Mi chiamo Kyra e sono il vostro ponte tra le due sponde del Mediterraneo. In questa mia rubrica leggerete esperienze personali, in chiave leggera, dove tutti possono riconoscersi e trarre qualche spunto e qualche idea per vivere al meglio in Tunisia. Non sono vegana, ma mi interessa molto la cucina vegetariana e naturale: vi proporrò anche delle ricette e delle astuzie per risparmiare su alcuni prodotti, che in Tunisia sono troppo cari, essendo importati.
Essere una mamma green in Tunisia non è scontato, ma siamo in tanti a cercare, con i nostri gesti quotidiani, di cambiare per il bene del pianeta. Personalmente mi sento molto legata al mare e cerco di inquinarlo il meno possibile.
Mi presento: sono nata a Lugano (Svizzera) da papà Cremonese, cresciuto a Como, e da mamma Ticinese. La mia vita è sempre stata lontana dalla Tunisia: la vedevo troppo vicina, poco attraente a livello di immersioni (mia passione) e… non so dirvi cos’altro. Nei miei primi 31 anni di vita ho fatto molte cose: ho avuto una bella vita intensa, sia a livello personale, lavorativo, che di viaggi.
Poi, un giorno, una mia amica e collega di lavoro decide di aggiungere una nuova esperienza alla sua vita (che segnerà inconsapevolmente anche al mia) e decide di partire per Djerba per fare l’animatrice turistica. Aveva pianificato tutto, compreso il tempo di assenza dal lavoro, ma non aveva pensato a una cosa: la nostalgia di casa. E così, mi chiede di andare a trovarla. Perchè no? La Pasqua era appena passata, perché farsi sfuggire un bel viaggetto e stare anche un po’ con la mia amica? Detto fatto: prenoto e parto dopo pochi giorni. Era quasi metà maggio del 2004. Quel viaggio inaspettato ha radicalmente cambiato la mia vita.
Vi dico solo che, dopo cinque mesi, ad ottobre 2004 mi sono sposata. Era l’ultimo dei nostri pensieri, in quel momento delle nostre vite, ma cupido ha scoccato la sua freccia e per restare insieme, il matrimonio, era l’unica soluzione. Il nostro grande problema iniziale era dove andare a vivere.Mio marito non voleva venire in Svizzera e io non me la sentivo di trasferirmi in Tunisia alla cieca. Alla fine abbiamo messo tutto sul piatto della bilancia e la soluzione migliore era che lui venisse a Lugano. Io lavoravo in un grande ente assicurativo, vivevo in un appartamento abbastanza grande: era la soluzione più logica. Dopo 17 anni siamo ancora qua a raccontare la nostra storia, fatta di spostamenti, scelte e la cosa più bella, l’arrivo della nostra Yasmine nel 2013.
Da maggio 2004 ho fatto della Tunisia la mia seconda casa, fino a dicembre 2013, quando mio marito ed io ci siamo trasferiti con Yasmine, che aveva solo 4 mesi. La scelta di trasferirsi va ponderata molto bene: sicuramente si mettono sul piatto della bilancia molte cose, ma ad altrettante altre non si pensa, usciranno nei momenti meno opportuni. Io mi sono presa due anni di pausa dalla Tunisia, dal 2017 al 2019, ma ne parleremo più avanti: vi anticipo che il mio rientro è stato intensamente voluto e ancora più consapevole.
Se state pensando ad un trasferimento, prendete in considerazione prima di tutto il genere di attività che vorrete intraprendere per mantenervi. Impensabile trasferirsi senza avere un progetto lavorativo o un capitale. Ci vuole l’idea giusta e il capitale pronto per farlo decollare. Nella mia esperienza personale, mio marito si è trasferito prima di me e poi l’ho raggiunto a cose più o meno fatte. Un’altra soluzione è avere un’entrata fissa in euro: penso ai pensionati o a chi riceve un affitto o ha altre entrate di qualsiasi genere, l’importante che sia fissa e sicura. Ultima soluzione è avere un capitale che vi permetta di vivere senza lavorare, ma fate bene i conti. Si dice che la Tunisia sia conveniente, ma non è esattamente così. Lo è per chi ha uno stipendio in euro e il cambio, attualmente è molto favorevole, ma se guadagnate in Dinari la vita è cara, anche i beni di prima necessità. Non è più la terra dalle mille opportunità degli anni ’40, ma con i requisiti sopra esposti può essere una bella scelta se si decide di cambiare vita.
Altra cosa da non sottovalutare è dove si va a vivere: in primis Nord o Sud? Non per forza dovete vivere nela città del vostro partner se non fa per voi. Se siete di Milano, abituati agli aperitivi con le amici e alla movida della Milano da bere (pre Covid), sicuramente un paesino nel sud della Tunisia non farebbe al caso vostro, a meno che non sia lo scopo del cambiamento. Dove si va a vivere è fondamentale per la vostra futura felicità. Deve piacere ad entrambi, ma ancora di più allo straniero della coppia, perché ovviamente sarà quello che farà i conti con la solitudine, l’integrazione e un adattamento ad un paese che si professa laico ma che assolutamente non lo è. Il 99% della popolazione è musulmana: nel parlare, Allah è presente in ogni frase di uso comune, pertanto bisogna pensare anche ad un adattamento in questo senso. A Tunisi trovate la metà delle donne velate e l’altra metà senza velo, ma se si va verso il sud si trovano paesini ancora poco frequentati da stranieri, pertanto, potrebbe essere imbarazzante anche solo indossare una minigonna.
Altra cosa fondamentale: avere sempre i documenti validi e richiedere il permesso di soggiorno pochi giorni dopo esservi trasferiti. Il tempo di permanenza è di tre mesi senza il permesso di soggiorno, dopo di che bisogna uscire dal Paese e se non si osserva questa tempistica, si va incontro a sanzioni pecuniarie e, in alcuni casi, a problemi per lasciare la Tunisia.
Il cibo è diverso, ma sicuramente lo avrete già assaggiato: non penso che qualcuno si trasferisca senza conoscere per nulla il futuro paese d’adozione.
Per le donne, un consiglio che mi sento di darvi, è di cercare di essere indipendenti. Non aspettate che il marito faccia tutto per voi. Uscite, sperimentate, assaporate e fatevi le vostre esperienze. Non ci sono pericoli con le dovute accortezze e buonsenso. Certamente non bisogna girare di notte, ricoperte di gioielli, in quartieri malfamati, ma di giorno potete andare ovunque ed integrarvi anche da sole.
Un corso di lingua, almeno di tunisino, per parlare con la gente è molto consigliato. Qui la nostra Gemma Baccini può affiancarvi, in corsi individuali o collettivi per imparare al meglio questa bellissima lingua: a settembre partiranno le varie lezioni. Per ora leggete la sua rubrica “Kelma bi et-tounsi” per iniziare a imparare qualcosa e non farvi trovare del tutto impreparati nelle situazioni di quotidianità.
Io andavo al mercato, mi affiancavo alle signore e ascoltavo come chiedevano le cose: così ho imparato il nome di frutta e verdura e per il costo guardavo quanti soldi davano e quanto resto ricevevano. Certo la mia è stata una scelta un po’ bizzarra, ma ha funzionato. La seconda lingua è il francese, ma vi assicuro che non avete la certezza matematica che tutti lo capiscano. Io vivo a 20 km da Tunisi e nel mio municipio i cartelli sono solo in arabo: mi aspettavo di trovarli in arabo e francese, come la segnaletica sulle strade.
Quello che posso dirvi con assoluta sincerità è che gli stranieri sono davvero benvoluti. Tutte le volte che mi sono trovata in difficoltà (e sono state tante), perché non trovavo un posto, non leggevo un cartello, o mi sono persa in autostrada, ho solo trovato persone che mi hanno aiutata, senza volere un ritorno economico. Non è un paese per tutti: ci vuole spirito di adattamento (ne parleremo meglio nei prossimi articoli), flessibilità mentale e linguistica, ma se volete fare questa magnifica esperienza, non ve ne pentirete!
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