Kais Saied contrario a un accordo con il FMI: non toglieremo le sovvenzioni

Il Presidente della Repubblica manifesta oggi il rifiuto delle condizioni richieste dal FMI, quando queste erano oggetto di una negoziazione con il governo di Najla Bouden da mesi.
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Da Monastir, dove si è recato oggi, giovedì 6 aprile, per commemorare il 23esimo anniversario dalla morte dell’ex presidente Habib Bourguiba, Kais Saied ha parlato della spinosa questione dell’accordo con il FMI, Fondo Monetario Internazionale: lo riporta Webdo.

La Tunisia è capace di sortire dalla crisi con i suoi mezzi”, “Kais Saied si oppone all’eliminazione delle sovvenzioni”, “Kais Saied esprime il suo rifiuto nei confronti delle condizioni dettate dal FMI”: sono concetti che il Presidente della Repubblica non ha smesso di ripetere nelle ultime settimane.

Questo leitmotiv è stato ripetuto nuovamente oggi: “Siamo capaci di trovare i rimedi economici e sociali che rispondono alle aspettative del nostro popolo. E se vogliono davvero aiutarci, che ci rendano i nostri beni depredati”.

E’ con questo tono che si è espresso, lasciando intendere che tutti coloro che vogliono aiutare la Tunisia dovrebbero restituirle i soldi di cui l’hanno derubata. “Siamo capaci di superare tutte le crisi – ha detto -. Allora perché all’estero si rifiutano di restituirci i nostri soldi?” ha aggiunto.

Ha fatto intendere che non saranno tolte le sovvenzioni, ricordando che una tale misura ha condotto alle rivolte del pane nel 1984. E’ per questa ragione che resta contro l’accordo con il FMI, che pone come condizione l’annullamento delle sovvenzioni. 

Da mesi il nuovo prestito dal FMI di 1,9 miliardi di dollari è in stand by: l’approvazione del prestito era condizionata dalla messa in atto di riforme strutturali, soprattutto per quanto riguarda l’annullamento progressivo delle sovvenzioni, la riduzione della massa salariale nella funzione pubblica e la privatizzazione di alcune aziende pubbliche. 

In altre parole, il Presidente della Repubblica manifesta oggi il rifiuto delle condizioni richieste dal FMI, quando queste erano oggetto di una negoziazione con il governo di Najla Bouden da mesi. 

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