La cittadina di Sidi Bou Said, a circa 20 chilometri da Tunisi, ha un’atmosfera magica, con le sue case dai muri bianchi e gli infissi azzurri e gialli. Vi avevamo parlato della casa del barone d’Erlanger, che ora ospita il Centro di musica araba e mediterranea. Questa volta vi portiamo alla scoperta di Dar el Annabi, una casa – museo situata proprio all’inizio del viale che conduce alle varie botteghe artigianali e ai café.
Costruita agli inizi del XIIIesimo secolo e rinnovata attorno al XIXesimo secolo, la casa era la dimora del mufti Mohamed Ali Annabi, che vi abitava principalmente durante il periodo estivo. Lo stile arabo – andaluso è visibile negli archi e, volgendo lo sguardo verso l’altro, nelle ricche decorazioni che la compongono. I suoi muri sono molto spessi, di circa 50 – 60 centimetri: un accorgimento per mantenere il calore d’inverno e la frescura d’estate. Alla morte del mufti, la casa fu lasciata al figlio minore, Taïeb Annabi: fu scrittore, avvocato e primo ambasciatore tunisino in Arabia Saudita. Con lui la casa divenne una sorta di salone letterario: la porta era sempre aperta, e diverse persone prendevano posto attorno al tavolo per bere un caffè, giocare a carte o discutere di un libro. Un’abitazione che all’epoca ospitava anche un salone letterario: la porta che dà sulla strada era sempre aperta, chiunque poteva entrare per bere un caffè, giocare a carte o discutere di un libro. Si può dire che Taïeb Annabi era un collezionista: non buttò via nulla e la casa ne è testimone, con i suoi archivi che sono rimasti in famiglia per decenni.
La casa apre al pubblico il primo luglio 1999, grazie al figlio di Taïeb Annabi, che decide di esporre i diversi oggetti della collezione famigliare e fare conoscere le tradizioni tunisine. Per un periodo, il cortile era aperto e accoglieva i concerti di musica maalouf almeno una volta a settimana o ogni quindici giorni, oltre a feste di fidanzamento, circoncisione e così via. Diverse le stanze che si possono visitare, poste su diversi piani, dove sembra che il tempo si sia fermato all’epoca dei bey. Si possono osservare i vari oggetti, dai manoscritti antichi di filosofia, fino a un’antica cassaforte, ed ammirare i vestiti tradizionali e le abitudini tunisine. La casa – museo riproduce, infatti, tramite l’utilizzo di manichini, alcune scene di vita quotidiana: vediamo un notaio, oppure donne alle prese con i preparativi del matrimonio, mentre decorano la sposa con l’henné. Tutte le stanze visitabili (una parte della casa, utilizzata dalla famiglia, è chiusa al pubblico) hanno mantenuto il fascino d’epoca: la biblioteca privata, la sala per la preghiera, il soggiorno, le camere, la cucina (si può trovare anche un antico macchinario con cui si preparava il caffè, quando ancora non vi era il gaz de ville), i giardini andalusi con i fiori e le tipiche gabbie bianche per uccelli e il cortile con un piccolo impluvium per raccogliere l’acqua piovana. Si arriva infine al tetto e al terrazzo, da cui si ha una vista magnifica di Sidi Bou Said.
Alla fine della visita viene offerto ai visitatori un thé caldo alla menta, da gustare nel patio della casa, vicino al negozio di souvenir dove poter fare un po’ di shopping.
Un gioiello architettonico, incastonato a Sidi Bou Said, da non lasciarsi sfuggire !
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