David Bond è un artista scozzese che ha trascorso gran parte della sua vita a Tunisi, dove la sua arte si è sviluppata profondamente influenzata dalla cultura e dall’ambiente circostante. La sua carriera è caratterizzata da un forte legame con la città e il paesaggio tunisino, che sono diventati i soggetti principali delle sue opere. Lo incontriamo al vernissage della mostra «Le Ballet de Bab Bhar», inaugurata a Tunisi a dicembre, a L’espace d’art Imagine a Carthage e dedicata alle peculiarità del quartiere: «La mostra è intitolata pensando al “balletto sul marciapiede” che compare nell’opera dell’urbanista Jane Jacobs, del 1961, in cui si esprime una visione di città viva, fatta di incontri imprevisti tra persone differenti».
Bond, oltreché osservatore, è un grande viaggiatore: dalla Scozia è stato ad Alessandria d’Egitto, a Marsiglia, ad Algeri, e poi a Tunisi, sia nella sua medina, sia a Kram. «Sono venuto qui nel 1981 per la prima volta, studiando lingua araba presso la facoltà di lettere a Oxford. Ho vissuto qui dal 1995 al 2010 e l’ho scelta come casa mia perché mi colpì subito l’incrocio di culture, lo stile di vita. La trovai perfetta per me». In città, all’Institut des Belles Lettres arabes, ha diretto per lungo tempo la rivista Ibla e ha ottenuto la laurea in lettere arabe presso la facoltà di scienze umane e sociali. Il suo percorso di studi è proseguito fino al 2017, quando ha completato un dottorato alla Ohio State University su “Storia e nostalgia in Tunisia”. La sua arte ha effettivamente trovato una nuova dimensione proprio quando si è trasferito in Tunisia. La sua permanenza nella capitale, con i suoi paesaggi esotici, la vivacità dei mercati e le architetture storiche, ha plasmato il suo stile e la sua visione artistica. L’incontro tra la cultura scozzese e quella araba ha arricchito la sua ricerca artistica, creando un ponte tra due mondi distinti ma affascinanti.
Tra le sue opere più significative ci sono i disegni di Tunisi e delle altre città della Tunisia. Bond ha catturato con grande sensibilità le atmosfere dei souk, delle strade strette della medina, degli edifici antichi e delle luci calde del paesaggio tunisino, benché si sia concesso licenze artistiche: le viste, talora, raccontano una realtà in parte materiale e in parte immaginata, col pensiero rivolto alla città che è stata. «Nelle mie opere ho provato a raccontare storie, evocare ricordi, far rivivere fatti, dare nuova vita a monumenti, segni, facciate ormai scomparse; con il tratto di matita e l’uso della memoria e dei i ricordi ho provato a riportare il tutto in vita». Le sue opere sono intrise di dettagli e di una grande capacità di osservazione, che permettono a chi le guarda di immergersi nel contesto urbano e naturale della Tunisia. David Bond si è specializzato in disegno utilizzando diverse tecniche, tra cui il carboncino, l’acquerello e l’inchiostro. Il suo approccio all’arte si distingue per un’attenzione meticolosa al dettaglio, combinata con un senso di espressione visiva molto personale. I suoi lavori spaziano da scene quotidiane a paesaggi più ampi, ma sono sempre caratterizzati da una forte presenza emotiva e da un’incredibile capacità di trasmettere l’essenza di un luogo.
Le opere di David Bond non sono solo un omaggio visivo alla Tunisia, ma anche un modo per esplorare le dinamiche culturali e sociali di un paese ricco di storia e tradizione. La sua arte è diventata un punto di riferimento per molti artisti che sono stati attratti dalla sua visione unica e dalla sua capacità di interpretare la Tunisia in modo così profondo e personale. Bond è un artista che ha saputo intrecciare le sue radici scozzesi con l’affascinante mondo dell’altra sponda del Mediterraneo, creando una produzione artistica che riflette la ricchezza culturale e naturale di entrambi i luoghi. Le sue opere sono una testimonianza della sua capacità di tradurre le emozioni e le impressioni che un luogo può suscitare in un linguaggio visivo universale.
La mostra di David Bond è visitabile fino al 28 dicembre presso la galleria d’arte Espace d’arte Imagine a Cartagine (26, Rue Pline, Carthage – Dermech).
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