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Tunisia: sentirsi a casa ovunque e in nessun luogo

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Cosa succede a chi vive lontano dal proprio Paese natale da un po’ di anni? O meglio cosa potrebbe accadere? Ognuno di noi è diverso, ma chi vive in Tunisia e non ci è nato spesso il confronto è simile. Se non ci si sente più “a casa” in nessun posto? E se ci si sente “a casa” ovunque? Spesso questa sensazione porta a fare bilanci e paragoni, magari per decidere dove si vuole continuare il proprio pezzetto di vita, quest’ultima ci porta a fare delle scelte in base a ciò che ci succede durante il cammino… quali sono le mie personali considerazioni?

Sicuramente 13 anni fa avrei immaginato che nella nostra vita quotidiana in Tunisia ci sarebbero stati dei cambiamenti in meglio. Per esempio che i ragazzini di 10-12 anni non comincino già a fumare, facendo chiudere i bagni della scuola primaria, a causa dei loro comportamenti. Seconda cosa che avrei immaginato è che la dispersione scolastica avrebbe avuto un arresto significativo, invece non è raro che i ragazzini non terminino il ciclo di studi primari, al giorno d’oggi direi che è una piaga sociale non da poco.

studenti di una scuola a Kairouan – photo credits Giada Frana

La pulizia delle strade resta sicuramente una nota dolente: niente cambia o troppo poco, educazione civica a scuola tratta molto bene l’argomento, ma purtroppo nella vita quotidiana troppo poco è cambiato, le carte si gettano a terra, sacchi della spazzatura ovunque, prima ragione di malcontento tra i turisti che non sono abituati a questo tipo di scempio. La Tunisia è una terra meravigliosamente ricca: ha mare, monti entroterra da salvaguardare, ma sembra che a nessuno importi nulla.

I supermercati, soprattutto le catene francesi, in Tunisia non fanno le offerte davvero convenienti come al di là del mare, così non beneficiamo mai di veri ribassi; inoltre spesso sulle produzioni proprie (per esempio pane) non ci sono indicati gli ingredienti, cosa proibita in Europa e allora perché qui non si applica la stessa trasparenza sul prodotto come nel Paese d’origine? Non abbiamo il diritto di sapere cosa mangiamo?

Un’altra cosa che avrei pensato che non sarebbe cambiata, sono i posti sul treno. I ragazzini restano seduti, così come i bambini piccoli. Dieci anni fa non si vedeva mai una signora in piedi e i ragazzini seduti: senza bisogno che nessuno dicesse nulla si alzavano e lasciavano sedere gli anziani e le signore, idem per i bambini più piccoli che restavano in braccio non occupando posti a sedere.

Ho lasciato per ultima la questione che più mi spaventa: l’aumento che c’è stato nell’ultimo decennio delle droghe, non che prima non ci fossero stata, ma sicuramente erano più nascoste,  e non era alla portata di tutti. Ora non è raro vedere i ragazzini per strada che non sono più capaci di reggersi in piedi, certo questo è un problema mondiale, mica c’è solo in Tunisia, anzi, ma la fede islamica onnipresente mi faceva credere che saremmo rimasti al sicuro, almeno dal vederlo alla luce del sole, certo è ipocrita come ragionamento, non lo nego, però ci speravo e questo è lecito.

Stazione dei treni, Hammam Lif. Photo credits Giada Frana

Le valutazioni chiaramente non possono essere solo negative, altrimenti non si spiega come mai siamo così tanti a sceglierla come “casa”. Sicuramente una cosa che non è cambiata negli ultimi 20 anni è la gentilezza delle persone: in qualsiasi difficoltà ti trovi, ci sarà qualcuno pronto ad aiutarti. Soprattutto gli sconosciuti, sono sempre pronti a tendere una mano verso chi ha bisogno. Il popolo socievole non è cambiato, in qualsiasi contesto si è, si potranno scambiare due parole con chiunque, ad esempio  stamattina ero al mercato e un signore vicino a me si è messo a chiacchierare e mi ha chiesto che linea ADSL avessi a casa e se ne fossi contenta… Il tutto è durato neppure cinque minuti e si è congedato con un grande sorriso ringraziandomi della disponibilità, l’ho guardato allontanarsi con un sorriso, perché è stato un incontro e una conversazione al di fuori di ogni logica, ma allo stesso tempo originale e simpatica!

Non c’è una conclusione di dove sia meglio vivere: sicuramente in questo momento storico si sceglie “il male minore”,  l’importante è scegliere col cuore!

© Riproduzione riservata


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