Marsala come luogo di studi interculturali tra la Sicilia e la Tunisia: è questo l’obiettivo che si pone l’evento “Matabbia – Siciliani di Tunisia” organizzato all’Associazione culturale Banca Marsalese della Memoria dal 19 al 21 agosto 2022 presso il Complesso Monumentale San Pietro. “La nostra associazione si occupa da ormai sette anni della nostra Storia, del nostro passato e delle nostre tradizioni – spiega Francesco Tranchida, Presidente dell’associazione -. Il fenomeno dell’emigrazione italiana in Tunisia ha coinvolto i nostri concittadini: più della metà dei siciliani presenti nel Paese nordafricano erano della provincia di Trapani, e Marsala ha contribuito con il maggior numero di persone”.
Una Storia che gli stessi siciliani spesso ignorano: “E’ un fenomeno che ha riguardato tutta la Sicilia, eppure la maggior parte della gente non conosce queste storie. Con questo evento vorremmo porre le basi affinché ci sia un luogo fisico vero e proprio dove poter divulgare la storia di queste migrazioni. Il siciliano che va via ha sempre nel cuore la Sicilia, ma chi rimane non si interessa più di tanto di chi è emigrato, non rimane qualcosa di scritto per ricordare chi se va, e nemmeno per sapere cosa quest’ultimo ha portato delle tradizioni siciliane nei luoghi dove ha deciso di stabilirsi. Con gli studi che abbiamo fatto, stiamo constatando che buona parte delle tradizioni che si trovano in Tunisia hanno origini siciliane, come un dolce pasquale che ora è raro trovare, chiamato i campanari (in Tunisia si chiama kak 3dam, ndr). O ancora il dialetto siciliano parlato dalle persone che sono rimaste lì dopo l’indipendenza: una lingua con termini di cento anni fa, che non ha subìto l’evoluzione e che ora è motivo di studio da parte di ricercatori”.
Banca Marsalese della Memoria inizia ad interessarsi all’emigrazione dei Siciliani in Tunisia quando si rende conto che il fenomeno migratorio coinvolse in modo massiccio i Marsalesi tra il XIX secolo ed il primo trentennio del XX secolo. “Il censimento del 1901 certificò che Marsala aveva una popolazione di 53.173 abitanti residenti in città e circa 7.000 emigrati in Tunisia – continua Tranchida -. Approfondendo le ricerche, attraverso sondaggi si stima che circa il 55% dei Siciliani di Tunisia proveniva dalla provincia di Trapani ed è attestato da certificati dello Stato Civile che la presenza di Marsalesi in Tunisia è antecedente di almeno un trentennio rispetto all’Unità d’Italia. I dati presi in esame non possono tenere in considerazione chi nei secoli precedenti fu portato dalla Sicilia alla Tunisia forzatamente, in seguito ad attività corsare. Inoltre nel 1963 oltre 300 famiglie di profughi dalla Tunisia risultavano residenti a Marsala”.
Dal 2015 l’associazione culturale Banca Marsalese della Memoria si occupa della storia e delle tradizioni di Marsala, la città di Capo Boeo che, per la sua posizione geografica, lega buona parte della sua storia al mare ed alla sponda opposta del Mediterraneo. Nel periodo peggiore della pandemia l’Associazione è rimasta attiva, organizzando, tra le altre attività, una serie di videoconferenze con chi, a vario titolo, ha raccontato dell’emigrazione verso la Tunisia e da lì è sorta l’idea di realizzare una manifestazione proprio a Marsala, da uno dei luoghi dove questa storia è iniziata.
“In “Matabbia” si parlerà dei vari aspetti legati ai Siciliani di Tunisia, grazie agli interventi di relatori tra i maggiori studiosi sulla tematica”. Qualche nome: Silvia Finzi, direttrice de Il Corriere di Tunisi, media partner dell’iniziativa; Rita Strazzera, presidente dell’associazione Piccola Sicilia di La Goulette, Alfonso Campisi e Marcello Bivona, autori del recente docu – film “Siciliani d’Africa – Tunisia Terra Promessa”, Iride Valenti de l’Università di Catania. Un programma ricco, tra presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche e incontri sul tema. Saranno presenti anche la scrittrice italo – tunisina Marinette Pendola, Leila el Houssi, dell’Università la Sapienza di Roma, Salvatore Speziale de l’Università di Messina.
“Per la realizzazione del tutto è stata di fondamentale importanza la collaborazione di partner come il Centro Culturale Dante Alighieri di Tunisi, l’Associazione Piccola Sicilia di La Goulette, Il Corriere di Tunisi e la Chaire Sicile dell’Università Manouba di Tunisi – conclude Tranchida – Vorrei ringraziare in particolar modo Silvia Finzi, Marinette Pendola e Rita Strazzera, figure di riferimento per chiunque voglia approcciarsi alla conoscenza di quello che fu e di quel che rimane dei Siciliani di Tunisia, interlocutrici con le quali da mesi si è creata una proficua collaborazione. Quando fu prospettata l’idea di organizzare la manifestazione sui “Siciliani di Tunisia”, Rita Strazzera, spontaneamente, ha pronunciato la parola “matabbia”, un termine sicilianizzato che proviene dall’arabo madabia, sinonimo di speranza per qualcosa, anche la speranza che accompagna chi emigra per un futuro migliore”.
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