Le spremute fresche, soprattutto quelle di agrumi, sono piuttosto comuni e molto apprezzate in Tunisia. Le origini della limonata risalgono al Medioevo egiziano. Il primo riferimento a quella che oggi viene chiamata limonata risale al XII secolo. La bevanda era nota come qatarmizat, una semplice bevanda a base di succo di limone e zucchero. Sebbene gli agrumi affondino le loro radici nei Paesi asiatici, la prima testimonianza scritta di questa bevanda estiva si trova negli scritti egiziani del poeta e viaggiatore persiano Nasir-i-Khusraw.
Spesso si sostiene che la limonata sia nata in India, ma non ci sono prove a sostegno di questa tesi. In India e in Pakistan, la limonata fatta in casa è nota come nimbu paani e prevede l’aggiunta di zenzero e sale nella preparazione. L’aggiunta di sale distingue la limonata indiana dalle altre varietà. Dalla stessa regione si può trovare anche lo shikanji, speziato con cumino e talvolta anche con zafferano. In Palestina, Giordania e Libano è conosciuta come limonana e include foglie di menta fresca. In Venezuela, una varietà di succo di limone a base di canna da zucchero e lime è nota come papelón con limón.
La citronnade tunisina è leggermente diversa dalle altre limonate. È più fruttata, meno acida e richiede più lavoro per essere preparata. È quindi necessario avere pazienza per godere dei frutti di questo lavoro. La particolarità della citronnade tunisina è che utilizza tutto il frutto, compresa la scorza. Mentre la maggior parte delle ricette di limonata utilizza solo il succo del limone. Ciò conferisce alla bevanda un corpo e un sapore straordinario. Gli ebrei tunisini rompono il digiuno dello Yom Kippur bevendo citronnade. In alcuni luoghi, soprattutto caffè e ristoranti, la citronnade viene servita con mandorle a parte.
Quando si prepara la citronnade, bisogna tenere presenti alcuni punti. Il limone deve essere privato dei semi e della parte bianca della buccia, che è molto amara. Questo cambierà il profilo del sapore della limonata. Bisogna utilizzare un buon frullatore per poter tritare completamente la polpa. Questo garantisce la massima estrazione e riduce gli sprechi quando il tutto viene filtrato. Regolare il contenuto di acqua e sciroppo di zucchero in base all’acidità degli agrumi. Trovare una versione originale della citronnade è quasi impossibile, perché ogni casa ha il suo modo di farla e ognuno di noi, ha dei gusti differenti.
C’è a chi piace molto amara, a chi meno amara, a chi più zuccherata, a chi meno… Ognuno di voi dovrà trovare il giusto equilibrio, che più si adatta alle vostre papille gustative. In tutti i casi armatevi di pazienza. Io vi lascio la ricetta di quella semi-amara, nella versione cotta. Se la volete più amara, lasciate tutta la buccia. Se la volete non amara, togliete la parte bianca dalla buccia.
Ingredienti:
– un chilo di limoni biologici
– 600 g di zucchero
– 3 litri di acqua fredda
– 2 bustine di vanillina (facoltativo)
Procedimento:
Cominciate versando un litro di acqua in una casseruola con lo zucchero e portate ad ebollizione. Aggiungete la vanillina, spegnete e lasciate raffreddare. Nel frattempo lavate molto bene i limoni. Sbucciate con uno sbucciapatate, facendo attenzione di prelevare solo la parte gialla e non quella bianca.Tagliate le estremità e con un coltello affilato sbucciate i limoni eliminando tutte le parti bianche. Tagliate ogni limone a rondelle spesse e privateli dei semi. Trasferite in una pentola con un litro d’acqua e portate ad ebollizione.Lasciate raffreddare completamente.
Una volta raffreddato, passate al mixer con l’acqua restante (un litro). (Potete farlo un po’ alla volta se il vostro mixer non è molto grande). Filtrate la limonata e con la parte restante ripassate al mixer per due volte aggiungendo un po’ di acqua. Filtrate nuovamente e poi aggiungete lo sciroppo di zucchero. Mescolate bene, travasate nelle bottiglie e mettete in frigo.
Suggerimenti: se volete, potete mettere meno acqua e congelarla in porzioni che adopererete all’occasione aggiungendo acqua. Se la trovate troppo densa, aggiungete acqua.
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