La scrittura femminista come mezzo per riprendere possesso della propria sfera privata e per resistere ed affermare la propria esistenza: è il tema attorno al quale si è svolta la seconda sessione dell’Università estiva dedicata a Lina Ben Mhenni, la blogger ed attivista prematuramente scomparsa. Uno spazio di riflessione comune e diversi laboratorio di scrittura – con racconti personali, poesie, scritti politici o articoli giornalistici – che ha visto la partecipazione di quindici donne. Ad organizzarlo, l’Associazione Lina Ben Mhenni in partneraiato con il Fondo Canadese per le iniziative locali e l’associazione Un ponte per.
Al centro dei laboratori, il femminismo, la lettura condivisa di scrittrici e teoriche femministe arabe ed occidentali e dei momenti di riflessione attorno al tema delle discriminazioni subite in quanto donne, grazie al contributo di professioniste del mondo giornalistico e letterario e di militanti femministe e Queer. Ma non solo: L’associazione tunisina ATL ha sensibilizzato sul tema dei diritti sessuali e riproduttivi e sulle violenze nei confronti delle donne. A chiusura di questo percorso, le partecipanti hanno presentato il loro progetto di scrittura e hanno fatto una lettura dei loro elaborati.
Una settimana di formazione che ha permesso alle partecipanti di acquisire in particolare modo quattro nuove competenze: padroneggiare l’analisi femminista delle strutture di dominazione sessista; padroneggiare l’approccio internazionale nella lettura della griglia dei privilegi e discriminazioni; padroneggiare le tecniche di autobiografia e di auto fiction; padroneggiare la documentazione sulle violenze nei confronti delle donne.
Oltre alla scuola femminista estiva, due giornate di formazione on line sono state dedicate alla scrittura e al femminismo, grazie agli interventi di Eman Adel, Farah Youssef, Farah Barqawi, Areej Gamal, Pascale Sawma e Ragaii Musa.
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