L’8 marzo è stata annunciata la modifica dei prezzi di alcuni generi ortofruttiferi e altre derrate alimentari dal ministero Agricolo. I prezzi a cartello andrebbero rispettati dal giorno seguente, invece ci saranno delle deroghe. La tabella riporta i prezzi all’ingrosso e al dettaglio, con un prezzo minimo ed un prezzo massimo. Le verdure menzionate sono 13 e la frutta 8, facendo un’analisi logica, non riesco a capire come sia maturata questa scelta.
Ma in sunto cosa cambia o per meglio dire cosa è cambiato? Per il momento, hanno rivisto i prezzi verso l’alto (seguendo i prezzi minimi), per il resto hanno abbassato solo le mele a 4,5 dinari al kg al posto dei 6,5 al kg, ma hanno alzato i prezzi delle mele piccole e un po’ ammaccate che venivano vendute a circa 2 dinari al kg: ora questo prezzo non si vede più da nessuna parte, neppure sulle mele palesemente brutte. Le tanto discusse banane che hanno raggiunto il prezzo di ben 9 dinari al kg sono state fissate a 5 dinari al kg, ma qui hanno concesso la deroga ai commercianti di poter smaltire lo stock esistente.
Sono andata al mercato giovedì e di nuovo sabato per vedere un po’ cosa cambiava concretamente per noi cittadini…. Giovedì ho trovato i prezzi invariati, siccome era il giorno dopo il comunicato. Sabato invece, le bancarelle di frutta sono praticamente sparite: ne ho trovate 3 in tutto il mercato e i banchi con le banane erano a 9 dinari al kg uno e 8 dinari al kg l’altro. Io mi ero immaginata banchetti di banane ovunque, con la svendita degli stock, invece il nulla e quando si chiede il prezzo hanno quella faccia da sfida che mi fa morir dal ridere.
Chiacchierando con le signore al mercato e facendo una piccola analisi dei prodotti proposti, sarà un piano che servirà a poco. Si prevedeva che sarebbe servito per contenere i prezzi per l’arrivo imminente di Ramadan, ma a conti fatti non è cosi. Faccio un piccolo esempio pratico di un bene che a Ramadan lievita di prezzo in modo assurdo: il prezzemolo. Il mazzo al mercato costa dai 400 millim fino ai 600 millim, a dipendenza della settimana. Durante Ramadan il prezzo si eleva fino a 1 dinaro al mazzo. Ora il governo fissa il prezzo al dettaglio a 810 millim (sia come minimo che come massimo). Direi che non è un aiuto concreto per il popolo.
La gente è preoccupata, l’arrivo di Ramadan accentua ancora di più i sentimenti di privazione. Il mese Santo non è fatto di banchetti e questo è chiaro, ma la tradizione culinaria di questo periodo prevede determinati cibi in tavola e se cominciano a mancare anche queste cose semplici è veramente un brutto segno. Questo è il primo anno che nel quartiere dove vivo nessuno pittura, sistema, abbellisce casa prima di Ramadan e mancano solo 9 giorni, sono tutti segnali che fanno pensare.
Nonostante tutto cerchiamo di restare positivi e auguro un sereno mese Sacro a tutti gli amici musulmani che ci leggono!
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