Il 5 ottobre, nel secondo giorno di votazione per le elezioni presidenziali tunisine all’estero, Adnane Salem, presidente del seggio elettorale a Mestre , era seduto sulla sua sedia vicino alla porta d’ingresso. Dopo aver accolto i tunisini che si presentavano per votare, ha avviato le procedure di registrazione, permettendo poi agli elettori di proseguire verso il voto.
Quest’anno c’è una novità: ”Le operazioni di registrazione e l’identificazione delle persone sono più semplici rispetto al passato”, racconta Salem, che ha gestito altre elezioni tunisine tra il suo attuale seggio e Padova. Ha spiegato quanto l’aumento della digitalizzazione del processo, grazie all’introduzione di due tablet, abbia notevolmente facilitato il suo lavoro, rendendo le procedure più rapide ed efficienti.
Come funzionano i due tablet?
Il primo tablet ha un ruolo cruciale nella sicurezza elettorale, permettendo ai responsabili di ogni seggio di segnalare al sistema centrale quando un elettore ha già votato. Questo sistema ha la stessa funzione del metodo tradizionale dell’immersione del dito nell’inchiostro indelebile, utilizzato per identificare chi ha già votato e impedire che possa farlo in un altro seggio. Nonostante la digitalizzazione dell’identificazione, l’immersione nell’inchiostro è rimasta in uso in queste elezioni. “È rimasta come un’abitudine,” ha dichiarato Lotfi Akkari, presidente del seggio di voto di Padova a Riviera Paleocapa. Ha anche sottolineato che questa pratica serve a velocizzare il processo di identificazione e a prevenire possibili tentativi di votare più di una volta.
Quest’anno, per la prima volta, i tunisini residenti all’estero e i turisti hanno avuto la possibilità di votare in alcuni seggi a loro scelta. L’unico requisito è che l’elettore fosse già registrato in un seggio, sia all’interno che all’esterno del territorio tunisino. Il secondo tablet è stato utilizzato per modificare la registrazione degli elettori che hanno votato in un seggio diverso da quello in cui erano registrati. In questo modo, gli elettori possono scegliere di rendere permanente il seggio in cui hanno votato per le future elezioni. La maggior parte degli elettori non registrati a Padova ha scelto di cambiare il seggio verso questa città, secondo quanto dichiarato dal capo del seggio durante il terzo e ultimo giorno di elezioni, il 6 ottobre alle ore 13.00.
L’aumento del tasso di affluenza alle urne
La modalità che consente ai tunisini all’estero di votare in un seggio diverso da quello in cui sono già registrati ha aumentato il tasso di partecipazione rispetto alle ultime elezioni. In passato, molti cittadini si erano recati ai seggi elettorali, ma non erano stati in grado di votare. Questa situazione è stata evidenziata dai presidenti di due seggi nelle città venete di Mestre e Padova. Più della metà degli elettori che hanno votato a Mestre fino alla chiusura del secondo giorno, alle ore 18.00, non risultava già registrata, con un incremento visibile nell’affluenza alle urne secondo le osservazioni del presidente del seggio situato in Via Sernaglia. A Padova, secondo le stime del capo del seggio, il tasso di partecipazione è aumentato di oltre il 30% rispetto a quello registrato nelle occasioni precedenti, ad eccezione delle elezioni parlamentari del 2011. La maggioranza degli elettori nelle due città è composta da persone di età compresa tra i 36 e i 60 anni, seguiti da coloro che hanno tra i 18 e i 35 anni, mentre al terzo posto ci sono gli elettori con più di 60 anni.
Cosa pensano gli elettori?
Fuori dal seggio di Mestre, nel secondo giorno delle elezioni, abbiamo parlato con alcuni elettori che avevano appena terminato di votare. Per Sami, la flessibilità di poter votare in alcuni seggi di quest’anno, gli ha consentito di partecipare per la prima volta. Ha sottolineato che in ogni elezione precedente si trovava sempre in Italia e non ricordava di aver cambiato il seggio prima delle votazioni.
Wissem ha espresso il suo entusiasmo per queste elezioni, affermando di tornare regolarmente in Tunisia e di aver notato che “ci sono cose che sono migliorate nel Paese“. Originario di Mahdia, vive in Italia da 22 anni e questa è la prima volta che vota per motivi di convinzione.
A differenza di Wissem, che è motivato a votare da una visione di miglioramento, Khmaies, un giovane tunisino in Italia da circa 4 anni, ha votato per la prima volta perché percepisce che la situazione del Paese è tale da far sembrare improbabile un reale cambiamento in meglio. Accompagnato dalla moglie e dalla loro bambina, ha espresso la speranza che chiunque vinca possa alleviare le complessità burocratiche che ostacolano gli investimenti dei tunisini nel loro Paese.
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