Capita sempre più di frequente di sedersi a un bar con una comitiva di amici e, tra una chiacchiera e l’altra, scoprire che metà delle persone hanno fatto esperienze lunghe all’estero o si sono trasferiti proprio. A giorno d’oggi, anche grazie ai finanziamenti europei con bandi e borse di studio accademiche, trovare la possibilità di trasferirsi all’estero è più facile. Molti passano dei lunghi periodi grazie alle borse Erasmus in triennale, magistrale o bando, altri si trasferiscono proprio per seguire master e corsi. Poi c’è il servizio civile internazionale, ci sono le borse ESC (ex EVS, servizio volontariato europeo) e ci sono tanti bandi, come quello che ho colto io nel 2017, un bando della Regione Lazio, Torno Subito, che mi ha garantito una permanenza di oltre 4 mesi sul suolo tunisino.
Trasferirsi all’estero: un’esperienza arricchente
E’ stata un’esperienza che ha cambiato totalmente la mia vita, non sono stato più come prima. E non è un luogo comune o una frase fatta, perché è stata la mia prima volta fuori Europa, la prima volta in un Paese di religione non cristiana, prima volta in Africa, ma soprattutto, la prima volta lontano di casa per più della solita settimana di ferie con gli amici o di stacco dal lavoro che avevo all’epoca. E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito dal punto di vista culturale e umano, ma anche gestionale, perché per la prima volta ho tastato quella che molti chiamano “indipendenza”, per la prima volta avevo il mio budget da amministrare, spesa da fare, casa da pulire, bagno da riassettare, insomma, dovevo gestire una casa e convivere con delle persone che non conoscevo. Lo ammetto, non sono stato il massimo e ho gestito la mia indipendenza in modo molto “liberale”, ma potevo essere più fortunato dal punto di vista dei compagni di avventura.
Confesso di non aver sempre eseguito i miei compiti di pulizia in modo esemplare, ma non ho mai capito il perché il sabato e la domenica, i nostri due giorni liberi dal corso, che seguivamo dalle 8:30 alle 18:00 5 giorni su 7, dovessi passarle a pulire casa e fare faccende domestiche quando fuori c’era un Paese fantastico, così nuovo e così diverso, da esplorare (anche se stanchi, avremmo potuto dividerci i compiti il pomeriggio dopo le 18:30). Comunque, l’esperienza di vivere all’estero e dividere casa con altre persone mi è piaciuta, e ho avuto molte occasioni per perfezionare la convivenza e le faccende domestiche, viaggio dopo viaggio ho capito sempre più cosa significasse vivere da adulto e sbrigare le faccende di casa. Dopo Tunisi ho vissuto 5 mesi a Cipro, 3 mesi in Egitto e ben due anni a Istanbul, con un intervallo estivo di 3 mesi per poter gestire il lavoro in Italia.
Preparare il trasferimento in Tunisia
Fatta questa doverosa premessa, in cui esprimo un fatto molto positivo del vivere all’estero – quello dell’avere la possibilità di crescere e capire com’è la vita da adulti – e uno negativo – non sempre la convivenza è serena e si trovano persone con i tuoi stessi ritmi e interessi, specialmente quando tu hai 23 anni e gli altri 4-5 anni in più e già vivono da soli di loro – vediamo com’è andata nel dettaglio la preparazione di questo trasferimento in Tunisia, in modo da fornire qualche linea guida a coloro che, per motivi di studio, amore, università o semplice curiosità, hanno iniziato a pensare alla Tunisia come un Paese dove trascorrere del tempo. La mia esperienza è tarata su ciò che ho fatto tra 2017 e 2018, ma sono tornato ogni anno nel Paese e ho continuato ad essere costantemente aggiornato su prezzi ed evoluzione socio-economica del Paese.
Permanenza, assicurazione sanitaria e ricerca di una casa
Innanzitutto, la Tunisia ha un sistema di richiesta dei visti per permanenze superiori ai 3 mesi. La nostra sarebbe stata di poco superiore ai 3 mesi, e parlando con il consolato e con la Camera di Commercio Italo-Tunisina di El Menzah4, dove abbiamo anche svolto metà delle lezioni del nostro master-non universitario, ci è stato suggerito di non richiedere il visto, poiché all’uscita dal Paese avremmo pagato una multa di 20 dinari per ogni settimana superiore al limite massimo di 90 giorni, anche su consiglio di una delle persone dello staff in loco del nostro master in Tunisia.
Ci è stata consigliata un’assicurazione sanitaria per tutto il periodo, dal costo medio di circa 200 euro, che io non ho fatto basandomi sulla mia buona sorte, e così è stato per fortuna. Per la ricerca di casa siamo stati aiutati inizialmente da un paio di persone dell’ente commerciale italiano in Tunisia, ma siccome ci avevano trovato solo opzioni costosissime da 300 euro a persona (con 900 euro mi affitto una buona casa a Roma, non in centro ovviamente) ci siamo poi affidati ad alcune ragazze italo-tunisine che avevano dei contatti in loco. Al nostro arrivo abbiamo visitato la casa per la quale avevamo pagato un acconto di 300 dinari (30 euro a testa) che personalmente a me andava benissimo, ma siccome siamo in democrazia, i miei due compagni di corso hanno deciso che non andava bene e ci siamo messi a cercare un nuovo alloggio. Pertanto, consiglio di non cercare direttamente dall’Italia, a meno che abbiate qualcuno in loco che abbia comunque ben capito di cosa avete bisogno, ma di recarsi fisicamente una settimana prima, dormendo in ostelli e dedicando il proprio tempo alla ricerca personalmente, magari incontrando un “samsar”, ovvero un immobiliarista locale che ha in mano le redini del quartiere e che, in cambio di una piccola commissione, può trovarti in breve tempo una soluzione.
I medicinali da portare
Infine, capitolo volo e medicinali: il volo lo abbiamo pagato 190 euro solo andata con Alitalia (prima e unica volta in vita mia che l’ho usata), compreso di bagaglio da 20 kg oltre a un bagaglio a mano piccolo e uno da 8kg, ma prenotando insieme andata e ritorno si può pagare poco di più ma per due voli. Lato sanitario, oltre all’assicurazione sanitaria che è consigliata, non ci sono vaccinazioni obbligatorie da fare. L’apparato sanitario in Tunisia è relativamente buono ed efficiente, ma occorre ricordare che gli standard non sono sempre come quelli europei, molto costose sono le cure presso la medicina privata, di qualità ancora migliore, ma in genere tutti gli italiani che conosco che sono in pensione e hanno bisogno di un intervento si affidano alle cure in Italia. L’unico farmaco che vi consiglio di portare con voi è un gastroprotettore potente, perché la cucina tunisina è molto speziata, piccante e fa uso di spezie e oli che noi in Italia non usiamo, quindi il vostro stomaco potrebbe aver bisogno di un incoraggiamento e una preparazione già prima della partenza.
Atterrati all’aeroporto di Tunisi, tragitto che ho fatto con la testa incollata col finestrino, nel tentativo di accelerare l’andamento dell’aereo, ci è stato detto dalle nostre compagne di corso italo-tunisine di salire sul taxi e lasciar parlare loro, perché se avessimo parlato in italiano, probabilmente avremmo pagato un supplemento. Boh, sta di fatto che dopo una settimana prendevo già il taxi e i mezzi da solo, e non mi pare mi sia capitato, anche se è sicuramente successo che mi volessero far pagare una differenza per il bagaglio, addirittura una volta uno mi ha chiesto 1dt di differenza perché avevo la borsa della macchina fotografica. Con mia grande sorpresa, non abbiamo comunicato nessun indirizzo preciso, abbiamo solo detto all’autista la zona, e lo abbiamo guidato a suon di “yamin” e “yasar” (destra e sinistra) in base alla posizione che dovevamo raggiungere. Come dico sempre, se uscite dall’aeroporto di Tunisi e avete bisogno di un taxi, non fatelo agli arrivi, salite un piano e prendetelo alle partenze. Potreste aspettare un po’ di minuti, ma pagherete la tariffa corretta, mentre sotto prenderete una fregatura al 100% (la cosiddetta “tassa” che si deve pagare ogni volta in un nuovo paese, tassa che nelle economicissime Filippine mi stava costando 60 euro, quando la corsa sarebbe costata 2 euro).
La cucina tunisina: speziata e piccante
Affamati, facciamo il nostro pranzo a base di makloub, il primo di una lunghissima serie della nostra vita in Tunisia. Si tratta di una piadina abbastanza grande, piegata a metà, in cui ci potete mettere pollo, tacchino, salsiccia piccante (merguez) o agnello, accompagnato da verdure, olive, insalata, pomodori e una cascata di patatine con salsa ketchup e maionese a lato. Attenzione a tre cose col cibo in Tunisia: la prima è che se non amate il piccante, come priorità dovrete imparare la parola “har le” che significa “niente piccante”, ma sappiate che sarà una battaglia persa, perché comunque il vostro piatto arriverà comunque un po’ piccante (durante la preparazione di makloub e altri piatti, prendono lo stesso cucchiaio per depositare l’ingrediente, e se il cucchiaio è stato infilato nell’harissa, il piccante tunisino, allora comunque mangerete speziato). La seconda è che i tunisini amano alla follia l’olio di cottura, ma spesso è vecchio/nero, quindi non proprio salutare per intestino e fegato. La terza, fate attenzione alle olive, anche dentro i piccoli fricassé, perché i tunisini hanno la brutta abitudine di metterle col nocciolo intero, quindi se siete affamati e darete dei bei morsi, rischiate di giocarvi un molare. Altro consiglio è quello di ordinare sempre acqua in bottiglia, o di berla dopo averla fatta bollire. Per la cucina, utilizzavamo le bottiglie di acqua del supermercato per far bollire l’acqua, non ci fidavamo moltissimo, anche se tanti tunisini bevono acqua di rubinetto e stanno bene (anche qui, ogni organismo può reagire in modo differente).
La ricerca della casa
Se cercate casa, cercatela in un quartiere che sia tranquillo, ma con un po’ di vita, che abbia nei paraggi numerose sale da the e narghilè cafè: questo perché la sera passerete molto tempo in questi ambienti, non solo per socializzare, ma anche per sentirvi parte del paesaggio, bevendo the alla menta, con pinoli o con mandorle e fumando, se gradite, il narghilè, che è molto economico nelle sale da the locals (per soli uomini), dai 3 ai 6 dinari, più caro per le sale da the miste, generalmente ambienti più pettinati e puliti, dove anche le ragazze e le coppie sono ammesse, ma qui pagherete the, bevande e narghilè un 40-70% in più. Bere il the in Tunisia è tradizione, non potete non rispettarla, anche se siete amanti dei caffè (e ne troverete molti, alcuni buoni, altri un po’ troppo tostati). Le conversazioni si fanno davanti una buona tazza di the (detto turco), non è una buona giornata se non c’è il the di metà pomeriggio (usanza inglese). In alternativa, visto che i tunisini amano il calcio europeo (simpatizzano soprattutto Real Madrid, Roma, Liverpool e PSG) potete recarvi la sera nelle sale da the, in turco “cay evi”, per guardare a caso una partita, chiedendo al barista di sintonizzarvi eventualmente sulla vostra squadra. Io in Tunisia mi sono visto tutte le partite della Roma in questo modo. A differenza di Paesi come Egitto, Filippine, Hong Kong e Libano, in cui nelle sale da the vi potrebbero portare un bicchiere d’acqua, in Tunisia vi chiederanno se volete dell’acqua in bottiglia, se vi porteranno dell’acqua in bicchiere già sfusa, evitate di bere se non vi fidate.
Vivere la Medina di Tunisi
Per quanto riguarda medina e religione, se avete scelto la Tunisia significa che siete persone con una apertura mentale degna di nota, perché ad esempio scegliere di passare la pensione in un Paese musulmano non è da tutti. Potete stare tranquilli: ci sono chiese in Tunisia, e il cristianesimo è ampiamente tollerato, quindi non avrete problemi di stigmatizzazioni e discriminazioni. Ricordatevi che voi per i tunisini siete sacri, la polizia turistica vigila in borghese e garantisce la vostra incolumità a ogni costo, potete girare tranquilli e sentirvi al sicuro. L’unica zona che eviterei per la ricerca di casa è la medina, questo perché la sera non c’è assolutamente niente di aperto, e girarvi dopo la mezzanotte, in un dedalo di vie e viette, non è sempre consigliato. Personalmente sono un “mediner”, un amante della medina, uno che ogni giorno vi si recava al suo interno per girovagare senza meta, alla ricerca di chicche nascoste e mete poco visitate, come ad esempio il nuovissimo museo di Turbet el Bey, dal costo di 5 dinari, o il Mausoleo di Sidi Mahrez. Trasferirsi in Tunisia e non avere interesse delle medine e della micro-cultura al loro interno per me sarebbe un grande spreco.
La spesa quotidiana e le uscite serali
Durante la nostra permanenza, abbiamo quasi sempre mangiato fuori/al ristorante all’ora di pranzo, visto che ci sono luoghi dove mangiare bene ovunque: dal classico makloub ai kebab in stile turco, hamburgerie, ristoranti tradizionali con piatti strettamente tunisini, locali etnici, addirittura ci sono molte pizzerie e sushi all you can eat, sempre più popolari tra le nuove generazioni. A cena invece mangiavamo praticamente sempre a casa, anche perché gran parte dei ristoranti la sera sono chiusi. I tunisini sono mattinieri e molto abitudinari, potreste trovare le sale da the piene di gente che fuma alle 7 del mattino, ma alle 18 troverete già molti esercizi chiusi, tra cui i ristoranti, salvo pizzerie, locali meno tradizionali, per turisti oppure locali dove andare a bere birra celtia, becks (che viene servita in caraffe da 10-20 birre a seconda di quanti siete) o cocktail. Per andare a svagarsi un po’ la sera, ci sono molte opzioni a La Marsa e a Gammarth, oppure a metà di Avenue Habib Bourghuiba, ma anche ad Hammamet nouvelle, Sousse e altre località.
Per la spesa andavamo o nei negozietti sotto casa, oppure al Monoprix (supermercato low cost tunisino, ma ora quello più conveniente è Aziza) o al Carrefour, dove si spende molto di più ma si trovano alcoolici e anche prodotti di importazione. Si trova anche carne di maiale, ma nessuno la compra, inizierete anche voi a farne a meno, mentre gli alcoolici sono più popolari e non possono essere acquistati il venerdì. Altra buona opzione è andare a comprare frutta, verdura e datteri al Mercato Centrale di Habib Bourguiba, o nei tanti mercati sparsi qua e là come Bab El Khadra o Bab Jedid. Spenderete meno e prenderete prodotti di grande qualità. Altra alternativa, specie per spezie, harissa, pasta, aromi vari ecc… sono i tanti bazar disseminati attorno alla medina, ne avevo uno di fiducia dove andavo a rifornirmi di spezie, datteri, peperoncino e cose simili.
In Tunisia stabilire dei legami è importante, specie se siete italiani: vi ameranno subito, e inizieranno immediatamente a cantare Toto Cutugno oppure a dire che hanno un parente in qualche città random italiana. In tanto anni che vado e torno dalla Tunisia, non ho mai sentito una persona dirmi che aveva un parente a Roma o Milano, tutti sparpagliati in posti totalmente random come Novara, Vigevano, Pavia, Castellammare, Messina, molto strano (sospetto che alcuni se lo inventino). Probabilmente, sentirete parlare di Craxi, per molti tunisini era una brava persona, visto che aiutò e sovvenzionò la comunità tunisina di Hammamet e Nabeul, e gettò interesse internazionale sulla Tunisia durante il suo esilio. Troverete i tunisini molto spesso poco interessati alla vita politica. La rivoluzione da una parte è ancora fresca, dall’altra, per le nuove generazioni, sembra lontana un secolo o mai avvenuta, tant’è che le ultime elezioni del 2024 hanno visto un’affluenza del 28%.
Un Paese variegato
Vivere in Tunisia significa anche esplorare un Paese meraviglioso. Sulle varie località e mete da visitare troverete su L’altra Tunisia centinaia di articoli (personalmente, trovo Kairouan imperdibile, Sousse la più bella e vivibile città tunisina, Sfax veramente sottovalutata e il Sud tunisino una mia necessità fisica che devo soddisfare almeno due volte l’anno), sappiate che c’è una differenza enorme, anche come mentalità, tra Nord e Sud. Le grandi città settentrionali sono molto business-oriented, la vita più frenetica, le persone vivono la loro vita rapidamente, trovando il modo di rallentarla sedendosi nelle sale da the, e hanno una mentalità molto simile a quella italiana, un mix tra lavoro, frenesia e ritmi straordinariamente lenti, ritardi e malintesi. Al Sud, complice anche la maggiore assenza di lavoro e le temperature generalmente molto più alte, si respira un clima di lentezza, più puro e autentico, con vaste zone quasi per nulla toccate dal turismo (e non toccate dal turismo di massa). Troverete qualche turista in più a Tozeur, diretti alle oasi, ma tra Douz, Medenine e Tataouine, il turismo qui è molto poco. Djerba è un piccolo paradiso, amato sia dagli europei che dai tunisini stessi, che la scelgono in massa per le loro vacanze. In generale, troverete comunque anche nelle località molto turistiche degli scorci di vera Tunisia. I servizi essenziali ci sono, ma spesso andrebbero aggiornati, i mezzi non rispettano spesso gli orari e orientarsi non è facile, ma troverete più persone che parlano italiano di quanto pensiate, anche al Sud. I tunisini sono famosi per essere poliglotti, e anche molto tolleranti, gentili e socievoli!
Ci sarebbe tantissimo altro da dire, come accennare al geniale sistema dei louage (minibus che partono solo quando sono pieni, e che fanno su e giù tra due destinazioni fisse, li trovate nelle gare du louage – ogni città ne ha almeno una – e sono una buona alternativa a bus e treni, ma attenzione, partono solo quando sono pieni, quindi potreste aspettare molto prima di partire, o molto poco, infine, a meno che voi non stiate viaggiando tra Tunisi e Sousse, o tra Tunisi e Sfax, i collegamenti cessano dopo le ore 16-17), ai miei cibi preferiti, al clima e alle usanze, ma già credo che questo articolo contenga delle buone linee guida che possono essere un ottimo punto di partenza per chi vuole scegliere di vivere in Tunisia, per periodi medio-corti oppure a vita!
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