Quando si viaggia in un Paese straniero abbiamo bisogno di affrontare questioni pratiche, come quali sono i mezzi di trasporto, che in tunisino possono essere indicati con il termine generico di naql “trasporto”. Il primo mezzo con cui avrete a che fare in Tunisia è probabilmente la macchina, ovvero karhba pl. karaheb. Questa parola tunisina è piuttosto originale rispetto ai termini usati negli altri Paesi arabi. C’è chi dice che derivi dal francese “char à banc” (carro con banco) e chi invece pensa che derivi dall’arabo kahraba “elettricità”. In ogni caso, troverete facilmente essence “benzina” o mazut “gasolio”, anche di contrabbando!
Ma veniamo a chi, appena sceso dal tayara “aereo”, uscendo dal matar “aeroporto” avrà bisogno di prendere un taxi. In questo caso potete stare tranquilli, il taxi si chiama taxi. I tassisti taxistiya costituiscono una categoria con cui avrete a che fare molto spesso, poiché i taxi sono molto usati e trovarne uno è abbastanza semplice. Tuttavia, alcuni taxistiya, prima di far salire il cliente in macchina, chiedono: “win mechi/a?” ovvero “dove vai?”. Se la direzione non è gradita, specialmente a causa dell’embouteillage “ingorgo stradale”, la celebre risposta è makch fi thniti “non vai nella mia direzione”, spesso seguita da ena mrawwa7 “sto tornando a casa”, ma non fatevi scoraggiare.
A Tunisi, e forse in qualche altra grande città, troverete solo taxi per cliente e chi lo accompagna, ma nelle piccole città di solito funzionano anche bi lblasa “per posto”. In questi si paga un posto con altri clienti che vengono fatti salire durante un percorso definito, un po’ come succede con il taxi jama3i “taxi collettivo” e il louage. Si dice infatti che questi taxi y3abbiu “riempiono”. I primi fanno la “corsa” coursa all’interno della città, mentre i louage fanno tragitti più lunghi. Taxi jama3i e louage hanno una ma7atta “stazione” e, tranne rare eccezioni, partono solo se pieni. Per questo in genere si chiede al chauffeur “guidatore” : famma blasa ? “c’è un posto?”. I louage sono furgoni bianchi con fasce di colori diversi. Quelli con la fascia blu collegano importanti località all’interno dello stesso governatorato, quelli con la fascia rossa servono governatorati diversi. C’è anche una categoria con la fascia gialla detta il “trasporto rurale” naql rifi che serve le piccole località di campagna.
Tra i mezzi che si prendono in ma7atta ci sono anche il kar pl. kiran (attenzione perché spesso le fermate non sono indicate da pannelli), il trinu o train e il metro, che in realtà è un tram e il TGM, che collega Tunisi a La Marsa (qui Rosita Ferrato racconta la sua storia). Per questi trasporti dovete tqossu tickeyet “comprare dei biglietti” Sulle “strade” kayaset tunisine non mancano certo i muturat “motorini” e le più piccole mobylettet tipo il Ciao. Se invece siete tra quelli che di solito ybasklu “pedalano”, dovrete arrendervi al fatto che sarete in minoranza ed esposti a qualche pericolo. Nonostante ciò, in alcuni posti si vedono signori o giovani che vanno in giro con bisklettet “biciclette” ed esistono associazioni che cercano di pubblicizzare il loro uso. Infine, per gli amanti delle campagne, ricordiamo che esiste il karritta “il carretto”, che in alcuni quartieri viene usato anche in città dai raccoglitori di plastica e dai venditori di carbone. La vita sul karritta è dura, come canta Mohammed Jarrari nella sua canzone El Gasm 3ala Allah m elkarrita
Qui Giada Frana racconta i suoi primi mesi di ambientamento in Tunisia con i mezzi pubblici
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