Il ministero della Giustizia, dell’Interno e delle Tecnologie e della Comunicazione hanno affermato, in un comunicato congiunto, reso pubblico mercoledì 23 agosto, che: “delle azioni legali sono state attuate per rivelare l’identità dei proprietari, degli utilizzatori delle pagine, dei profili e dei gruppi sui social network che sfruttano queste piattaforme per produrre, promuovere, diffondere, trasmettere o preparare delle notizie false, dichiarazioni, voci, informazioni fuorvianti con lo scopo di diffamare, denigrare, attaccare i diritti altrui, di violare la sicurezza pubblica e l’ordine sociale, così come danni all’interesse dello Stato tunisino e di danneggiare i suoi simboli”.
I tre ministeri avvertono che “qualsiasi persona che contribuirà o parteciperà alla diffusione dei contenuti di un sito o di una pagina oggetto di indagini giudiziarie o penali, all’interno o all’estero del territorio tunisino, sarà perseguibile per legge”.
Gli elenchi delle pagine e dei gruppi on line perseguiti saranno regolarmente pubblicati sui siti ufficiali. In serata, gli stessi ministri sono stati convocati a Cartagine per discutere di criminalità informatica. Il presidente della Repubblica ha affermato che bisogna mettere fine alle derive sui social network.
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