Tunisia: l’integrazione in ogni sua forma

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Se vi state apprestando a passare il primo anno scolastico dei vostri figli in Tunisia vi sarete accorti che l’’iscrizione alla scuola pubblica tunisina è molto semplice ed economica: sul sito ci si iscrive e poi tramite credito telefonico si paga la tassa di iscrizione di 4 dinari. Voilà è fatta. Questa è una delle cose che sono davvero semplici ed apprezzo: bisogna anche dare risalto alle cose burocratiche semplici.

Una cosa in cui invece sto riscontrando difficoltà, praticamente ovunque, è la mia doppia nazionalità. Nessun ente, che sia la posta, il municipio, la Cnam la capisce. Sicuramente non sono abituati a gestirla, diciamo al contrario, perché i tunisini con doppia nazionalità non hanno la minima difficoltà né in patria né nel Paese d’adozione. Io mi sono vista fare le domande più assurde, mi hanno riso in faccia, negato dei diritti che con la nazionalità ho (perlomeno all’inizio, poi sono riuscita a fare tutto, ma con il doppio del tempo degli altri) e mi hanno sbagliato i contratti.La più assurda è stata in municipio chiedendo il certificato di nascita: qui si usa per moltissime cose e ha una validità di 3 mesi, pertanto quando serve si va in municipio e si richiede, c’è in arabo e in francese. Consegno la carta d’identità tunisina e chiedo il certificato nelle due lingue, l’impiegata mi dice “no sei Svizzera, dammi il passaporto Svizzero”. Allora, se fossi Svizzera con il permesso di soggiorno, come è stato per 10 anni, questo documento non l’avrei dato che è solo per i tunisini. Pertanto la richiesta era senza senso. Non fosse bastato il ragazzo allo sportello, la signora di fianco a me, mi chiede se essendo Svizzera ho fatto anche la nazionalità tunisina, voleva essere sicura di aver capito bene. Rispondo di sì e lei scoppia in una risata sonora, però era simpatica e mi dice, “facciamo una cosa dammi la tua Svizzera e tieniti la tunisina e siamo a posto!”. Tutti ridono e io mi dico che in effetti è difficile da capire, perché uno straniero richieda anche la nazionalità tunisina.

Una mia amica al momento delle elezioni ha fatto vedere la carta d’identità tunisina con nome e cognome italiano, gli scrutatori si sono guardati e hanno detto che non poteva votare. Il marito è intervenuto, facendo presente che la carta d’identità era tunisina, pertanto aveva il diritto al voto.Insomma, io sto riscontrando parecchie difficoltà, però la mia doppia appartenenza sempre più marcata si sta facendo largo nelle mie abitudini. Avete mai sentito per strada un uomo che grida “Rouba Fikhiaaaaa” solitamente ha un furgoncino, ma potete trovarlo anche con un carretto o altri mezzi. Ecco, persone come lui raccolgono i resti dei pezzi di rame, telefoni, tv, elettrodomestici rotti e altri oggetti. In cambio si riceve qualcosa, a dipendenza del valore che il signore attribuisce alla merce ricevuta. Come di buona regola in Tunisia, vale sempre la pena contrattare un pochino. Sul furgone o carretto trovate soprattutto secchi, bacinelle di varie grandezze, ceste per il bucato, ma anche bicchieri da acqua o da thè. Le signora contrattano e cercano di accaparrarsi il maggior numero di cose possibili, mentre il signore, al contrario, cerca di dare il meno possibile. E’ uno scambio che a me piace un sacco: non tanto fine a se stesso, ma per questo baratto che ancora c’è, l’ usanza di non buttare le cose in spazzatura perché possono valere qualcosa di nuovo. La prossima volta che un elettrodomestico vi abbandona, un cellulare si rompe, teneteli lì finché non sentirete il richiamo per strada e provateci! L’integrazione passa per ogni sua forma!

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