Mouna Belouafa, 32 anni, consulente immagine e benessere in un wellness center, in Italia è venuta con i genitori, originari di Tunisi, quando aveva solo un anno e mezzo: « La Tunisia la vivevo come tutti i figli di emigrati durante i mesi estivi, quando stavo dai nonni. Abitavamo a San Daniele del Friuli. Ai tempi, e tenendo presente le dovute eccezioni in una terra che ci ha accolti fin da subito, ero l’unica bambina con la pelle più scura, per cui venivo, di tanto in tanto, presa di mira in un periodo in cui il diverso veniva ancora visto con misto di curiosità e diffidenza: quando arrivavo a casa mi lavavo con l’idea che sarei diventata più bianca. Gli insegnanti, al tempo, avevano sconsigliato ai miei genitori di farmi imparare la lingua araba, perché altrimenti avrei potuto rischiare la dislessia, ma io, che volevo impararla, quando d’estate andavo in Tunisia, cercavo di fare lezioni dedicate con mia zia, che era insegnante. Anche il mio nome veniva spesso storpiato, così per molto tempo mi sono fatta chiamare Monica. Poi alla superiori sono andata a studiare a Udine : lì c’erano più ragazzi di origine straniera, e le cose sono state più semplici ».
Mouna conosce Alessio Biasatti, 36 anni, consulente legale in una società che si occupa di ingegneria aerospaziale, alla sua festa di compleanno : « Si è autoinvitato alla mia festa – sorride Mouna -. Abbiamo cominciato a frequentarci, e dopo tre anni di fidanzamento ci siamo sposati. In famiglia ho avuto mia zia che, prima di me, si è sposata con un italiano, che ha dovuto convertirsi. Io ero contraria a ciò: non mi pareva corretto. Secondo me le differenze tra cristiani e musulmani sono poche. Per fortuna i miei genitori non mi han fatto problemi da questo punto di vista ». I due giovani si sposano in comune nove anni fa, per poi andare in Tunisia : ed è in quell’occasione che Alessio visita per la prima volta il Paese d’origine della moglie, nel 2012.
« L’amore per la Tunisia – racconta Alessio – è scattato con il mare, il sole, e perché no, le merguez, la citronnade. Ho un amore particolare per la cucina tunisina e lo street food locale. Ma a parte questi aspetti, mi piace molto il modo di fare le cose in modo riflessivo. Anche se i primi giorni, quando vedi la flemma tunisina vorresti quasi impazzire. Ma poi ti adegui. Ci si deve sempre ‘disintossicare’ un po’ passando da un Paese all’altro. La vita apparentemente costa poco. E’ bello potersi prendere il giusto tempo per gustarsi un caffè, un tramonto, andare a trovare gli amici e i famigliari ». Aggiunge Mouna : « In Tunisia ci ricarichiamo, ci godiamo la vita e l’attimo, un aspetto che in Italia, vista la frenesia, è ormai perduto. Venire in Tunisia è magia, ma bisogna saperla dosare. Amo molto il silenzio della sera, con l’adhan che proviene dalle moschee, ci si sente quasi in un altro mondo ».
« Le coppie miste ormai sono abbastanza standardizzate – continua Alessio -. Abbiamo vissuto sia in città che in provincia, in quest’ultima c’è inizialmente più diffidenza. Cerco sempre di coinvolgere l’interlocutore parlandogli della bellezza della Tunisia e del popolo tunisino. Non abbiamo mai vissuto episodi di razzismo. Abbiamo lasciato andare delle conoscenze, che forse avrebbero potuto diventare inopportune nel tempo visti certi commenti, ma niente di più. In Tunisia io sembro un italiano atipico, perchè ho i capelli rossi e perché assumo appena sceso dall’aereo le movenze locali. I tunisini sono estremamente cordiali: apprezzano che cerchi di imparare la loro lingua, e le attenzioni verso la loro cultura ».
La coppia, che vive ad Udine, sta valutando un trasferimento, nel medio termine, in Tunisia : « Abbiamo delle case vacanza a Nabeul, Dar Chaabane, Ville Belouafa – spiega Mouna -, vorremmo poterle gestire personalmente, dando un tocco più giovanile. Al momento stiamo rinviando la decisione, ma l’intenzione di trasferirsi c’è, anche se più da parte di Alessio. Io sono più timorosa perché sarebbe come rivivere ciò che ho già vissuto in Italia quando siamo emigrati qui: in Tunisia vengo vista come la straniera, l’italiana. Anni fa ho aperto una società di trasporti: solo perché donna e italo tunisina mi hanno dato filo da torcere, rinviandomi da un ufficio all’altro. Mi dicono che culturalmente sono come ‘loro’, ma non lo sono completamente, data una mentalità che è oramai per la massima parte europea. E rimango dispiaciuta da queste ingiustizie, soprattutto verso chi vuole innovare il proprio Paese, ma viene ostacolato ». Per Alessio invece la Tunisia rappresenta un altro modo di vivere : « Veniamo da una società che sembra libera e rilassata, ma ha perso molto della sua natura originale per stare dietro al sistema europeo, è un continuo correre. L’Africa è una risposta, un rallentamento della vita, un ritorno al senso sentimentale del rapporto con se stessi »
E conclude : « Abbiamo girato abbastanza la Tunisia, ci mancano le isole kerkennah, Sfax e Tabarka. Mi piacerebbe, quando i tempi saranno migliori, vedere il confine con la Libia. E, un giorno, poter attraversare il deserto a piedi. La Tunisia ha dei luoghi veramente affascinanti, ma spesso poco valorizzati. Speriamo che la Tunisia possa riprendersi ; non è una strada semplice dopo decenni di dittatura e un nuovo sistema che stenta a decollare. Ma è un Paese che ha le potenzialità per crescere economicamente ».
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