‘’Asfour Jenna‘’ – ‘’Una settimana senza Dio’’: l’ultima commedia di Mourad Ben Cheick
Con diverse settimane di ritardo rispetto alla data di uscita, mi sono recato al cinema Rio per assistere alla proiezione del film ‘’Asfour Jenna’’ di Mourad Ben Cheick. Asfour Jenna, “uccello del paradiso”, in tunisino è un modo di dire per descrivere una brava persona, “un pezzo di pane”. Si tratta dell’ennesima fatica cinematografica di questo esperto ed eclettico regista diplomatosi al Dams di Bologna, sempre più favorevolmente noto e quotato nel panorama cinematografico tunisino. Ben Cheick partecipa al suo film anche in qualità di attore, vestendo i panni di un deus ex machina che, sfoggiando un perfetto italiano, ricopre la parte del fidato aiutante del personaggio principale.
Il ruolo del protagonista é affidato a Nicola Nocella, ormai volto noto del grande schermo italiano per aver recitato in una ventina di film di spessore, tra i quali spiccano ‘’Il figlio più piccolo’’ di Pupi Avati ed ‘’Easy- un viaggio facile facile’’ di Andrea Magnani, per il quale vinse il premio di miglior attore al Festival di Locarno e al Monte Carlo Film Festival. Nocella interpreta magistralmente il personaggio di Amadeus, benevolente e naif antiquario leccese fidanzato con la tunisina Betty (Amal Mannai), diretto nel Paese natale della sua compagna con l’intenzione di chiederne la mano alla numerosa famiglia di lei. Sin dal principio, il nucleo familiare di Betty accoglie Amadeus esibendo una manifesta diffidenza e una malcelata ostilità. Ben presto, tra questi, l’apogeo delle criticità viene raggiunto, allorquando la questione religiosa interviene con dirompenza a lacerare un equilibrio già estremamente precario e a compromettere ulteriormente il corso sgangherato delle loro conversazioni, permeate in maniera esilarante da un’incomunicabilità irrisolvibile.
Visualizza questo post su Instagram
Del resto, Amadeus non comprende una parola di arabo e cerca goffamente di interloquire con la famiglia di Betty impiegando un francese decisamente approssimativo. Quest’ultima, noncurante dell’incapacità di Amadeus di recepire qualsivoglia informazione in tunisino, continua a rivolgersi al loro spaesato interlocutore nel proprio idioma generando in lui un disagio palpabile e un’angoscia sempre più difficilmente gestibile. Inoltre, i tentativi di Betty di effettuare le traduzioni per il suo compagno, radicalmente falsate al fine di rassicurarlo, sono presto ostacolati ed inibiti dalla sua famiglia, intenzionata ad interagire in autonomia e unilateralmente col malcapitato ragazzo salentino.
L’inestricabile nodo religioso é originato dal fatto che Amadeus é cristiano, condizione inconciliabile col matrimonio con una donna musulmana, e tale incongruenza gli verrà presto chiarita in maniera perentoria dalla famiglia della sua futura consorte con l’ausilio di un impacciato interprete. Malgrado la sua volontà di convertirsi formalmente all’Islam, accettando il cambio di nome e consentendo al fatto di rinnegare- quantomeno verbalmente- Cristo e la sua fede, il protagonista non transige sulla terza, imperativa, inderogabile condizione: la circoncisione. Amedeo cercherà di operarsi ingegnosamente al fine di pianificare efficacemente una strategia utile a portare a termine il suo obiettivo: sposarsi con la sua adorata Betty senza rinunciare al suo prepuzio. Questi farà progressivamente prova di resiliente determinazione e di ‘’italiana’’’ astuzia per fare fronte alle soffocanti ingerenze della famiglia di lei, cercando di portare dalla sua parte i suoi futuri cognati con un brillante espediente.
Dal canto suo, Betty farà inizialmente prova di una sconsolata impotenza che si tramuterà mano a mano in geniale pragmaticità, dimostrando un commovente attaccamento per il suo generoso partner. Altro ostacolo per lo sventurato Amadeus é rappresentato da sua madre, signora nevrotica e iperpossessiva, islamofoba e razzista, insopportabile borghesotta e antagonista del diverso. Questa deciderà di rendersi in Tunisia nella speranza di riportare suo figlio a casa. Ci riuscirà?
Non é mia intenzione col presente articolo redigere la sinossi integrale del film, in quanto vi invito disinteressatamente a guardarlo e a gustarlo senza spoiler e senza ulteriori rivelazioni. A partire dall’impianto narrativo che ho tratteggiato, si sussegue un brillante e gradevolissimo repertorio di sequenze di una comicità straripante che mette emblematicamente in luce, confrontandoli, aspetti peculiari tanto della cultura tunisina che di quella italiana. Episodi e dialoghi scorrono e si intrecciano originalmente e con assoluta fluidità, senza impiego di ridondanti artifici caricaturali e senza ricorso a degradanti ed opportunistiche stereotipizzazioni. Film illuminato da colpi di scena che inseguono un geniale climax e caratterizzato globalmente da una recitazione collettiva degna di nota. L’auspicio é quello di vedere Asfour Jenna, che in Italia sarà distribuito con il nome ”Una settimana senza Dio”, nei festival e nelle sale italiane.
© Riproduzione riservata
Sei un nostro lettore abituale? Sostieni il nostro lavoro, basta un click!
INSERT_STEADY_CHECKOUT_HERE