La Tunisia è un paese a maggioranza musulmana, ma dove cristiani ed ebrei hanno sempre convissuto : il governo tunisino nel 1964 ha firmato il cosiddetto Modus vivendi con la Santa Sede, che permette di praticare la religione cristiana, a patto di non fare proselitismo e non intromettersi nella politica nazionale. Un patto attraverso il quale la Chiesa ha altresì ceduto la maggior parte dei suoi beni allo stato tunisino: delle 125 chiese sul suo territorio, attualmente appartengono alla diocesi di Tunisi solo la cattedrale in Avenue Bourguiba, la Chiesa Jeanne d’Arc, la Chiesa della Goulette, la chiesa di Lavigerie alla Marsa, la chiesa di Hammamet, di Sousse e di Djerba. I fedeli cristiani sono drasticamente diminuti dopo l’indipendenza: se durante il protettorato francese si arrivava a 200 mila – 300 mila, attualmente la cifra si è ridotta a 25.414 (dati del World Religion Database). La maggior parte dei fedeli cristiani sono subsahariani, poi ci sono gli stranieri che vivono in Tunisia per lavoro o per motivi familiari, ma ci sono anche tunisini convertiti al Cristianesimo. La maggior parte dei cristiani stranieri è di fede cattolica, ma ci sono anche comunità ortodosse e protestanti.
Natale si avvicina, e anche in Tunisia la comunità cristiana si prepara a celebrare la sua festa più importante, in un Paese dove rappresenta una minoranza religiosa. Non si trovano luminarie e alberi di Natale negli spazi pubblici come in Italia : l’atmosfera natalizia la si ritrova però nelle varie parrocchie, attraverso le varie iniziative (presepi, concerti di Natale). Non manca anche l’aspetto commerciale : in alcuni supermercati si trovano in vendita alberi di Natale e decorazioni natalizie, oltre a panettoni e calendari dell’avvento (anche se a prezzi quasi proibitivi, considerati in dinari). In questo periodo si moltiplicano poi i mercatini natalizi, dove gli artigiani colgono occasione per poter proporre i propri prodotti.
Con questo dossier abbiamo voluto mostrarvi questo altro aspetto della Tunisia, dando la parola alla comunità cristiana, con interviste e testimonianze dirette, sia legate a ricordi di anni passati, sia all’attualità. Qui Don Domenico Paternò, padre salesiano a Tunisi, racconta il rispetto che ha trovato da parte dei musulmani verso questa festività ; Chiara Sebastiani in questo articolo ricorda il Natale in Tunisia negli anni Sessanta, vissuto in prima persona, e di come questa festività ora riguardi sempre più anche i musulmani ; in quest’altro articolo di Giada Frana don Matteo Lando, parroco di Djerba, racconta l’esperienza della comunità cristiana in quest’isola, da sempre simbolo di convivenza interreligiosa ; qui Kyra Ferrari Fitouri nella sua rubrica « Una mamma green in Tunisia » racconta la sua esperienza nel ricercare in terra straniera questa festa importante, così come Giada Frana qui ricorda come il Natale in Tunisia abbia da una parte rafforzato le sue radici, ma dall’altra l’abbia aiutata a mettersi nei panni degli altri.
Buona lettura !
© Riproduzione riservata