Tunisia: quali possibilità lavorative per uno straniero?

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Quando uno straniero (inteso uomo e donna, per semplicità uso un solo genere, ma è esteso ad entrambi i sessi) cerca lavoro in Tunisia, a cosa può andare incontro? La prima cosa che può capitare è non essere presi in considerazione perché si è in possesso del permesso di soggiorno e non si ha la nazionalità tunisina. Qui aprirei una piccola riflessione: siccome si è residenti in Tunisia sarebbe anche giusto poter trovare lavoro alla pari di un tunisino, vivendo e spendendo sul territorio. Le ditte hanno l’obbligo di dare priorità alle persone di nazionalità tunisina, a meno che non si trovino persone con le qualifiche richieste.

Ci sono poi ditte italiane con sede legale in Italia che ricercano personale di madrelingua oppure con italiano livello B2, ma in effetti cosa offrono la maggior parte di loro? Lavori da casa, inserzione annunci, vi faccio un esempio veritiero. Immobiliare italiana (famosa) ricerca personale che lavora da casa per inserire annunci immobiliari che si prendono dal sito del Ministero della Giustizia. Si estrapolano tutti i dati e su un database si caricano le informazioni. C’è una formazione che dura qualche giorno e poi si può iniziare il lavoro effettivo. La persona che ha contattato l’azienda riceve un video informativo. Nel video ci si impiega 26 minuti ad inserire tutto ciò che serve per poter pubblicare l’annuncio di vendita della casa. Le prime volte il tempo sarà circa il doppio, finché ci si prende un po’ la mano, tra il sistema informatico e la raccolta dati. Si viene pagati ad inserzione, questa è una bella cosa, per cui più inserisci più guadagni, molto bene. Più volte la persona interessata chiede quanto è il compenso ad annuncio per poter fare i conti, del tempo che serve per guadagnare la cifra che serve. Ebbene viene pagato 600 millim ad annuncio ovvero meno di 20 centesimi di euro.

Foto di Petr Macháček su Unsplash

Ora mi chiedo, queste grandi aziende italiane, che per mezz’ora di lavoro danno un compenso così basso, cosa pensano di fare? Le persone all’inizio non ci ragionano e cominciano il lavoro, al primo stipendio lasciano. E così l’azienda ricomincia a cercare di nuovo personale da formare e così via. Alla persona che si è interessata al lavoro, viene anche proposto un lavoro di controllo, remunerato fisso, ovvero 800 dinari al mese (242,40 euro). Il lavoro però deve essere svolto di sera: entro la mezzanotte tutto deve essere stato controllato, per cui un lavoro notturno, e viene pagato così poco? Chi in Italia accetterebbe un tale compenso? La somma non è giusta neppure per la Tunisia, ed ecco che i posti sono sempre vacanti e le ditte continuano a ricercare.

Un’ulteriore alternativa sono i call center, qui se ne trovano moltissimi, hanno uno stipendio fisso e poi delle aggiunte di buoni pasti, bonus, trasporto fino al lavoro. E’ tutto oro quel che luccica?Ovviamente no, lo stipendio lordo è allettante, ma le trattenute sono considerevoli, il trasporto viene defalcato in busta paga sia che se ne usufruisca o no, per l’assicurazione malattia un terzo del premio è a carico dell’impiegato, i giorni di malattia e vacanze non sono pagati (nel contratto che ho potuto controllare io per scrivere questo articolo). Alla fine lo stipendio può variare dai 600 dinari ai 1200 dinari netti (da 182 euro fino a 364 euro). Il contratto che ho visionato io era così, potrebbe divergere da altre ditte di call center.

Foto di Scott Graham su Unsplash

Molti stranieri a questo punto preferiscono aprire attività in proprio con soci tunisini, le migliori società sono quelle tra marito e moglie (coppia mista) così che resta tutto in casa. Ma la burocrazia è lenta e faticosa, dipende molto dal genere di attività che si desidera aprire, alcuni permessi vengono dati più in fretta di altri. Non dimentichiamo inoltre che il modo di lavorare di un europeo è diverso dal modo di lavorare di un tunisino, le differenze non possiamo ignorarle, possiamo però imparare ad avere una nuova visione del lavoro e trarre i vantaggi che entrambe le culture possono darci. Personalmente amo molto le collaborazioni che si fanno tra Paesi, vicino a Mornag è stata aperta un’azienda agricola Svizzero – Tunisina dove sono state formate quattro donne a produrre formaggi. Sono stati forniti macchinari e formazione adeguata, ora le signore sono completamente autonome.

La mia speranza è che questo Paese con tante risorse, trovi anche la strada per dare alle persone uno stipendio adeguato al carovita e che la gente ne sia contenta e resti produttiva in Tunisia, così come chi l’ha scelto come propria residenza, per i più svariati motivi, possa trovare il proprio posto nella società e unire le varie culture in progetti soddisfacenti.

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