Ramadan in Tunisia: quello che nessuno vi racconta

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Il primo marzo 2025 in Tunisia è cominciato il mese sacro di Ramadan. I post sul mese santo si sprecano, chi vive in Tunisia (anche da poco tempo) si sente subito un esperto e spiega tramite i social cosa succede durante questo periodo, ma chi nel Paese lavora, fa una vita attiva, diciamo si dedica alle normali attività quotidiane, cosa vive davvero? Questo è un articolo che esula dal mese sacro come forma religiosa, pertanto non si toccano gli aspetti del digiuno, delle pratiche religiose e tutto ciò che il mese santo comporta, ma parla degli aspetti che la gente vive, a cui chi fa una vita attiva va incontro volente o nolente.

Orari ridotti negli uffici pubblici e privati

Gli orari ridotti dei vari enti pubblici e privati portano a code molto lunghe e la gente in fila spesso litiga. Non so come mi sia venuta l’idea di andare in città al primo giorno di Ramadan alle 9.30, mi ero detta “ma sì vai tanto non ci sarà in giro nessuno….” Entro nel supermercato MG e addirittura mancano i carrellini, mi dico fa niente devo prendere poche cose, faccio una decina di metri e sei signore mi sono venute addosso, ora, non è che proprio non mi si vede, mi sono chiesta se lo fanno apposta se in quanto europea non sto digiunando e allora “mi tocca” prendermi le gomitate, oppure se è proprio un caso, ma tra le altre signore non si spintonava nessuna, lascio la risposta alla positività e magari con la fame proprio non mi vedevano, meglio pensarla così.

Aumento del traffico e delle liti per strada

Ora arriviamo al mio punto dolente, come tutti sanno il mio tragitto casa-lavoro e viceversa (Hammam Lif – La Marsa) è sempre un po’ pesante, ma mi sono abituata dopo un anno e mezzo che lo percorro. Dopo due giorni di lavoro, ho concordato con la mia datrice di lavoro, che ci vediamo dopo l’Aid, perché il tempo per percorrere 32km è diventato di un’ora e 30 minuti, praticamente stavo in auto tre ore e nel caos più totale: se già in tempi normali non si rispettano le regole stradali, ora con la mancanza di caffè, sigarette e tutto il resto il nervosismo è alle stelle, due colonne diventano cinque e le liti centuplicate. Io ho la fortuna di avere questa possibilità, ma tanta tanta solidarietà a chi non ha scelta!

Assenteismo e violenza

Le aziende si ritrovano confrontate con assenteismi (più del solito) senza neppure essere avvisate, si chiama la persona ed il telefono è perennemente spento, nessuno richiama per scusarsi e giustificare l’assenza. Si vive molto più di notte in questo periodo, pertanto al mattino poi è dura alzarsi e rispettare gli impegni lavorativi.

La violenza aumenta ovunque, mia figlia è stata picchiata al garde. Ho scritto alla direttrice, prima chiedendo come mai è stata picchiata, cosa avesse fatto, la risposta è stata che non ha fatto nulla, ma siccome era una punizione per l’intera classe (senza una spiegazione) allora è stata picchiata anche lei. Ho risposto che le punizioni corporali non dovrebbero proprio avvenire al di là di tutto, ma soprattutto se un bambino non ha fatto nulla. Inoltre i bambini hanno cominciato gli esami pertanto, subito dopo aver preso le botte sono andati a scuola a dare un esame con il dolore che era ancora forte. Stessa cosa a scuola, le maestre sono molto più nervose e picchiano molto di più, anche le sue maestre di francese e di arabo, hanno fatto la stessa cosa: bastonate sulle mani a tutta la classe, senza un motivo valido, non che ce ne sia mai uno!

Una mia amica una mattina, portando a scuola la figlia (scuola privata) per firmare una giustificazione d’assenza, si è vista spintonare e gridare contro da un’insegnate perché la figlia non indossava il grembiule, che aveva nello zaino e avrebbe indossato in classe come d’abitudine. Alla sua richiesta di parlare con la direttrice, arriva la solita frase che ci sentiamo dire in ogni occasione e situazione: “hai ragione ma che ci vuoi fare, la Tunisia è così” come se fosse sempre la giustificazione che va bene per scusare ogni comportamento maleducato.

Basterebbe il buon senso

Settimana scorsa, dalla scuola elementare che frequenta mia figlia, sono spariti quattro bambini, le mamme in lacrime a chiedere a tutti notizie, in un mese dove dovrebbe regnare la gentilezza e le opere buone. Ora, tutti i comportamenti scorretti non sono da scusare con l’assenza di nicotina, cibo e acqua: ogni persona ha una testa con cui ragionare e di conseguenza può scegliere come comportarsi, ma un pochino di buon senso ci vorrebbe in questo mese, che per me è sempre stato sinonimo di introspezione e gentilezza.

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