Capelli blu, neri, di carta o cartone attorcigliato, capelli lunghi, ondulati, mobili come i filamenti delle meduse, a coprire volti e corpi, a svelare allo stesso tempo aspettative di libertà. Sono le figure di donne che emergono dai quadri di Haifa Madiouni, artista plastica tunisina che esplora le sinergie fra arte e nuove tecnologie, con lo scopo di affrontare problemi e questioni rilevanti per la società in cui vive. Poi cartoni, uso di vecchi capi di vestiario e specchi nel racconto delle migrazioni forzate. Infine, una donna dai lunghi capelli di carta e di cartone attorcigliato che emerge da giochi di luci e ombre, avvolta nell’oscurità di quella che una volta era la sala della preghiera della scuola coranica Slimania e che è oggi è un centro culturale.
Nella cornice mistica e suggestiva della Medersa Slimania, nel cuore della Medina di Tunisi, si è aperta la mostra retrospettiva di questa eclettica artista tunisina, dal titolo “Femme en papier”, con l’allestimento di quadri e di una esperienza multimediale con immagini video e suoni. L’esposizione resterà aperta fino al 6 marzo 2025.
Diplomata all’Istituto Superiore di Belle Arti di Tunisi, l’artista ha sviluppato nel tempo una pratica propria in cui pittura, video e installazioni artistiche dialogano per creare delle opere immersive e poetiche. L’artista nel suo lavoro cerca costantemente di inserire i concetti di memoria, di identità del territorio, di radici culturali. Utilizzando materiali e tecniche varie con l’aiuto della carta, del cartone, dei vestiti, di materiali come gli specchi in cui lo spettatore può riflettere la sua immagine che entra così a far parte dell’opera dell’artista, Haifa racconta il suo particolare vissuto della realtà che la circonda. Con le sue opere l’artista esplora i lati più profondi della sua contemporaneità andando a guardare alle questioni sociali come il ruolo della donna e la questione delle migrazioni.
“Il mio lavoro artistico nasce da ciò che vedo nella mia vita quotidiana. Per me la creazione artistica è un dialogo costante tra memorie individuali e collettive – così Haifa, incontrata al vernissage di apertura della mostra ama definire il suo lavoro – Mi interessano le questioni relative alla migrazione, all’identità e all’emarginazione. Attraverso le mie installazioni cerco di dare voce a chi non ne ha una e di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi problemi utilizzando materiali semplici e accessibili. Il mio lavoro – conclude – è un dialogo tra arte e vita, un invito alla riflessione e all’azione attraverso la combinazione di scultura, pittura e soprattutto video mapping”. Nell’installazione di video mapping che si trova all’interno del centro culturale Slimania, il suono è dell’artista italiana Laura Pitingaro, anche lei amante della sperimentazione di metodi fra tradizionale e contemporaneo con l’uso delle moderne tecnologie.
La mostra resterà aperta fino al 6 marzo dalle 10.00 alle 18.00.
Per contatti con l’artista: mediouni@haif0000@gmail.com
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