Gli studenti tunisini che scelgono il Belpaese per proseguire gli studi universitari sono in aumento. Secondo il rapporto annuale sulla presenza dei migranti stilato dal ministero del Lavoro e delle Poltiche sociali, gli studenti di nazionalità tunisina iscritti nell’anno accademico 2019/20 a corsi di laurea biennale o triennale in Italia risultano 1.161 e rappresentano l’1,5% degli studenti universitari non comunitari.
« La maggior parte dei miei amici sono andati in Francia per proseguire gli studi, dato che in Tunisia si parla già francese. Io ho un amico che lavora in un call center italiano a Sousse, non parlavo italiano, ma ho iniziato a lavorarci e piano piano ho cominciato a parlare questa lingua e mi sono detto, perché non andare a studiarla per poi proseguire gli studi in Italia ?». Ghanem Brahmi, 33 anni, di Gafsa, dopo la laurea triennale in Tunisia in Architettura d’interni decide di proseguire il suo percorso di studi in Italia dove, per accedere ai corsi universitari è necessario padroneggiare la lingua italiana con livello B2 e avere un tot. Di soldi in un conto bloccato.
Ghanem si iscrive quindi a una scuola di italiano a Sousse : « Ho iniziato il mio percorso per preparare l’esame ed ottenere il livello B2 per poi fare domanda per frequentare la magistrale. Stavo cercando il posto migliore per studiare. Avevo messo Venezia come prima scelta, ma per il corso che avevo scelto prendevano solo quattro stranieri, rischiavo di non avere accesso ; la seconda opzione era Milano, ma al Politecnico richiedevano anche il livello B2 di inglese. Alla fine sono andato a Firenze, dove mi sono laureato in Design al dipartimento di Architettura. Prima di iniziare il corso, ho dovuto recuperare tre materie con relativi esami ».
Una delle difficoltà che Ghanem riscontra è trovare un alloggio : « Sono stato in albergo per tre giorni, poi ho affittato una casa per tre mesi e nel frattempo ho fatto domanda per poter avere la borsa di studio e un alloggio universitario, l’ho ottenuta e mi sono spostato lì. Per venire a studiare in Italia bisognava avere 17 mila dinari bloccati sul conto : una cifra non indifferente. Ho sempre lavorato in Tunisia, ma con i soldi che guadagnavo lavorando in un call center, non sarebbero bastati : mi hanno aiutato i miei famigliari a raggiungere questa cifra. Sono arrivato in Italia il 19 settembre 2017. Mentre studiavo ho sempre lavorato per sostenere le mie spese, come cameriere, ma anche come designer. Ogni tanto ho qualche difficoltà nella grammatica, i miei amici mi correggono. Spero che pian piano migliorerò da questo punto di vista». A dicembre 2020 la laurea, con un’incognita sul futuro.
« Avendo finito il mio percorso di studi ho dovuto lasciare la residenza universitaria, dovevo iniziare una vita come tutti quanti. Con la pandemia gli alberghi e ristoranti erano chiusi, era molto difficile trovare lavoro. All’inizio ho pensato di ritornare in Tunisia, poi per fortuna dopo diverse ricerche sono stato chiamato per un lavoro tramite agenzia. Da aprile lavoro nel campo del design. Sto bene, sono tranquillo. ».
Abdelmonem Bahri, 28 anni, di Kairouan, in Italia è invece arrivato a settembre 2019 : « Mi sono laureato a Sousse in Commercio Internazionale e poi ho frequentato una scuola per imparare l’italiano e superare l’esame per accedere poi all’università italiana, una scelta dettata anche dalla situazione economica in Tunisia. Ho scelto un’università nel nord Italia perché pensavo che poi qui avrei avuto anche più opportunità lavorative. Ho iniziato a frequentare l’università a Torino, ma poi dopo tre mesi è arrivata la pandemia Covid – 19.
E’ stata un’esperienza difficile come studente : non sono riuscito ad ottenere l’alloggio universitario, poi con lezioni on – line, nessun rapporto con gli altri studenti e i docenti, per uno straniero che ha appena imparato la lingua non è per niente semplice stare davanti a un computer per seguire le lezioni. Così ho lasciato gli studi, anche se con molto dispiacere. Ma purtroppo bisogna anche avere i mezzi economici per poter studiare con tranquillità.
Ora ho aperto la partita iva e lavoro come corriere. Ho passato dei momenti difficili, ma anche dei momenti molto belli. Sto bene qui, all’inizio è stato faticoso perché ero da solo e non conoscevo nessuno, ma piano piano sono riuscito ad avere il mio giro di amicizie. Ora conosco bene la città, la sento come la mia seconda casa. Torno in Tunisia per visitare la famiglia : tanti italiani scelgono la Tunisia per vivere, io invece ho fatto il contrario ».
Qui, sul sito dell’ambasciata, i requisiti richiesti per proseguire gli studi in Italia.
© Riproduzione riservata