« Questo luogo è nato nel 2018 da un mio bisogno : sentivo che il mio bisogno di arte si faceva sempre più spazio in me, e ho pensato che forse anche le altre persone avevano questa stessa necessità » : Emna Ben Yedder è cofondatrice e direttrice artistica di « Central », la galleria d’arte che tre anni fa ha inaugurato in Avenue de Carthage, poco distante da place Barcelone, a Tunisi. Un luogo non distante dalla stazione ferroviaria e della metro, un luogo di passaggio, con un pubblico eterogeneo. « Negli ultimi anni ho notato molta aggressività nella nostra società : l’arte per me è una sorta di rifugio dal mondo esterno. Ma dove possono le persone vivere l’arte ? In più viviamo in un periodo di incertezza, abbiamo bisogno di riflettere. Il centro di Tunisi è molto bello, ma poco valorizzato. Una galleria d’arte nel centro di Tunisi serve non solo per dare un senso maggiore al centro, ma anche per avvicinare un pubblico diverso. Non ci sono barriere o divieti nelle altre gallerie, ma è come se ci fosse un blocco psicologico e spesso le opere d’arte vengono presentate in modo intellettuale. Noi cerchiamo invece di rendere il tutto accessibile, sia geograficamente, che culturalmente ed economicamente».
Il pubblico di « Central » è molto giovane : « Il 70% ha meno di trent’anni, sono soprattutto studenti di Belle Arti o di design. Siamo contenti di avere così tanti giovani che vengono a vedere le varie esposizioni. Siamo uno spazio indipendente e abbiamo due gallerie : una piccola dove esponiamo le collezioni permanenti e una galleria più grande. Tra una decina di giorni ospiteremo un’esposizione fotografica legata al tema del lutto, un’esperienza molto personale e toccante, il punto di vista di chi ha perso la casa dei propri famigliari. Un’esperienza privata che fa riflettere sulla trasformazione dello spazio pubblico in Tunisia. Poi stiamo programmando una mostra sulla connettività tra un luogo e un altro, un percorso che parli di Tunisi e delle persone che sono passate di qui. A dicembre ospiteremo un’esposizione di Amir Chelli, che realizza dei mostri in resina. Alterniamo temi più impegnativi a temi più leggeri ».
« Organizziamo delle esperienze artistiche sensibili e delle esposizioni collettive multidisciplinari. Periodicamente facciamo una « chiamata» per un progetto artistico, dove un’artista può proporre le sue opere, un modo per entrare in contatto con artisti che ancora non conosciamo. Si crea poi un’esposizione, una discussione attorno al tema, analizzato da più punti di vista, ed altre attività. Ci siamo resi conto che a Tunisi ci sono tantissime persone talentuose, soprattutto tra i designer. Siamo state tra le prime gallerie ad esporre opere d’arte digitali ed illustrazioni : prima a Tunisi non si trovavano esposte nelle gallerie. Ora sono diventate un medium come un altro. Se un progetto del genere sarebbe stato possibile prima della Rivoluzione ? Sì, con meno facilità, ma in qualche modo saremmo riusciti a realizzarl. Sicuramente ora c’è più libertà di creazione ed esposizione. Ad ogni modo siamo molto soddisfatti, è una terapia personale che è diventata una terapia collettiva. In tre anni abbiamo sviluppato un’ottima competenza nello sviluppo e nella direzione dei progetti artistici, mobilitando attorno al nostro progetto una larga comunità di artisti, attori culturali e amatori d’arte che hanno contribuito in questo modo a rendere più dinamico il settore artistico».
LE ESPERIENZE ARTISTICHE
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« Wesh Fatma – credenze e superstizioni », ottobre 2018, collettiva di più di 10 artisti, più di 200 visitatori
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« Houroufiyett », calligrafia artistica, dicembre 2018, otto artisti libici e tunisini, più di 200 visitatori
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« Fichta Arty Party », la festa, marzo 2019, colettiva sul tema della festa, 10 artisti, più di 500 visitatori
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« Moon », window exhibition, maggio 2019, esposizione per passanti ed automobilisti
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« Blue iftar », giugno 2019 mostra dell’artista Hela Lamine sul tema della migrazione irregolare
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« Tropical art season », luglio 2019, collettiva sul tema della giungla, 300 visitatori
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« Sightlines », settembre 2019, mostra del collettivo polacco Noks, 10 artisti tunisini e stranieri, 200 visitatori
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« Shift », ottobre 2019, esposizione collettiva con il collettivo Shift dedicata a un personaggio femminile tunisino
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« Lost in transition – poesia sulla migrazione », gennaio 2020, installazione video degli artisti Yassine Rachidi et Amy Douglas Morris B, che valorizza il lavoro di Mohsen Lihidheb, che ha creato a Zarzis « il museo della memoria dell’uomo e del mare »
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« Intuition », agosto 2020, collettiva sul tema della trasformazione, otto artisti, 600 visitatori
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« Patrimoini », dicembre 2020 – febbraio 2021, collettiva multidisciplinare, 27 artisti sul tema della rivalorizzazione del centro città e del suo patrimonio materiale ed immateriale, più di 6 mila visitatori
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