Vivere tra due culture: ascoltare il passato per capire il presente
Sono cresciuta tra due mondi. A casa si parlava una lingua diversa da quella della scuola, e i profumi della cucina erano quelli delle spezie che mia nonna portava con sé dalla Tunisia. Il tè caldo alla menta, servito in piccoli bicchieri decorati, accompagnava i racconti del passato: storie di feste, di famiglia e di coraggio. Ogni sorso aveva il sapore della mia infanzia. Ogni abbraccio della nonna era un rifugio: forte, caloroso, pieno di amore antico.
Fuori, però, c’era un altro universo. La lingua era diversa, le abitudini anche. Amici, scuola, tutto sembrava spingermi in avanti, verso qualcosa di nuovo, moderno, veloce. Non sempre è stato facile trovare un equilibrio. A volte mi sentivo divisa, come se dovessi scegliere una sola identità. Ma col tempo ho capito che non devo rinunciare a nulla: io sono entrambe le cose.
E in questa doppia appartenenza ho scoperto una forza. Ho imparato ad ascoltare. Anche lo studio del mondo antico mi ha aiutato a capire. Ulisse, nel suo viaggio, non respinge l’altro: lo ascolta, si lascia cambiare. Enea, costretto a fuggire, non dimentica da dove viene: costruisce qualcosa di nuovo senza cancellare il passato. Quelle storie parlano anche di me.
Quando torno in Tunisia sento qualcosa di profondo dentro. Rivedo i colori, i suoni, le parole che mia madre mi sussurrava da piccola. Lì, tra le pietre antiche, nei mercati pieni di vita, nella cucina che profuma di cumino sento che le mie radici non sono un peso, ma un dono. Conoscere la storia del mio Paese, le sue lotte, le sue tradizioni, mi aiuta a capire meglio chi sono.
Anche un luogo come il teatro romano di Thugga, con le sue rovine che respirano memoria,mi insegna che l’incontro tra culture può generare bellezza. Non è necessario scegliere tra passato e presente, tra qui e lì. Si può essere ponte, si può essere casa in più luoghi.
Essere giovane oggi, tra più culture, è una sfida. Ma è anche una ricchezza. E forse, proprio nella pluralità consapevole di chi conosce le proprie origini e guarda con curiosità al mondo, c’è la chiave per un futuro più vero, più umano, più nostro.
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