Coppie miste italo – tunisine: quando il sogno si complica
Comprare casa insieme è un grande passo in ogni relazione, ma per le coppie miste questo passo può rivelarsi più complesso del previsto. Oltre all’amore e all’entusiasmo si intrecciano differenze culturali, giuridiche, religiose e famigliari che possono mettere alla prova anche i legami più forti. In Italia la casa è spesso vista come un bene della coppia, un rifugio personale dove la privacy è sacra. In Tunisia, invece, la casa può assumere un valore famigliare più ampio. Un luogo che accoglie fratelli, genitori, cugini, vicini, insomma una porta che resta sempre aperta. Questo può creare tensioni se non si è parlato prima di cosa si intende per “casa nostra”.
Nelle coppie miste, le aspettative implicite possono essere fonte di conflitto. Chi prende le decisioni? Chi gestisce il denaro? In alcune famiglie tunisine, l’uomo ha un ruolo guida nelle scelte patrimoniali, per una donna italiana abituata alla parità (non solo sulla carta) questo può risultare inaccettabile. Sono tematiche di cui discutere sempre, per evitare spiacevoli discussioni in seguito. L’influenza delle famiglie può diventare un fattore critico. Una suocera che entra in casa senza preavviso, un fratello che viene a dormire per “qualche giorno” che diventano settimane, in Tunisia è normale, invece in Italia può sembrare una violazione dello spazio privato. Serve tanta comunicazione, ma anche chiarezza nei confini.

La casa non è solo un tetto: è anche simbolo di radici. Uno dei due può sentirsi spaesato e sradicato. Magari la sposa italiana sogna, un giorno, di riavvicinarsi alla famiglia d’origine, mentre il marito tunisino si sente legato alla propria terra. Il rischio, che vale anche al contrario, se il marito tunisino vive in Italia, ma ha nostalgia di casa è sempre che uno si senta a casa e l’altro/a mai del tutto a “casa sua”. Sono aspetti da non sottovalutare e il dialogo resta fondamentale, anche se è solo vivendo che ci si rende conto se le scelte fatte sono conformi ai sogni che abbiamo.
Uno dei temi più delicati, resta sicuramente la religione dei figli. Per il marito musulmano, che può sposare una donna cristiana, i figli che arriveranno per la religione saranno musulmani. Ma se la madre li volesse battezzare? Il Corano verrà insegnato? La Bibbia verrà letta? Come si affronta questo tema delicatissimo? Se si vive in Tunisia non ci si metterà molto a capire che la religione ha un valore fondamentale, ha un’identità culturale! A scuola l’ Islam è insegnato fin dall’asilo e dalle elementari è una materia che vale doppio, come la matematica e l’arabo! Pertanto non affrontare l’argomento apertamente e nella più totale sincerità non sarebbe una buona idea. In Italia chi è cresciuto cattolico può avere un approccio più laico o distaccato, non date per scontato che in Tunisia sia la stessa cosa. Anche i nomi di battesimo solitamente vengono dati arabi, se si è d’accordo nulla di grave, ma in caso contrario sarà un problema; personalmente avevo cercato un nome, sia maschile che femminile che potesse andare bene per entrambi i continenti.

Penso che la differenza più importante sia data da dove si risiede. Questo in ogni caso influenzerà le feste che verranno celebrate e in quale modo. Per esempio io faccio l’albero di Natale, ma non mi aspetto di certo che i miei vicini mi facciano gli auguri o facciano l’albero pure loro. Mentre per l’Aid tutti si aspettano che io faccia gli auguri e partecipi ai vari festeggiamenti, cosa che faccio con gioia! Se abitassi in Europa, sicuramente farei sempre l’albero di Natale, ma per la festa dell’Aid al – Adha, non mi aspetterei di vedere i montoni a spasso, per intenderci!
Questi sono dei piccoli consigli che nascono dall’ascolto di esperienze vissute, dove le persone mi chiedono pareri. Quando non si è chiarito prima cosa ci si aspetta e cosa si desidera, immancabilmente il problema si presenterà. Va da sé che ognuno ha la propria storia e non serve dire, io sto benissimo da 30 anni mai un problema, meno male che esistono le coppie perfette, ma qui si danno spunti per riflettere a coppie “normali”, che vivono una quotidianità fatta di differenze che possono recare, a volte, qualche discussione. Si cerca di dare spunti per fare sì che il nido d’amore non si trasformi in campo da battaglia silenziosa e le diversità diventino ostacoli e non arricchimenti.
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