Crisi a Sfax, Saied: “La Tunisia non è terra di transito o installazione per i subsahariani”

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Il presidente della Repubblica Kais Saied si è riunito martedì con il ministro Kamel Feki e più quadri securitari. L’incontro si è focalizzato sulla situazione securitaria a Sfax in seguito agli “atti criminali” che sono successi nella città: lo riferisce Webdo. 

Saied ha riaffermato che la Tunisia accetterà il soggiorno sul suo territorio solo di persone che rispettano le leggi tunisino e rifiuta di essere una terra di transito o d’installazione dei subsahariani, aggiungendo che la Tunisia è determinata a sorvegliare solo le sue frontiere. 

Citato in un comunicato della presidenza della Repubblica, il capo dello Stato ha evocato l’esistenza di “reti criminali che lo Stato deve smantellare” sottolineando la presenza di numerose prove che confermano che questa situazione è “anormale”.

Saied si domanda come sia possibile che questi migranti, che arrivano in Tunisia dopo aver percorso migliaia di chilometri, si dirigano verso una determinata città o un determinato quartiere. Conoscono già queste città e questi quartieri quando sono nei loro Paesi di origine? Sono dei migranti o sono manipolati da dei gruppi criminali che sfruttano la loro miseria e non vogliono la pace in Tunisia?

Saied ha inoltre ricordato la necessità di rispettare la legge nei confronti di chi sfruttano queste persone vulnerabili in Tunisia, sottolineando che “l’affitto agli stranieri esige informare le autorità della polizia competenti” e che “l’assunzione di stranieri deve sottostare alla legge tunisina”.

Infine ha ricordato che non vi è posto tra le istituzioni dello Stato per coloro che cercano di smantellarlo e di nuocere alla sicurezza nazionale. 

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