Dopo quest’articolo in cui Kyra Ferrari Fitouri raccontava, dando anche qualche consiglio, del suo trasferimento in Tunisia, in questa seconda parte racconta dei momenti di scoraggiamento che possono capitare quando si decide di emigrare in un altro Paese
Eccoci qua: la decisione è stata presa, tutto organizzato per la partenza. Le valigie sono pronte, piene anche di speranza per la nuova vita che vi attende… e adesso? Arrivate in Tunisia con il biglietto di sola andata, vi trasferite nella nuova casa che avete scelto e siete pronti per immergervi in questa nuova avventura. Sicuramente dopo i primi di giorni di esaltante adrenalina, sistemazione della casa, arriveranno anche i primi giorni di sconforto… Quando cominciano, vi chiederete? Le risposte sono molteplici, ma non voglio spaventarvi!
La prima volta sarà appena avrete a che fare con la burocrazia, in qualsiasi forma essa sia. Partiamo dal permesso di soggiorno, ve lo riassumo in poche righe. Avete tre mesi di tempo dal vostro arrivo per annunciarvi in ambasciata e recarvi al posto di polizia del vostro quartiere per richiedere il permesso di soggiorno. La mia esperienza è stata la seguente: dicembre 2013, mi reco in polizia, mi danno una lista di documenti da presentare, pago 15 dinari di bollo sotto forma di timbro, dopo tre settimane ho il permesso di soggiorno in mano (nell’attesa del permesso di soggiorno definitivo vi daranno un permesso di soggiorno provvisorio). Dicembre 2015, stessa scena di cui sopra, ma il bollo costa 150 dinari e il rinnovo del permesso arriva dopo ben nove mesi! Ormai avevo fatto il buco per strada a furia di andare e ritornare a mani vuote. Sorvolo sulla (poca) professionalità delle persone coinvolte, ve lo lascio scoprire da soli. In ogni caso, ovviamente, sono le persone che fanno la differenza, diciamo che io non sono stata molto fortunata… Per dovere di cronaca nei giorni scorsi sono andata a prendere la solita lista dei documenti per il mio rinnovo: affaire à suivre!
Una delle prime frasi che mi ha detto mio marito e che mi accompagna ogni giorno della mia vita da otto anni a questa parte è stata: “Non sarai tu a cambiare un popolo!”e su questo non ci piove… Diciamo che dalla Svizzera alla Tunisia a volte l’adattarsi non è sempre evidente, oserei dire che la mentalità è diametralmente opposta, anche su cose banali come gli appuntamenti. In ‘sha Allah vengo domani alle 16, anche se la persona sa già benissimo che non verrà. Qui non si usa dire di no… Ricordatevelo bene e mettete in conto che la vostra cena si potrebbe raffreddare aspettando i vostri ospiti, il vostro rubinetto che perde potrebbe restare così per qualche settimana finché vedrete l’idraulico, oppure no, sarete fortunati e gli impegni presi verranno rispettati, farete un sacco di nuove esperienze, tutte vostre… finchè…….. non vorrete costruire casa: ecco una delle esperienze da fare in Tunisia che vi farà entrare in un’altra dimensione. Vi addormenterete pregando che gli operai si presentino il giorno dopo e che la giornata passi senza troppi intoppi. I preventivi si dividono in mano d’opera e a parte c’è tutto il materiale, che dovete andare a comprare da soli: cemento, mattoni, tubi e così via, non è che gli operai arrivano e portano con se ciò che serve, per cui è un lavoro a tempo pieno anche per voi; ogni trenta secondi vi chiamano perchè hanno bisogno che andate ad acquistare qualcosa, i più dispettosi, vi mandano quattro volte dal ferramenta al posto di chiedere tutto subito. La pazienza di chi segue il cantiere sarà messa davvero a dura prova…
Continuiamo con gli altri argomenti…
Pediatri: vi danno l’appuntamento ma non serve, si arriva e si aspetta. Se i bimbi devono fare il vaccino dovete andare voi a comprarlo in farmacia e portarlo insieme alla siringa, io all’inizio sono rimasta senza parole, poi ci si fa l’abitudine.
Le voglie di cibo, altro argomento che mette in crisi tutti prima o poi. Se potete portate da casa ciò che amate di più, almeno per affrontare i primi mesi, poi vi abituerete ai nuovi prodotti e amerete anche questi. Io mi ero portata gli analcolici, li tenevo per la domenica prima di pranzo, non so neppure perchè, ma mi facevano sentire “a casa”. Devo dire che ora, rispetto ad otto anni fa, si trovano molti più prodotti italiani, soprattutto nelle città dove risiedono più italiani sono nati un sacco di negozi con prodotti tipici, dal caffè ai formaggi passando per i salumi, ormai si trova quasi tutto, ma i prezzi sono “da importazione” per cui andrà messo in conto.
Quando avrete capito che il taxi con la luce rossa è libero e quello con la luce verde è occupato saranno passati circa sei mesi dal vostro arrivo, almeno per me è stato così….
A proposito di taxi, se avete la possibilità portatevi l’auto da casa: l’acquisto in Tunisia è un incubo. Perchè? Perchè le auto sono carissime, tenute malissimo, soprattutto per i nostri standard. Qualcuno tempo fa su facebook, in un post in cui si parlava di auto tunisine con tanto di foto e prezzi, ha scritto, “ah ma c’è una Fiat Punto a 9 mila dinari non è mica cara”, era del 1996 con 600 mila km: lo trovo un furto… Per acquistare l’auto ci sono vari show room da visitare e qui si trovano quelle migliori, altrimenti ci sono delle piattaforme dove è possibile vedere la foto, il prezzo e contattare l’acquirente. Personalmente ne ho viste molte, quelle che dovevano essere “nuove” le ho trovate con i sedili rotti, finestrini bloccati, motore in pessimo stato e prezzo ancora elevato. Chiaramente è sempre una questione di fortuna, ma mettete in conto un bel po’ di tempo per trovare ciò che fa al caso vostro. Un mio conoscente mi ha raccontato che aveva comperato una Fiat Uno a 10 mila dinari e dopo 10 anni l’ha rivenduta allo stesso prezzo! Io che non ho mai tenuto un’auto per piu’ di tre anni (si ho la passione per le auto fin da piccola e chiedevo a mio papà di guidare come Gilles Villeneuve!) ho trovato un campo minato e ho fatto fatica ad entrare in questo mercato. Magari prossimamente approfondiamo questo tema se qualcuno è interessato. Ci sono dei blocchi statali sull’acquisto del nuovo, per questo il mercato dell’usato è così vasto e caro. L’auto in concessionaria si può ordinare, ma a dipendenza della marca e modello si possono aspettare anni prima di riceverla.
Un aspetto che “mi fa partire l’embolo” è la sporcizia per terra, una cosa a cui mai e poi mai mi abituerò. La strada è spesso presa come discarica, così come la spiaggia. Spero che piano le cose possano cambiare con le generazioni future. D’altro canto i municipi stanno intensificando la pulizia, la gente è contenta quando trova pulito, auguro a questo Paese un bel cambiamento radicale in questo senso. Già si stanno facendo passi da gigante con il riciclo, ma la strada è ancora lunga.
Ok, ma è tutto cosi faticoso? Si lo è….. a tratti…..Se siete partiti lasciando i vostri affetti in un altro continente sarà ancora più dura, ricordate la motivazione che vi ha spinti a cambiare vita e apprezzate ciò che questo cambiamento vi ha dato!
Nel frattempo, avrete imparato a muovervi per le vie colorate e profumate, a svegliarvi con il profumo del mare, del gelsomino e il cinguettio degli uccellini. Troverete un Paese a misura d’uomo dove le botteghe hanno di tutto a prezzi inferiori ai grandi supermercati. Avrete imparato i nomi dei venditori dei vari negozietti dove andrete a comperare la carne di pollo, i biscotti, e così via. Le botteghe e il mercato hanno sempre un grande fascino per chi viene dalle grandi città, probabilmente evoca ricordi d’infanzia quando anche da noi era così, poi piano piano hanno chiuso lasciando spazio ai supermercati. Il sorriso della gente e la disponibilità a darvi una mano quando non troverete una strada o avrete bisogno di un’informazione. Le chiacchiere al mercato con le signore di fianco a voi. Sono momenti di convivialità per me importanti.
In otto anni non ho cambiato il popolo, ma sono diventata più paziente, più tollerante, meno rispettosa delle regole della strada e sicuramente più rilassata. Quando Giada mi ha detto che appena mi ha conosciuta le ho trasmesso serenità è stato uno dei più bei complimenti che abbia mai ricevuto: per questo vi dico che io non ho cambiato il Paese, ma il Paese ha cambiato me, migliorandomi!
© Riproduzione riservata