Quando le è stato chiesto di selezionare quattro viaggi per narrarli in un libro, non ha avuto dubbi e la scelta è ricaduta sul Medio Oriente, il luogo che maggiormente la affascina e la fa sentire a casa. Anna Pernice, travel blogger, ha recentemente pubblicato il libro « Spezie e moschee – quattro viaggi tra i profumi e i colori del Medio Oriente » (New Book Edizioni), dove porta il lettore alla scoperta di Turchia, Tunisia, Egitto e Giordania. Scritto durante il primo lockdown, in un periodo in cui non si poteva viaggiare, il libro vuole essere un invito a non rimandare i propri sogni e desideri, e viaggiare appena possibile. La Anna che si trova all’inizio del libro, in Turchia con il suo fidanzato, non esiste più alla fine, è diventata una persona che
« negli anni ha capito che non bisogna aspettare la persona giusta, la compagnia giusta o la situazione giusta per fare quel viaggio che tanto si desidera, perché quella persona o quella situazione potrebbero non arrivare mai o arrivare troppo tardi, e nell’attesa di qualcosa di indefinito, si rischia di perdere tutto ciò che di bello può offrirci la vita ».
Tra i Paesi in cui Anna fa viaggiare ad occhi aperti il lettore, rientra anche la Tunisia, in cui è ritornata più volte e che è stato uno dei primi viaggi fuori Europa da travel blogger e ha rappresentato l’inizio del suo nuovo modo di viaggiare, « da sola senza essere mai realmente sola ». Partita con l’Ente del Turismo tunisino, ci racconta il suo soggiorno nel Paese nordafricano. Il capitolo dedicato alla Tunisia si suddivide a sua volta in sei sottocapitoli : « Tunisi, la città laica », « Sidi Bou Said, la cittadina bianca e blu », « Cartagine, la città che fece tremare Roma », « La bella e turistica Hammamet », « La bellissima isola di Djerba » e infine « Il sud della Tunisia e la magia del deserto ».
Anna parte da Tunisi, con una visita al Museo del Bardo, a un anno dal tragico attentato che lo colpì, per fare un giro nella medina, con qualche consiglio per gli acquisti. E poi Sidi Bou Said, che colpisce Anna per la somiglianza con Mykonos e per le sue porte tipiche :« Lasciatevi trascinare dalla ricerca delle porte più belle e spettacolari e perdervi tra i vicoli del paesino », visitando anche Dar El Annabi e la casa del Barone d’Erlanger.
E ancora Cartagine, dove tra « resti di statue dagli occhi espressivi che sembrano parlarti, colonne spezzate e un panorama mozzafiato. Nell’aria una strana energia che rende questo sito una tappa obbligatoria per chi va in vacanza a Tunisi ». Ultima tappa di questo primo viaggio organizzato, Hammamet, con la visita a Dar Sebastien, costruita nel 1920 dall’architetto Frank Lloyd Wright per il miliardario George Sebastian e che è stata un importante centro culturale. Una città che per Anna « trasmette un’aria di pace e tranquillità ». Questo viaggio per lei è stato una tappa importante nella sua vita, un viaggio che le ha permesso di fare anche tante risate, di quelle che le mancavano da tempo. Perchè in fondo « i viaggi servono a ritrovare piccoli pezzetti di sé mentre si scoprono angoli di mondo ». E rientrando in Italia, il Mal d’Africa si fa sentire, attraverso la nostalgia per la Tunisia.
Dopo un mese da questo primo viaggio Anna parte di nuovo, destinazione Djerba, in occasione del pellegrinaggio della Ghriba, che attira migliaia di fedeli ebrei da tutto il mondo. Un viaggio affascinante che le permette non solo di scoprire questa tradizione, ma anche di visitare il Parco Djerba Explore, dove si trova la Croco d’Iles, la più grande riserva di coccodrilli nel Mediterraneo, Houmt Soukt, Erriadh con i suoi murales e il museo del patrimonio nazionale.
In un’altra occasione Anna ritorna in Tunisia, « uno dei Paesi che ti entra dentro e resta nel cuore » per esplorare il sud, da Medenine, dove « ci stavamo addentrando nelle culture berbere e nelle loro tradizioni, ed era tutto così affascinante, da sembrare di vivere quasi un sogno »,a Beni Keddache, all’oasi di Ksar Ghilane (« arrivarci dà davvero quella sensazione di miraggio che si vede spesso nei film ambientati nel deserto »), fino all’accampamento Zmela, dove assiste alla fioritura del deserto e ritrova quella sensazione di libertà che solo il deserto sa dare, per poi arrivare a Tamezret e Matmata.
« Immergermi in culture diverse dalla nostra, vedere i cuori delle persone aprirsi pur non avendomi mai incontrata prima, è un’emozione davvero indescrivibile ed è il motivo per cui non smetterò mai di viaggiare, da sola o in compagnia ! »
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