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Moufida Lachheb, insegnante di italiano : «Non è facile trovare materiale per insegnare al meglio questa lingua, ma con i colleghi diamo il massimo »

Moufida Lachheb insegna la lingua di Dante in un liceo tunisino e parla del suo lavoro, tra soddisfazioni e difficoltà quotidiane : « Il Maeci negli ultimi anni non ofrre più borse di studio ai docenti. Malgrado tutto questo ci sono ancora studenti che scelgono di specializzarsi in italiano : questo è merito solo nostro ».

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La passione per la lingua italiana è cresciuta con gli anni dell’università, al punto da decidere di insegnarla ad altri studenti : Moufida Lachheb, di Ben Arous, è docente di lingua italiana LS e insegna la lingua di Dante in un liceo vicino ad Hammamet. « Amavo molto le lingue, al secondo anno di liceo dovevo scegliere tra l’italiano e lo spagnolo, una scelta che fu casuale. All’inizio infatti non avevo nessuna idea sull’Italia, ma tre anni mi sono bastati per amare questa lingua, ero una brava studentessa e ottenevo dei bei voti. Ottenuto il diploma, ho deciso di spaecializzarmi in questo ambito e mi sono iscritta all’Università Bourguiba School, laureandomi in Lingua e letteratura italiana. Durante gli anni universitari, ogni anno mi sono sentita sempre più attaccata a questa lingua. Quando cammino per strada qui in Tunisia e sento qualcuno parlare italiano mi illumino, sono felice. Ai mondiali di calcio tifo per l’italia. E’ un sentimento indescrivibile, mi sento metà tunisina e metà italiana ».

Per poter insegnare, Moufida deve sostenere un concorso : supera l’esame e dal 2008 comincia così la sua avventura nel mondo dell’insegnamento, come docente di lingua e cultura italiana : « La lingua italiana rientra tra le lingue opzionali, che gli studenti possono scegliere dal terzo anno di liceo. La prima domanda che pongo ai miei studenti, è il motivo per cui hanno scelto questa lingua, e le risposte sono varie : chi la ama, chi pensa che sia più semplice per la somiglianza con il francese, c’è anche chi non ha una vera e propria motivazione, e a questi ultimi è difficile trasmettere qualcosa di nuovo, bisogna motivarli, infondere in essi un certo entusiasmo per la lingua ». Entusiasmo che a Moufida non manca : lo si percepisce da come racconta il suo percorso, emerge la passione e la voglia di dare il meglio e di far sì che i suoi studenti amino la lingua italiana tanto quanto lei. Non mancano le soddisfazioni e gli aneddoti : « Una mia ex studentessa ha studiato matematica, ma è appassionatissima dell’italiano : il suo sogno è laurearsi in italiano e andare in Italia. Ho avuto studentesse che imitavano il mio modo di parlare in italiano, quando parlavano in classe mi fanno ridere. Uno studente che mi chiamava utile perché una volta gli avevo detto che il mio nome in italiano significa utile, benefico. Ci sono studenti che hanno proseguito lo studio in italiano e si sono laureati e forse hanno anche il master, ma lavorano nei call center perché è difficile trovare un’occupazione ».

Moufida Lachheb, docente di lingua e cultura italiana in un liceo vicino ad Hammamet

D’altra parte il suo percorso di studi non si è concluso con la laurea triennale, ma Moufida ha sempre cercato di migliorarsi sempre più, ottenendo un Master in letteratura rinascimentale, frequentando un corso in didattica a Siena nel 2010, on line nel 2016 un corso in didattica dell’italiano organizzato dalla Ca’ Foscari e il Maeci (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) e diversi webinar per tenersi aggiornata : « Ora non riesco più ad andare in Italia e frequentare questi corsi in presenza: sarebbe una spesa non indifferente. Purtroppo non danno borse di studio : quando mando delle e-mail a scuole ed università italiane, mi dicono sempre di rivolgermi agli enti che rappresentano lo stato italiano, mentre gli enti in Tunisia non rispondono. Per fortuna rimangono i webinar on line gratuiti. Lo scorso anno invece con un’amica e collega abbiamo organizzato una serie di webinar dedicati all’insegnamento dell’italiano a stranieri : è stata una bellissima esperienza, ho conosciuto persone nuove, colleghi da diverse parti del mondo ».

Moufida ricorda con nostalgia il suo soggiorno in Italia, a Siena, nel 2015 : «Il primo viaggio risale al 2010, una settimana in cui ho frequentato un corso in didattica a Mondavio. Nel 2015 invece ho ottenuto una borsa di studio e sono stata lì per cinque mesi. Un’esperienza bellissima : ho scoperto Siena, una città meravigliosa, così come le persone, l’atmosfera. All’inizio avevo paura di subire razzismo poiché porto il velo. Invece ho incontrato delle docenti bellissime, che hanno pianto quando sono ripartita : non me lo sarei aspettata. Alla fine del corso, per l’esame, si doveva scrivere un elaborato e io ho raccontato di moi padre e della mia sofferenza, quando lo hanno letto tutti piangevano e alla fine della lezione la docente mi ha abbracciata e detto che sono una persona speciale. Le tre docenti che ho avuto mi hanno fatto vivere dei bei momenti. Siamo diversi dal punto di vista della cultura e della religione, ma ci accomuna l’umanità. Sono ancora in contatto con queste docenti, mi chiedono sempre come sto, dei miei figli. Spero che un giorno potrò rivederle e riabbracciarle ».

Riguardo la didattica, riferisce : « Abbiamo ovviamente un libro per le lezioni, ma non lo uso poiché non lo ritengo attuale, il modo di fare didattica è cambiato. Cerco delle attività su internet, scaricando materiali da siti conosciuti specializzati nell’insegnamento dell’italiano come ls come Loescher, Edilingua, Alma Edizioni, Bonacci; ho alcuni materiali dati in omaggio da Edilingua (nuovissimo progetto italiano) e Bulgarini. Organizzo al meglio le mie lezioni, prendendo spunto da questi materiali, per non limitarmi. E’ difficile ma bello. Nelle scuole ci sono gli ispettori di lingua italiana : ci aiutano a fare formazione tra di noi, controllano come va il nostro lavoro. Assieme a loro e agli altri docenti stiamo lottando per trovare il materiale didattico e i vari supporti. Gestire una classe con abilità differenziate è difficile. Inoltre tantissimi docenti insegnano la lingua e cultura italiana, ma non hanno mai visitato l’Italia : il Maeci negli ultimi anni non ofrre più borse di studio per i docenti. Malgrado tutto questo ci sono ancora studenti che scelgono di specializzarsi in italiano : il merito è solo nostro, del nostro impegno e duro lavoro ».

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