In questi giorni sono rimasta molto perplessa, diciamo più del solito, leggendo nei vari gruppi Facebook dei commenti che mi hanno lasciata alquanto basita e questo articolo vuole essere uno spunto di riflessione. Spesso le domande che vengono poste nei vari gruppi della comunità Italiana in Tunisia si riferiscono a persone che vogliono trasferirsi in pensione, in cui chiedono suggerimenti vari e qui le risposte devo dire che solitamente sono d’aiuto. Queste persone spesso contattano, in privato, anche noi residenti da diversi anni, sollevando delle domande più personali o specifiche e si cerca di rispondere nel modo più veritiero possibile, affinché una persona abbia un quadro realistico, che poi va sempre sperimentato di persona, perché, come tutte le cose, ciò che può piacere a me, non è detto che piaccia a chi mi contatta.
Poi abbiamo un altro tipo di persona che vuole trasferirsi: chi vuole investire aprendo un’attività o chi trova lavoro in qualche azienda italiana con sede in Tunisia. Ho letto delle risposte che mi hanno lasciata a bocca a aperta.Tutti hanno scoraggiato entrambe le scelte. Ma perchè? Vogliamo una Tunisia fatta solo di pensionati italiani ed eventuali mogli italiane di tunisini? Le altre persone non le vogliamo qui? Che possono creare e dare lavoro (anche ai connazionali), che vogliono fare un’esperienza lavorativa senza avere vincoli sentimentali o economici.
La persona che voleva trasferirsi per lavoro è stata spaventata con l’argomento della sanità: “Qui si paga tutto, è tutto molto caro, il prezzo del ticket in Italia non copre neppure una visita medica”. Ora, qui si mischia sanità pubblica e privata. Facciamo un po’ di chiarezza a livello di prezzi e differenze, tra l’altro le stesse che troviamo in Italia. Gli ospedali pubblici ci sono anche in Tunisia. Senza assicurazione, si può essere visitati e operati a prezzi decisamente bassi. Una visita medica in ospedale costa spesso meno della metà del ticket italiano. Le operazioni dipende ovviamente da cosa si tratta, ma i prezzi sono molto bassi, accessibili a tutti gli expats senza nessun problema. Le visite specialistiche variano dai 50 agli 80 dinari a dipendenza del medico. Il pediatra di mia figlia costa 60 dinari, la mia ginecologa 50 dinari, la dermatologa 70 dinari, questi sono esempi reali di visite specialistiche in studi medici privati. Ora non mi dilungo nei prezzi delle operazioni e così via, ma spaventare una persona per la sanità mi sembra alquanto illogico, soprattutto perché il datore di lavoro è tenuto a pagare l’assicurazione sanitaria, che sia quella pubblica (CNAM), che una delle molteplici private, pertanto parte dei costi verranno rimborsati.
Ora passiamo al tasto più dolente, chi vuole investire aprendo un’attività. Ho letto dei commenti terribili, che non lasciano neppure uno spiraglio di ottimismo. “Nessuno che conosco si è salvato da un socio Tunisino”, quello che mi ha lasciata basita. Non metto in dubbio che sia veritiero, ma quante persone rientrano in questo commento: 3, 10, 50? E’ possibile che non ci siano persone oneste in 12 milioni e rotti di abitanti? Dover trovare un socio tunisino non dico sia facile, ma neppure impossibile, inoltre si può sempre contattare persone che hanno la doppia cittadinanza, come tanti di noi che risiediamo da diversi anni, oppure tunisini che sono nati in Europa ed ora risiedono qui. Inoltre, le attività esistenti stanno tutte andando a rotoli? Non mi sembra proprio!
Si sa che si fa fatica a trovare personale motivato, si sa che si potrebbe essere fregati, ma la domanda sorge spontanea: tutto ciò succede solo qui? Siamo sicuri? Inoltre cosa vogliamo, una comunità italiana fatta solo di pensionati? Quando leggete una domanda, date una risposta sensata senza infrangere dei sogni ancora prima di far valutare di persona, e chi chiede e legge, venga a fare un sopralluogo e si faccia la propria idea! Certo non è il Paese tutto rose e fiori, ma quale lo è!
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