Tunisia: cos’è il lusso?
Per una persona che lascia la Tunisia, un’altra vuole arrivare! Fare una nuova esperienza di vita, comporta tante domande, tante ricerche. Cosa succede nella testa di chi decide di lasciare la propria terra natìa, cosa si aspetta di trovare? Ognuno di noi ha aspettative diverse, motivazioni diverse, versioni da dare. Il nostro webmagazine offre anche il servizio di consulenza personalizzato, per chi avesse bisogno di informazioni mirate e personali.
I primi tempi che mi trovavo in Tunisia, andando al mercato per fare la spesa ortofruttifera, vedevo le bancarelle (tantissime bancarelle) di vestiti usati. Mi sembrava un modo di acquistare da poveri, lontanissimo da me. Spesso mi dicevo, “Ma io dovrò acquistare i vestiti per mia figlia qui? Ma cosa ho fatto?!? Perchè mi sono trasferita? Che futuro le do con i vestiti usati”. Sì, sono riflessioni superficiali, ma allora non sapevo che il cambiamento era alle porte, vedevo le cose con il mio metro di giudizio e quel modo di fare acquisti era lontanissimo da me. Mi piacevano i bei vestiti, le belle borse, le belle scarpe e le auto sportive. Sì, ero proprio così…Alla fine a chi non piacciono le belle cose?
Passa il tempo e ogni tanto alle bancarelle mi fermo, per curiosità, più che per altro. Ricordo quando mia cognata mi ha raccontato che sua nipote aveva preso una giacca al mercato dell’usato e che era così bella, che l’aveva pagata tanto, 25 dinari, era di lusso. Io facevo ancora fatica a capire questo concetto: ma come di lusso una giacca usata, ma che dice? Arriva il periodo di Ramadan e mia cognata mi consiglia l’acquisto di una pentola a pressione per dimezzare i tempi di cottura, ma, dice, “Non prenderla in negozio che non vale niente e si rompe subito, andiamo la mercato a cercarla”. Credevo nuova, al mercato ma nuova ed invece no, cominciamo a girovagare tra i venditori che portano le cose europee. In sunto troviamo la pentola a pressione, usata, che arriva dalla Spagna. Porto a casa e ovviamente mancava la guarnizione e non ricordo esattamente cos’altro. Penso fermamente che sia stata una pessima idea ed un pessimo acquisto. Vado in citta e la porto in un negozio che si occupa di piccole riparazioni, dopo tre giorni torno a casa con la pentola, pronta all’uso. La disinfetto, la lavo duecento volte, faccio bollire l’acqua a vuoto, insomma sembravo alquanto matta.Alla fine di quella pentola mi innamoro pazzamente.
La crisi climatica comincia a dare i suoi segni e cerco di essere più ecologica possibile, diciamo, un’amica dell’ambiente nelle mie possibilità. Leggo tanto, sperimento detersivi ecologici, cerco sempre notizie come impattare il meno possibile ed ecco l’argomento vestiti, un mercato che inquina, che danneggia, che sfrutta.
La cosa migliore? Acquistare di seconda mano. Ecco ci siamo! Se voglio essere fedele alle mie convinzioni, almeno una parte dei vestiti che acquisto dovrebbe essere di seconda mano. Sabato, dopo tanto tempo che non lo facevo più, mi sono concessa un giro al mercato senza fretta. Senza spesa di cibo, solo un girovagare tra le bancarelle dell’usato, con calma. Bene, mi sono sentita la persona più ricca della terra. Il mio lusso in quel momento era il tempo. Il tempo di fare con calma. Il tempo di scegliere qualcosa non gravando sul pianeta, o almeno molto meno. Ho preso anche due libri in italiano, usati. Per me valgono oro, faccio fatica a trovarne.
La richezza ha varie forme. Sono figlia dell’autunno, per me è sempre stato sinonimo di un velo di tristezza, le giornate cominciano con il buio e terminano con esso, qui, mi mancano i suoi colori e i suoi profumi, ma mi permettono di assaporare la lentezza che mi richiede.
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