Gda Ghraghiz: a Jendouba prodotti a km0 e valorizzazione del savoir faire femminile

Il Gruppo di Raggruppamento Agricolo di Ghraghiz, a Jendouba, è nato nel 2015 con un obiettivo: valorizzare i prodotti della filiera corta del territorio attraverso il savoir faire delle donne tunisine e aiutando quest’ultime ad avere un’entrata economica maggiore
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La macchina si infila in una strada sterrata, tra distese di verde infinito, fichi d’india ed ulivi. C’è un ponte sopra un fiume da attraversare, bisogna passare uno per volta, è a senso unico alternato. Una bambina, zaino in spalla, ritorna a casa a piedi dopo la scuola; poco più avanti un pastore porta un piccolo gregge al pascolo. Dopo circa mezz’ora si arriva a destinazione, alla sede del Gda Ghraghiz, a circa otto chilometri dalla città di Jendouba. I Gda sono dei Gruppi di Raggruppamento Agricolo e questo è uno dei primi nati nella regione: raggruppa produttori e agricoltori con l’obiettivo di valorizzare i prodotti del territorio e il savoir faire delle donne. 

Un Gruppo di Raggruppamento Agricolo in una regione dove la cooperazione è quotidianità

Ci accoglie Hosni Ghanney, presidente e fondatore dello stesso: “Il Gda Ghraghiz è stato creato a luglio 2015: assieme ad Ahmed, il vicepresidente, abbiamo avuto l’occasione di seguire una formazione sull’economia sociale e solidale grazie all’Ugtt (il principale sindacato del Paese, ndr). Viviamo in una regione che ha la nozione di cooperazione: i nostri nonni e i nostri genitori hanno creato una cooperativa. L’atmosfera era quindi favorevole per creare il Gda. Dopo questa formazione, abbiamo pensato inizialmente di fare una società mutuale, ma avremmo avuto bisogno degli agricoltori della regione, ed era un po’ difficile unirli tutti. Allora abbiamo optato per lavorare con le donne produttrici: abbiamo fatto un appello, e quelle che hanno risposto hanno potuto fare una formazione e da lì è nata l’idea di creare il Gda”. 

Il ponte da attraversare per arrivare al Gda Ghraghiz, a circa 8 km da Jendouba – photo credits Giada Frana

35 le donne che hanno aderito e seguito questa formazione, alcune pensando che in questo modo avrebbero ricevuto degli aiuti o qualcosa di simile, ma Ghanney e i suoi colleghi hanno spiegato espressamente che avevano solo delle idee, che non avevano nulla da poter dare, ma che unendo le forze i risultati sarebbero arrivati. Su 35 donne, 20 hanno deciso di aderire al Gda, pagando la quota di iscrizione (20 dinari). “Dopo aver seguito tutte le procedure giuridiche per la creazione del Gda, ci siamo resi conto che necessitavamo di altre formazioni: abbiamo avuto il sostegno dell’Ugtt, per seguire quelle che potevano rispondere ai nostri bisogni”. 

Mloukhiya medaglia d’oro 2021 nel “Concorso tunisino per i prodotti del territorio”

Lo step successivo è stato andare sul campo: Ghanney e il comitato direttivo si sono spostati in lungo e in largo nella regione di Jendouba, per capire quali fossero i prodotti di punta della stessa, come valorizzarli e fare in modo che diventassero parte della struttura portante del Gda. “Qui i prodotti sono naturali, non si utilizzano pesticidi, hanno un determinato valore. E sono molto apprezzati dai consumatori. Vi era però il problema dell’imballaggio: io posso acquistare un prodotto di qualità, ma se è imballato nella plastica, ciò non valorizza il prodotto stesso”. Mloukhiya, chorba frik, pomodori secchi e peperoncino in polvere i prodotti che il Gda ha cominciato a commercializzare, avvalendosi del savoir faire delle donne locali, abituate a produrli per una consumazione tra le mura di casa. Prodotti per i quali viene regolarmente controllata la qualità: la mloukiya ha vinto la medaglia d’oro nel 2021 per il “Concorso tunisino per i prodotti del territorio”. Una bella soddisfazione, che ha ripagato il lavoro di tutti questi anni. 

La mloukheya, che ha vinto la medaglia d’oro nel 2021 – photo credits Giada Frana

Il Gda funziona infatti come un’associazione senza scopo di lucro, e i membri sono tutti volontari: all’inizio, non vi era neppure una sede, e sia il presidente che il vicepresidente mettevano a disposizione le loro case per seguire le formazioni ed incontrarsi per le varie riunioni. Solo da poco, grazie all’ong Forter’ess, sostenuta dall’Ambasciata Canadese, hanno potuto aprire una vera e propria sede. Ed ora ci sono altri due progetti che hanno preso il via, nell’ottica di diversificazione dei prodotti. Si tratta dell’allevamento di polli e della produzione di verdure sotto sale, quest’ultimo finanziato dalla ong italiana Cospe. 

Abbiamo pensato all’allevamento di polli – prosegue il direttore del Gda – poiché è un’attività che non prende molto tempo, ma può dare delle entrate in più: spesso le donne che aderiscono al Gda lavorano nei campi o nella pastorizia e seguono i lavori domestici. Grazie al Commissariato Regionale dell’agricoltura abbiamo comprato due incubatrici, poi i pulcini, gli strumenti necessari per allevarli e il mangime. Le donne interessate hanno seguito un’adeguata formazione e ci rechiamo da loro per assicurarci che vada tutto bene, che i pulcini non si ammalino, dando dei consigli. Le donne possono decidere di tenere i pulcini o venderli a un’età e a un prezzo definiti da una carta che hanno sottoscritto: il prezzo è lo stesso per tutti i produttori; il punto vendita è uguale per tutti; stessa cosa per quanto riguarda la qualità”. Il Gda non ha diritto di vendere e avere dei benefici: tutti i soldi che entrano devono essere reinvestiti. Le produttrici quindi vendono al di fuori del Gda, rispettando la carta sottoscritta. Il pollo si vende tra 30/35 dinari, i pulcini tra 5,500 dinari e 6 dinari. 

Costo del mangime triplicato a causa della guerra in Ucraina

Ora la quantità degli allevamenti a cui si è dato il via è diminuita, a causa dell’aumento del costo dei mangimi, dovuto anche alla guerra in Ucraina: “Quando abbiamo cominciato vi era un solo rischio: le malattie, soprattutto a causa degli uccelli migratori. Ma la guerra in Ucraina ha fatto sì che i prezzi siano aumentati: all’inizio 100 kg di mangime costavano 75 dinari, ora 210 dinari. Non abbiamo diminuito la quantità del mangime da dare agli animali, ma il numero di pulcini da allevare”. Ma ciò non li ferma: stanno cercando una soluzione alternativa, tra cui un progetto con l’associazione locale Rayhana, per l’allevamento delle larve, che sono molto ricche in proteine e che possono essere una soluzione. 

Il paesaggio attorno alla sede del Gda Ghraghiz – photo credits Giada Frana

La fierezza di appartenere a questo territorio ha sempre spinto il Gda ad andare avanti: nonostante gli ostacoli hanno sempre lavorato per posizionarsi su scala regionale e nazionale: “Le persone ci dicono che sono fiere che si parli di noi, che siamo riusciti a ritagliarci uno spazio nella società civile e allo stesso tempo a promuovere la regione e valorizzare i nostri prodotti, basati sul savoir faire ancestrale”. Il Gda oltre ad un ruolo economico, ha anche un ruolo sociale: diverse le attività organizzate per rispondere ai bisogni sociali della regione, come una carovana di salute nelle scuole; una fiera regionale con la partecipazione delle autorità locali, delle associazioni e della società civile, un’occasione per promuovere ulteriormente il territorio.

Un nuovo progetto grazie a Cospe: mettere sotto sale i prodotti in eccesso alimentare 

L’ultima formazione che hanno seguito è stata sostenuta dalla ong italiana Cospe. Con i fondi hanno potuto acquistare una moto per facilitare la mobilità dei membri e seguire una formazione proposta dallo stesso Gda sulla valorizzazione dei prodotti in eccesso alimentare, come i legumi. In questo modo questi ultimi vengono messi sotto sale e possono essere venduti, senza nessuno spreco. Una formazione molto benefica per gli aderenti e dove i formatori stessi sono stati colpiti positivamente dalla qualità dei prodotti che le donne realizzano a casa propria, senza l’utilizzo di sostanze chimiche per la conservazione.  Speriamo che anche questa attività possa prendere il via e aumentare così la nostra offerta”. 

Non bisogna contare troppo sulla politica – conclude il presidente del Gda –:  se amiamo la nostra regione dobbiamo metterci in gioco in prima persona, lavorare e dare il meglio. In questo contesto, prima della rivoluzione, i tunisini di questo territorio sono stati tra i primi a manifestare con dei camion davanti alla sede del governatorato per chiedere il diritto di avere una strada asfaltata. Per la polizia era qualcosa di inedito. Dopo la rivoluzione abbiamo risposto in questo modo, creando il Gda, dimostrando che esistiamo e che possiamo fare tutto. Questo è il nostro più grande successo: esistere nonostante le difficoltà. E tutto ciò grazie al lavoro collettivo e all’impegno di tutti quanti.

I prodotti del Gda possono essere acquistati contattando questa pagina Facebook. 

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