Si chiama stambeli, è un rito della tradizione sufi che ha a che fare con l’Africa subsahariana, ma è una manifestazione artistica che vanta anche stretti legami con la Tunisia. E, soprattutto, ha una grande necessità di essere tutelato. Ecco perché l’associazione Sidi Ali Lasmar, attiva dal 2016, si è mossa per cercare di salvare questa musica per danza che mantiene il suo nucleo nel santuario Zaouïa Sidi Ali Lasmar, nella medina di Tunisi, perché è un’arte che assomma il valore di un patrimonio culturale e quello di un’eredità spirituale.
La danza stambeli si è fatta conoscere, da queste parti, intorno al 1700, grazie agli spostamenti verso nord di tribù che provenivano dalle zone dell’attuale Nigeria e del Ciad. Portando con sé i loro usi e costumi, queste tribù hanno importato in Tunisia anche uno strumento musicale, il gombri, una sorta di chitarra. E il rito stambeli, che mette insieme il appunto il gombri, il ritmo musicale delle percussioni, e poi costumi, danze e canti che hanno in sé elementi religiosi animisti nonché credenze sul potere curativo della danza. Sono spettacoli nei quali i maestri dello stambeli, secondo la tradizione, riescono a evocare spiriti buoni e cattivi scacciando poi quelli maligni, garantendo protezione agli uomini e alle donne che partecipano al rito e liberandoli da ciò che li opprime.
Ora, però, la Zaouïa rischia di essere venduta all’asta, per mancanza di fondi necessari a mantenerla: con lei, rischia di sparire un’arte unica nel suo genere. Il santuario nella medina, ormai, apre solo due volte l’anno, prima del Ramadan e durante il Mouled, la festa che celebra la nascita del profeta Maometto. I sempre meno numerosi anziani che conservano i segreti e le conoscenze necessarie per lo stambeli faticano a tramandare il loro sapere ai sempre meno numerosi giovani che frequentano il santuario, anche perché le istituzioni non sembrano particolarmente interessate a promuovere una manifestazione artistica che porta con sé varie contaminazioni culturali ed è una sorta di ponte tra l’identità magrebina e quella africana.
Riadh Ezzawech è il rappresentante dell’associazione e, la sua, è una difesa appassionata della tradizione Stambeli. A fine marzo 2022 gli animatori di Sidi Ali Lasmar hanno riunito alcuni giornalisti appena fuori dal santuario per diffondere un appello: la protezione della memoria e la conservazione di un luogo sacro e così significativo per la cultura tunisina meritano attenzione; in caso contrario, tutto questo rischia di scomparire. L’associazione si è detta disponibile a svolgere anche un ruolo di diffusione e di ripresa del rituale che rappresenta al di fuori del territorio nazionale, ma il problema è e rimane il sostegno economico necessario per organizzare le iniziative e, soprattutto, per preservare il luogo in cui ha sede l’associazione, ultimo baluardo dello stambeli in Tunisia.
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