laltratunisia.it

Storica iniziativa, dal 9 al 13 settembre, fra Trapani e Mazara del Vallo: una Summer Course sul dialogo interreligioso

274
4 minuti

Dal 9 al 13 settembre 2024 si è tenuto il Summer Course a Trapani e a Mazara del Vallo su “Dialogo interreligioso, dinamiche interculturali e diritti”, organizzato dal Centro interreligioso per il dialogo e la cittadinanza interculturale “Operatori di pace” della Diocesi di Mazara del Vallo e il Dipartimento di Giurisprudenza del Polo Universitario di Trapani. Il Summer Couse mira a promuovere il dialogo tra le diverse religioni e culture, contribuendo a delineare le problematiche legate alla coesione sociale ed alla governance delle differenze. Fino al 13 settembre si sono alternati docenti ed esperti di dialogo interconfessionale e interculturale e del diritto a Mazara del Vallo, questo luogo di accoglienza e di intrecci tra diverse culture, esempio  di pacifica convivenza e collaborazione tra religioni e popoli diversi.

Il Professor Antonio Ingoglia, direttore del Summer Course, afferma: “Il plus del nostro Summer School è costituito in particolare dal dialogo interreligioso, inteso come comparazione tra diversi sistemi religiosi e ordinamenti confessionali che fanno un po’ da sfondo anche al fenomeno sociale. Riteniamo che questo aspetto, quello della comparazione, sia un elemento essenziale del dialogo proprio perché implica la conoscenza e anche la possibilità di evitare poi quei fenomeni di ghettizzazione, di marginalizzazione che talora caratterizzano interi gruppi sociali all’interno della società sia italiana che europea”.

Il corso è stato focalizzato sui vari aspetti: Ebraismo, Cristianesimo e Islam: un confronto della tradizione religiosa; Gestione e trasformazione del conflitto a base religiosa: l’approccio dialogico tra le confessioni religiose; Comparazione tra religioni e ordinamenti confessionali dell’area euromediterranea; Analogie, differenze, aspetti problematici tra ambiti comuni: ordinamenti confessionali; libertà religiosa, tutela delle minoranze culturali, famiglia e genere, finanza e mercato; il mondo dei diritti negati, delle migrazioni e delle religioni.

Le lezioni erano tenute da docenti italiani e tunisini; tra loro citiamo Don Leo Di Simone (ISSR), Domenico Bilotti (Università di Catanzaro), Patrizia Spallino (Università di Palermo), Abdelkarim Hannachi (osservatorio regionale sul fenomeno migratorio), Don Vito Impellizzeri (Preside della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia), Rosa Geraci (Università di Palermo), Avv. Francesco di Pretoro, Fabiano di Prima (Università di Palermo), Mohamed Amine Jelassi (Università di Kairouan, membro dell’Association Tunisienne de Soutien des Minorités ATSM), Alessandra Morelli (già responsabile dell’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati), Filippo D’Alessandro (Associazione R.N.S).

Abbiamo incontrato Don Leo Di Simone, direttore del Centro Operatori di Pace della Diocesi di Mazara: “Da tre anni abbiamo creato questo centro Operatori di Pace. Una storia molto lunga, che comincia dagli anni ’70 del secolo scorso, quando i primi tunisini cominciarono a venire a Mazara del Vallo per lavorare sui pescherecci. A quel tempo un altro prete, padre Morello, si accorse che queste persone avevano bisogno di aiuto per disbrigare le pratiche, perché spesso non conoscevano la lingua. Allora  vennero le suore francescane, che avevano lavorato nel nord Africa, quindi conoscevano anche la lingua araba. E cominciarono ad aiutare queste persone.  Poi arrivarono anche le loro mogli, ed arrivarono i figli. Di conseguenza si attivò anche l’aiuto per i bambini, l’asilo, il consultorio familiare e così via. Da quel momento abbiamo sempre avuto buoni rapporti con la popolazione tunisina o maghrebina in generale. E così ci siamo accorti che il nostro rapporto deve essere ancora di più approfondito: nonostante siamo amici  e viviamo un buon rapporto personale, non ci conosciamo molto”.

E aggiunge: “In questo momento siamo in un momento triste dell’Umanità perché ci sono queste guerre, soprattutto la guerra in Palestina e Ucraina. Ci siamo chiesti che cosa possono fare le religioni per la pace, qual è il ruolo delle religioni per la pace? Siamo sicuri che ogni religione ha come tema la pace, ma in questo momento non riusciamo ad agire positivamente per la pace. Attraverso lo studio abbiamo scoperto anche dei principi. Il primo è che non c’è pace tra le nazioni se non c’è pace tra le religioni. Il secondo che non c’è pace tra le religioni senza un dialogo. Il terzo che non c’è dialogo tra le religioni senza una conoscenza profonda delle religioni.

In questi giorni nel Summer school abbiamo cercato di mettere in evidenza qual è la radice comune delle tre religioni abramitiche. E nostro intento è quello di approfondire teologicamente e culturalmente il rapporto che ci lega, ma soprattutto ciò che è comune a noi, i valori che sono comuni.  Credo che il valore della pace in questo momento storico sia un valore fondamentale. In questo centro abbiamo intenzione di ospitare anche studenti dal Maghreb, che vengano qui in Italia a dialogare e a studiare insieme a noi il fenomeno delle nostre religioni. Perché le religioni non si combattano più. Perché non ci sia pregiudizio. E perché le religioni monoteistiche messe insieme possono dire al mondo’ adesso basta con la guerra, è il momento di fare la pace’”.

© Riproduzione riservata


Sei un nostro lettore abituale? Sostieni il nostro lavoro, basta un click!

INSERT_STEADY_CHECKOUT_HERE

Casella dei commenti di Facebook

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accettare Leggi di più

Translate »