Nel 2018 sono state 416 le nozze celebrate tra cittadini tunisini e italiani : 98 riguardano un marito italiano e una moglie tunisina, 318 uno sposo tunisino e una sposa italiana (dati Istat). Le « coppie miste », o « interreligiose » o « interculturali », in qualsiasi modo le si voglia chiamare, sono sempre più numerose nel Belpaese, e quelle italo – tunisine non sono da meno.
Ma possono funzionare veramente ? La nostra ovviamente è una domanda provocatoria. Tanti sono i pregiudizi verso questo tipo di relazione. Tanti i forum al femminile in cui le donne chiedono consigli, timorose di imbattersi nel fenomeno del buziness (parola che richiama l’inglese business). Perché purtroppo, come in tutto il mondo, ci sono anche matrimoni di interesse, dovuti in questo caso dall’impossibilità di ottenere un visto per l’Europa con facilità e dalla ricerca di una vita più agiata. E così un matrimonio diventa la via più facile per garantirsi un ingresso in Europa, sia da parte di uomini che di donne.
Ci sono casi del genere. E a volte si leggono tra le pagine della cronaca nera dei media mainstream quelle in cui il partner preleva i figli all’insaputa dell’altro genitore e li porta nel Paese natio, e in seguito la battaglia del genitore italiano per poterli riavere, oppure quando si arriva a commettere un omicidio nei confronti della moglie o compagna. Non vogliamo negare questi casi: purtroppo esistono, e sarebbe sbagliato dire che non ci siano. Ma sono solo una parte – minima – di questa realtà. E noi con questa rubrica vogliamo andare oltre.
Le donne tunisine, fino a poco tempo fa, se volevano sposare un non musulmano, dovevano fare in modo che quest’ultimo si convertisse. Tante le conversioni di facciata, fatte per mettere a tacere la famiglia e la società circostante ; tante le donne la cui famiglia d’origine ha tagliato i rapporti con loro per non aver costretto il partner alla conversione. Ora dal 2017, questa circolare risalente al 1973 è stata finalmente abolita : sta alla convinzione personale della donna, se praticante, prendere o meno questa decisione, e lo stato tunisino non può più intromettersi. Per le donne italiane che sposano un musulmano, non mancano i pregiudizi riguardanti soprattutto il diverso credo :“Ma ti devi convertire?”, “Ma ti dovrai mettere quel coso (l’hijab) in testa?” “Ma potrai ancora uscire di casa e lavorare?” “Ma lo sai che loro considerano la donna inferiore?”. Insomma, razzismo e ipocrisia , si ritrovano da entrambe le sponde del Mediterraneo. E spesso per una scarsa conoscenza reciproca.
Quale è l’obiettivo che ci poniamo ? Vogliamo mostrarvi invece quelle coppie interculturali e interreligiose che resistono. Resistono, una parola non scelta a caso: resistono al tempo, a queste relazioni ormai liquide (come diceva il filosofo Zygmunt Bauman), ai pregiudizi e alle difficoltà che incontrano sul loro cammino. Quelle coppie che non trovano spazio nelle narrazioni tradizionali, la cui quotidianità non è troppo diversa dalle altre, se non per un arricchimento dato dalle due culture dei partner. Intraprendere una relazione del genere non è da tutti : bisogna spogliarsi della forma mentis e delle « verità » in cui si è cresciuti finora, bisogna arrivare a dei compromessi (soprattutto in caso di figli), bisogna essere flessibili, bisogna essere curiosi nei confronti del bagaglio di vita che il proprio partner si porta dietro. E dialogare, sempre, su qualsiasi tema.
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