E’ da qualche mese che sta circolando su change.org una petizione per dire no all’odio razziale, in seguito a quanto successo nei confronti dei subsahariani presenti in Tunisia.
La petizione è stata creata da Salah Trabelsi, professore universitario di Storia del mondo arabo all’Università Lumière Lyon 2, che si interessa alla questione della mobilità e delle relazioni tra le due sponde del Mediterraneo.
Ne riportiamo il contenuto, ricordando che è stata scritta a febbraio. Per il momento, non si è più parlato dei migranti subsahariani in Tunisia, se non in termini di “come fermarli prima che arrivino sulle coste italiane ed europee”. Non sono stati segnalati per ora altri episodi di discriminazione. Vi terremo aggiornati al riguardo.
“Siamo preoccupati e allarmati per l’estensione brutale dei discorsi razzisti e di incitamento alla violenza contro i neri tunisini e i migranti subsahariani in Tunisia.
Da qualche mese, un nuovo partito nazionalista tunisino, che si rifa alla teoria complottista della Grande Sostituzione, conduce una campagna di odio e di esclusione, che prende di mira la presenza dei migranti africani nel Paese.
Questa propaganda è portata avanti dai media, dai social network e dagli attivisti, che chiedono l’abrogazione della legge organica n° 2018 – 5 relativa alla lotta contro le discriminazioni razziali e facendo appello all’espulsione di “schiere di migranti africani che costituiscono una minaccia all’identità etnica e culturale della Tunisia”
Questi propositi di odio e stigmatizzazione sono agli antipodi dei valori umanisti nutriti da una lunga storia di accoglienza, di condivisione e di meticciato.
No siamo d’accordo con le dichiarazioni ufficiali che hanno seguito la riunione del Consiglio nazionale di sicurezza, tenutosi a Cartagine martedì 21 febbraio.
Invitiamo le autorità tunisine a rivedere la loro posizione per mettersi in pari con le convenzioni internazionali relative alla protezione dei diritti dell’uomo e dei migranti.
Chiediamo alla Lega tunisina dei diritti dell’uomo, al Forum tunisino per i diritti economici e sociali, ai sindacati e a tutte le istanze nazionali e internazionali che militano per la pace e la fraternità a mobilitatosi per mettere fine allo scatenarsi della violenza e al disprezzo dei diritti umani”.
Qui la petizione, che ha raggiunto circa 17 mila firme su 25 mila.
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