In Tunisia, dopo il colpo di mano di Kais Saied del 25 luglio 2021, si è creato il movimento « Cittadini contro il colpo di stato », che in questi mesi ha continuato a fare sentire la propria voce attraverso continue manifestazioni e proteste, soprattutto nella capitale. Anche in Italia esiste un movimento simile, che unisce i cittadini tunisini che si oppongono a ciò che sta succedendo nel loro Paese di origine : si chiama « Comitato immigrati tunisini contro il colpo di stato » ed è coordinato da Saber Yakoubi, giornalista. « E’ una battaglia aperta per chi crede alla libertà e alla democrazia. Siamo nati nell’ottobre del 2021 : all’inizio eravamo tutti un po’ perplessi e sbalorditi, non sapevamo se ciò che Saied aveva fatto fosse un bene o un male. Aspettavamo, volevamo capire meglio la direzione che il tutto avrebbe preso. Era opportuno indire altre elezioni, indagare meglio per quanto riguarda la corruzione di cui si parlava. Il Parlamento, per noi che abbiamo sofferto sotto dei regimi dittatoriali, rappresenta la spartizione del potere, fondamentale. Ma a settembre Saied ha eliminato la Costituzione del 2014 : in quel momento abbiamo capito che non vuole portare il Paese a riva, ma sta cercando di acquisire più poteri e che era il momento di agire».
Yakoubi parla di una « guerra ideologica » : « Quando si tratta di Ennahda, tutti sono pronti ad entrare in azione per eliminare questo partito. Saied ha ispirato fiducia inizialmente perché non apparteneva a nessun partito e nessuna lobbies, sembrava che andasse contro il monopolio economico delle famiglie potenti in Tunisia. Ma penso che dietro di lui ci sia qualcun altro. Il suo obiettivo è di raccogliere il potere e costruire un regime totalitario. Chi è contro il suo colpo di stato è considerato pro Ennahda, ma non è così, la realtà è più variegata». Il Comitato, formato da cittadini tunisini residenti in diverse città italiane, ha fatto sentire la propria voce per la prima volta il 20 novembre 2021, con una manifestazione a Milano, davanti al Consolato tunisino : « Ci siamo coordinati ed organizzati attraverso i social media. Ma non bastava una manifestazione : c’era bisogno di un movimento per fare pressione. Purtroppo, a causa del passato della Tunisia, molte persone hanno paura ad esporsi : molti tunisini sono stati esiliati per essersi opposti al regime precedente. Non vogliono fare ancora la stessa fine ».
Ma quali sono le richieste di questo Comitato anti Saied ? « Riaprire il Parlamento, continuare il processo democratico, non toccare la Costituzione tunisina. Kais Saied sta commettendo dei reati. C’è solo lui che governa, fa tutto lui, non ascolta nessuno. E’ il tipico dittatore : ciò che gli viene in mente lo fa. La Tunisia ha perso i fondamenti di uno Stato libero : non ha più un Parlamento, non ha più un Consiglio della Magistratura, non ha più una Costituzione. Inoltre non si può, nel bel mezzo di una campagna elettorale, ritirare il testo che deve essere sottoposto a Referendum e correggerlo. Per noi bisogna boicottare totalmente questo referendum : andare a votare significa dare importanza e legittimità a ciò che sta facendo ».
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