessun diritto di portarlo in giro a fargli visitare il mio Paese ? Io sono farmacista, lavoro nel settore pubblico e per questo motivo mi rispettano e non insistono. Ma con altre persone possono insistere e trattarle male. E ciò è ingiusto. Quando accadevano situazioni del genere, Gigi si stupiva molto ». La coppia si sposa a novembre 2015 e decide di restare a vivere in Tunisia : « Sarebbe stato difficile per me ricominciare da zero in Italia, a partire dal riconoscimento del mio diploma di laurea. Invece per lui trovare campo nel settore della ristorazione ed essere valorizzato era più semplice ».
I problemi burocratici cominciano per la richiesta del permesso di soggiorno : « Si richiedono documenti diversi a seconda che il partner straniero sia un uomo o una donna. Una donna straniera può anche non lavorare, basta la dichiarazione del marito che dice di mantenerla, mentre l’uomo straniero che sposa una tunisina deve dimostrare che lavora : fare una dichiarazione simile sarebbe malvisto. L’uomo è considerato ancora il capofamiglia e quindi deve sovvenire ai bisogni famigliari. Ma in Tunisia la legge sull’assunzione di stranieri è molto rigida : possono assumere le multinazionali e chi lavora in determinati settori, come il turismo o la ristorazione, ma per le altre aziende devono dimostrare che l’assunzione della persona straniera è necessaria poiché in Tunisia non si trova un profilo adatto : ad esempio assumere un professore di francese straniero non si potrebbe, poiché un profilo del genere si può trovare facilmente in Tunisia. L’alternativa è essere un investitore ».
Riescono a venirne fuori grazie alla dritta di alcuni amici : « Ci hanno detto che potevamo passare tramite l’Api, l’Agenzia di Promozione dell’Industria e dell’Innovazione : lì c’è un ufficio dedicato agli stranieri che investono in Tunisia e quindi la richiesta per l’ottenimento del permesso di soggiorno è molto più rapida rispetto al percorso solito, che prevede che si richieda al posto di polizia del proprio quartiere. Abbiamo avuto la fortuna che la professione di mio marito coincide con una delle attività per le quali la presenza di stranieri è possibile : ma ad esempio vi pare giusto che un docente di arabo, solo perché straniero, per queste difficoltà debba essere costretto ad aprire un ristorante, o un’altra attività diversa dalla sua vera e propria professione? Ad ogni modo quasi nessuno è a conoscenza delle difficoltà di un uomo straniero che sposa una donna tunisina per ottenere un regolare permesso di soggiorno. Si pensa che una donna tunisina che sposi uno straniero lasci il Paese, ma non sempre è così. E’ stata una vera fatica, un percorso da combattente ».
Ora la coppia ha due bambini, Leila Elena, 4 anni e Samuel Selim, 2 anni : «Per il nome dei nostri figli, abbiamo scelto sia un nome arabo che italiano, nomi semplici e che potessero andar bene in emntrembi i Paesi ». (Da luglio 2020 è stata abolita la circolare n° 85 del 12 dicembre 1965 che permetteva di dare solo nomi arabi ai figli, ndr). « In casa con i figli parlo tunisino e francese, il loro papà italiano. Ho studiato la lingua italiana al liceo, quando ci siamo conosciuti lui parlava solo italiano, usavamo google traduttore. Poi ho ripreso a studiarlo da sola, mentre lui ha iniziato a studiare il francese e il tunisino. Mi piacerebbe che i nostri figli studiassero il maggior numero di lingue possibili. Vorrei soprattutto che imparassero la lingua italiana : la imparano con il papà, ma non a livello scritto, soprattutto per quanto riguarda la grammatica, le regole. Vedo che qui per i figli di « coppie miste » ci sono corsi appositi nelle altre ambasciate, ma non in quella italiana. Se vorranno imparare meglio la lingua dovranno pagare dei corsi privati : eppure sono italiani, non si dovrebbe incentivare la conoscenza della lingua italiana, anche per mantenere un legame con l’Italia ? »
Un’altra criticità riscontrata da Asma riguarda la burocrazia italiana : « Per la prima richiesta del passaporto italiano per i bambini, bisogna prima avere quello tunisino. L’ho trovato un fatto curioso. Se una persona ha magari un’urgenza, rallenta tutto. Che senso ha, visto che sono cittadini italiani ? Ho come l’impressione che sui documenti vengano considerati prima tunisini e poi italiani. Loro sono tanto contenti di avere una doppia nazionalità, e anche io : vorrei solo che certe cose fossero più semplici. E che anche in Tunisia le procedure burocratiche per uno straniero fossero più agili e senza distinzioni tra uomini e donne ».
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[…] assumere una persona straniera, in Tunisia, non è così semplice (lo avevamo raccontato qui), bisogna dimostrare che questa persona è indispensabile per l’azienda e che nessun tunisino […]