La gestione della pandemia e della campagna vaccinale è stato uno dei motivi che ha spinto la popolazione a scendere in piazza il 25 luglio. Nel mezzo, terapie intensive degli ospedali pieni (con una situazione molto critica a Kairouan), mancanza di ossigeno, un open day vaccinale disastroso e il licenziamento del ministro della Sanità. Ad oggi, sono state organizzate due giornate a porte aperte per la vaccinazione anti covid, l’8 e il 15 agosto. Al 25 agosto, il 66,25% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino ; il 17,26% entrambe le dosi. Ma come funziona la vaccinazione anti Covid in Tunisia ?
Per potersi vaccinare, bisogna iscriversi tramite il portale Evax . Anche gli stranieri regolarmente residenti in Tunisia devono seguire questa procedura. Riportiamo quanto indicato dall’Ambasciata italiana a Tunisi : « Il portale si rivolge a tre categorie: Cittadini titolari di Carta di Identità Nazionale (CIN), Cittadini che non sono titolari di CIN e Cittadini stranieri. La categoria “Cittadini Stranieri” si riferisce agli stranieri regolarmente residenti in Tunisia titolari di Permesso di Soggiorno. I connazionali regolarmente residenti in Tunisia interessati possono iscriversi alla piattaforma EVAX, seguendo le istruzioni e inserendo i dati richiesti. I connazionali all’estero regolarmente iscritti al Servizio Sanitario Nazionale in Italia potranno essere progressivamente inclusi nelle campagne di vaccinazione organizzate in Italia secondo priorità stabilite nel Piano Strategico per la vaccinazione ».
Abbiamo raccolto qualche testimonianza, di italiani e tunisini, di chi ha seguito questo iter ed è riuscito a vaccinarsi al di fuori delle giornate a porte aperte. Testimonianze che riportano un’ottima organizzazione e competenza da parte del personale sanitario. Anche se per alcuni sono stati parecchi i mesi d’attesa dall’iscrizione al portale alla vaccinazione vera e propria.
« Il primo aprile mi sono iscritto al sito Evax – racconta Mauro, 69 anni, dal 2015 residente a Sousse – : il 18 aprile mi hanno confermato la prima dose del vaccino per il 20 aprile, con un sms , purtroppo scritto solo in arabo, specificando l’orario in cui dovevo presentarmi al Centro Vaccinale di Sousse. Il 20 mi hanno inviato un secondo messaggio ricordandomi l’appuntamento. Giunto al Centro ho trovato un gruppetto di persone in fila davanti ad un incaricato che “spuntava” i nomi dei vaccinandi da un elenco. Tempo 5/10 minuti mi ha fatto entrare da una dottoressa la quale, in francese, mi ha fatto alcune domande sulle mie condizioni sanitarie specificando che esistono patologie che sconsigliano il vaccino. Dopo aver firmato il consenso, sono stato fatto accomodare in una sala con venti vaccinandi seduti. Nella sala operavano due infermiere, gentilissime, ed un medico. Disinfettato il punto dove fare l’iniezione il medico mi ha fatto il vaccino e l’infermiera mi ha dato un pezzo di cotone con disinfettante da tenere sul punto. Dopo cinque minuti un’infermiera è passata per lo smaltimento del cotone, pregandoci di attendere altri cinque minuti per controllare eventuali effetti. Dopo i cinque minuti sono uscito assieme agli altri vaccinati. Ho potuto prendere visione della fiala del vaccino, Pfizer e fotografarla evidenziandone il lotto. L’ambiente era estremamemente pulito e il personale professionalmente valido e gentile. Il 17 maggio mi è arrivato il messaggio per effettuare la seconda dose il giorno successivo, con indicato l’orario. Il 18 quindi sono stato vaccinato completamente con le stesse modalità precedenti ».
« Sono stato vaccinato il 4 agosto al centro di vaccinazione di Hammam-Chott (sobborgo meridionale di Tunisi, non lontano da Hammam-Lif, ndr) – testimonia Nizar, 46 anni -. Posso solo dire che dal punto di vista organizzativo tutto è stato impeccabile o quasi. Due giorni prima ho ricevuto un sms che mi chiedeva di andare al suddetto centro alle 10.30 con il mio cellulare e la mia carta d’identità nazionale. Quella mattina faceva particolarmente caldo : ho preso il mio posto nella fila per ottenere un numero. I miei compatrioti erano ben disciplinati e motivati. La mia attesa non è stata lunga. Il centro di vaccinazione era una grande sala polivalente di proprietà del comune : il personale medico era sorridente e paziente. L’interno era climatizzato ed organizzato in modo logistico degno della disciplina militare. Una breve intervista con uno dei medici alla reception per conoscere la mia storia medica, dopo di che ho preso posto su una sedia e in meno di un minuto un’infermiera è venuta ad iniettarmi il vaccino. Appena fatta l’iniezione, mi è stato chiesto di andare ad aspettare nell’angolo “post-vaccinazione”, dove avremmo dovuto aspettare un po’ in caso di reazione allergica o di malessere. Una giovane dottoressa, con una tablet in mano, è venuta a parlare con noi uno ad uno, chiedendoci come ci sentivamo e raccomandandoci di riposare per 48 ore dopo l’iniezione. Non ha mancato di avvertirci che avremmo potuto avere febbri e dolori e che avremmo dovuto prendere solo del Paracetamolo per alleviare il dolore. Aveva ragione : sono stato infatti confinato a letto con una febbre persistente e dolori per 36 ore, ma era tollerabile. Mi sono iscritto al portale Evax a gennaio 2021, ma la mancanza di vaccini e la priorità per le persone anziane mi hanno costretto ad aspettare otto mesi per avere la mia dose. Rimango comunque vigile, perché il rischio di infezione è sempre in agguato. Non vorrei avventurarmi in un’analisi politica, ma penso che il presidente Saied abbia avuto un ruolo molto importante nel garantire che il maggior numero possibile di tunisini avesse accesso al vaccino ».
« La mia esperienza è stata molto positiva e inaspettata – racconta Paolo, 54 anni, residente a Monastir – : mi sono iscritto tramite il portale Evax e mi è arrivato l’sms indicante la data e l’orario della prima dose. Dall’iscrizione alla prima vaccinazione sono passati più di due mesi : avendo una patologia pregressa e le difese immunitarie un po’ compromesse, ero un po’ preoccupato, volevo essere coperto il prima possibile con questo vaccino. Fortunatamente poi è andato tutto liscio. Il centro vaccinale a Monastir è stato installato in un luogo dismesso e riadattato, ha ambienti molto ampi. Il 13 giugno, appena arrivato mi sono un po’ spaventato per la grande quantità di persone che c’erano ad attendere, tutti seduti, in fila, con la mascherina. Mi hanno dato un numero e sono stato fatto accomodare. I numeri venivano detti in arabo : mi sono affidato a delle persone accanto a me, gentilissime. Il centro aveva cinque sale, ognuna delle quali ospitava 17 persone. Il tutto si è svolto abbastanza rapidamente : nessuna anamnesi personalizzata, mi hanno iniettato il vaccino e basta. Sia per la prima che per la seconda dose, effettuata il 23 luglio, in un’ora avevo finito. Sono rimasto sbalordito per quello che ci han consigliato dopo la prima dose : non farsi una doccia entro le prime 48 ore, non ci vedevo nessun nesso scientifico. Mi hanno tenuto in attesa una decina di minuti e poi sono andato a casa. Dal sito Evax si può scaricare il certificato vaccinale, con qrcode, ma l’app italiana non lo legge. Questa è l’unica problematica : c’è una confusione pazzesca riguardo al riconoscimento della vaccinazione in Italia e sul green pass ».
Sul riconoscimento della vaccinazione estera, sempre sul sito dell’Ambasciata italiana a Tunisi si legge : « I cittadini italiani (anche residenti all’estero) e i loro familiari conviventi, indipendentemente dal fatto che siano iscritti al Servizio Sanitario Nazionale o al SASN (Assistenza Sanitaria al Personale Navigante), nonché tutti i soggetti iscritti a qualunque titolo al Servizio Sanitario Nazionale che sono stati vaccinati all’estero contro il SARS-CoV-2 o che sono guariti all’estero da COVID-19, potranno richiedere, se si trovano già sul territorio italiano, il rilascio delle certificazioni verdi COVID-19 per vaccinazione o per guarigione, emesse dalla Piattaforma nazionale-DGC sulla base dei criteri di emissione stabiliti dalla norma di legge, recandosi presso le Aziende Sanitarie locali di competenza territoriale, secondo modalità stabilite dalle Regioni e Province Autonome ».
In una lettera indirizzata dal dott. Paolo Genco, presidente nazionale Anfe (Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati), al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, tra le altre cose si fa presente che « Sin dall’ inizio della pandemia, il quadro generale ha messo in risalto l’inefficacità dell’azione del MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ndr) nei confronti delle varie differenti emergenze che hanno colpito le nostre comunità nel mondo, probabilmente meglio gestibili se fossero state accentrate (così come avvenuto in Italia) presso la Presidenza da Lei retta. A riguardo le allego la lettera a mia firma inviata alla Presidente Von der Leyen, nel merito della situazione rientri in patria di più di duecentomila “europei” dall’Australia. Molti altri episodi hanno poi differenziato situazioni pandemiche locali, proprio per il mancato coordinamento che, per sua natura, non è stato fatto dal MAECI, oltre che per la vaccinazione degli italiani all’estero, anche per il personale stesso delle Ambasciate, proprio perché (a differenza dell’unicità decisionale voluta da codesta PCM con l’accertamento presso la figura del “Commissario Delegato”) nessuno è riuscito a decidere se la responsabilità della vaccinazione è di diretta dipendenza MAECI o della nazione ospitante ».
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