Tunisia: entro il 2030 aumentare del 30% l’energia rinnovabile per la produzione di elettricità

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La Tunisia ha importato il 12% del suo fabbisogno in elettricità nel 2022: lo ha riportato uno studio condotto dall’Ordine degli ingegneri Tunisini (OIT) sulla “Politica dell’energia in Tunisia e il suo ruolo in materia di sviluppo”.

Secondo quanto riportato dal giornale on line Webdo, i risultati di questo studio sono stati presentati sabato in occasione di un dibattito sul settore energetico in Tunisia. I risultati hanno dimostrato che il deficit di energia continua ad aumentare, arrivando a più del 60% del deficit commerciale, di fronte a una regressione importante del ritmo di produzione nel 2022. Infatti la produzione nazionale di petrolio grezzo è diminuita del 12% e del gas naturale del 7%, rispetto al 2021.

Contemporaneamente lo studio ha mostrato un aumento della consumazione di energia nel 2022: la domanda di energia primaria è aumentata del 2%, quella dell’elettricità del 5% e dei prodotti petroliferi dello 0,8%. Riguardo alla domanda di gas naturale, è diminuita del 4% rispetto al 2021, a causa dell’aumento considerevole registrato per l’importazione di elettricità. 

Iniziato sei mesi fa, lo studio ha evidenziato un debole contributo delle energie rinnovabili nel sistema energetico attuale. La strategia energetica in Tunisia dovrebbe, secondo lo stesso studio, basarsi su due punti principali: rinforzare l’efficienza energetica e sviluppare le fonti di energia rinnovabile, diminuendo la domanda energetica del 30% entro il 2030. L’obiettivo è di aumentare al 30% il contributo dell’energia rinnovabile nella produzione di elettricità nel 2030. 

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