Emna Ghezaïel, una pittrice. Laetitia Scialla, una ceramista. Anne Francey, pittrice e ceramista pure lei e infine Najah Zarbout, un’artista visuale. Sono le quattro anime dietro la creazione di “Lectures d’artistes”, una mostra allestita letteralmente in mezzo ai libri perché è ospitata nella libreria-galleria Fahrenheit 451 di Cartagine. Del resto, di “esposizione collettiva intorno ai libri” parlano gli stessi autori, come Najah Zarbout che incontro tra le stanze e gli scaffali, dove le opere sono state distribuite, quasi a voler sorprendere e interrogare il passante in cerca di un titolo e di un volume.
Alcuni lavori della mostra realizzati in carta
Najah vive e lavora a Sousse, dove peraltro insegna all’Accademia di Belle Arti: suoi sono alcuni lavori della mostra realizzati in buona parte – per restare in tema – con un materiale carissimo alla scrittura, la carta. Una carta che viene manipolata, lavorata, resa viva conferendole un significato ulteriore rispetto alla sua destinazione più conosciuta e affermata. «Sì, lavoro molto con la carta, con gli effetti di luce, con tutto ciò che questa materia prima può donare all’arte – e parla indicando un trittico di sua realizzazione – cerco di ricreare contenuti, come la mia “Island”, che ho chiamato così proprio per richiamare il concetto di insularità e il nostro modo di vedere il mondo».
Le opere di Najah Zarbout: opere che giocano sulla difficoltà di tenere i piedi sulla terraferma
Najah, in effetti, è originaria delle isole Kerkenna e la sua carta “artistica” diventa, alla bisogna, o una serie di onde che increspano il mare e lo rendono tumultuoso per chi prova a solcarlo, oppure un’isola che spunta in mezzo alle acque, come un salvataggio. O ancora una catena montuosa. Le figure umane che ritaglia, spesso delle sagome, sembrano faticare a trovare il loro posto al mondo: difatti le sue opere giocano sull’assenza di gravità, sulla difficoltà di, appunto, tenere i piedi sulla terraferma. «Un tempo usavo la carta come elemento aggiuntivo nei miei dipinti, poi ho lasciato che diventasse la protagonista assoluta: maneggiarla, strapparla, è la mia maniera di imitare il movimento della natura, che secondo me è una incarnazione del divino».
Opere che raccontano situazioni difficili: dai migranti alla politica tunisina
Alcune opere firmate Zarbout portano il nome delle sue pratiche artistiche: lacerazioni, per esempio. «Ogni volta che lavoro con la carta non mi sembra di imporre la mia volontà, ma di scivolare, per così dire, tra le fibre della sua materia. Forse è anche il mio amore per la letteratura che mi ha portato a sceglierla come strumento di creazione. Spesso, poi, le mie opere parlano di sans-papiers, e può sembrare un gioco di parole visto che si tratta di carta, ma è la mia maniera di raccontare situazioni difficili: come quella economica e politica della Tunisia di oggi, oppure il dramma dei migranti. Al visitatore voglio offrire sia questa prospettiva sia, con la leggerezza e il bianco della carta, la possibilità di pensare, di sognare, di nutrire il proprio spirito e la propria anima».
Lectures d’artistes
Librairie Fahrenheit 451, Avenue Habib Bourguiba, Carthage
Dal 15 dicembre all’11 gennaio 2023
Lunedì dalle 9.30 alle 13
Dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Domenica dalle 10.00 alle 17.00
© Riproduzione riservata
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