laltratunisia.it

Tunisia: un lungo silenzio elettorale

Nella settimana pre-elettorale che ho trascorso in Tunisia non ho incontrato una sola persona che manifestasse l’intenzione di andare a votare. Tuttavia ciò che più colpiva, nel clima pre-elettorale, era il silenzio. Delle elezioni non si sentiva parlare da nessuna parte: non sui media marginalizzati dopo l’avvento al potere di Kais Saied, ma nemmeno nelle strade e nei caffè.

457
4 minuti

Arrivo a Tunisi una settimana prima delle elezioni legislative fissate dal Presidente Kais Saied il 17 dicembre, data che ha voluto far coincidere con la “nuova” festa della Rivoluzione (auto immolazione di Bouazizi) dopo l’abolizione della data del 14 gennaio (fuga di Ben Ali). Ricarico la SIM tunisina e subito mi arriva un messaggio dell’Isie (Istanza Superiore Indipendente per le Elezioni) che mi invita ad andare a votare. Fino alla vigilia delle elezioni ne riceverò uno quasi ogni giorno. Khadija, insegnante in pensione, tuttora attivamente impegnata nella società civile, si lamenta: “Non ne posso più di questi messaggi! Sta diventando una persecuzione. Tanto a votare non ci vado” Perché? “Con la mia vicina di casa, siamo andate i giorni scorsi presso il nostro seggio elettorale (zona Tunisi centro) per vedere chi erano i candidati del nostro municipio. Non ne conoscevamo uno solo! Su che base avremmo dovuto votare?

Nella settimana pre-elettorale che ho trascorso in Tunisia non ho incontrato una sola persona che manifestasse l’intenzione di andare a votare. Le motivazioni ricorrenti: “Sono delusa, non voglio più occuparmi di politica” (Amel, trent’anni, neo-avvocata). “Ho votato per Kais Saied e ho votato per la sua costituzione al referendum. Non è cambiato nulla! Non voterò più” (Sumaiya, impiegata presso una azienda pubblica). “Non ci credo più” (Mohammed, ventidue anni, studente che aveva votato con entusiasmo per Kais Saied). Perfino una giovane sindaca in carica non sapeva esattamente quali fossero i candidati della sua circoscrizione.

Il silenzio prelettorale: il rifiuto di prestare attenzione alle elezioni

Tuttavia ciò che più colpiva, nel clima pre-elettorale, era il silenzio. Delle elezioni non si sentiva parlare da nessuna parte – non sui media marginalizzati dopo l’avvento al potere di Kais Saied, ma nemmeno nelle strade e nei caffè (o dal barbiere sotto casa mia) dove la libertà d’espressione conquistata con la rivoluzione del 2011 ancora ostinatamente persiste. Non era l’imponente dispiegamento di militari e forze di polizia degli ultimi giorni a causare il silenzio negli spazi pubblici: era un ostinato, malmostoso, rifiuto di prestare alle elezioni la benché minima attenzione. Se provavi a sollevare l’argomento esso veniva rapidamente liquidato; talvolta l’interlocutore pareva cadere dalle nuvole: “Ah, ci sono delle elezioni?” e ti rimaneva il sospetto che si trattasse di un modo raffinato di esprimere il più totale disprezzo per l’evento.

Contribuiva al silenzio della città l’inizio delle vacanze scolastiche il quale, di venerdì, veniva a saldarsi alla festa elettoral-rivoluzionaria del sabato e a quella d’ordinanza della domenica. Complice il bel tempo, il caldo da primaverile, chi poteva partiva in vacanza. Anche la delusione per la sconfitta del Marocco nella semifinale di coppa del mondo ha fatto calare il silenzio sui caffè della capitale dove il pubblico già si preparava a festeggiare. Ma soprattutto c’era un argomento ben più pressante a tener banco nei discorsi, quello della crescente penuria di beni e aumento di prezzi. Dal mio droghiere sotto casa, appena arrivata, scopro che manca il latte. Di nuovo – perché è così da mesi. La mia vicina di casa me ne regala un litro, fa le scorte quando torna il weekend al paese. In quanto al pane – per un momento mi chiedo se i miei ricordi non m’ingannino. La baguette  sembra decisamente più corta! La mia amica Khaoula conferma: “Diciamo che ha fatto una cura dimagrante … ” Mentre Salwa, madre di famiglia, spiega: “I ragazzi ne prendono un paio di bocconi ed ecco è già finita. Prima ci bastava mattino e sera”. La baguette si vende a prezzo fisso, da qui l’espediente.

Torre dell’orologio illuminata con la bandiera tunisina a Tunisi – photo credits Alice Passamonti

Poi però il sabato mattina nei souk della medina c’è l’animazione abituale che si propaga sull’avenue Bourguiba. Nessuno invece sembra ricordarsi che questo 17 dicembre, oltre ad essere il giorno delle elezioni sarebbe anche la festa della Rivoluzione secondo il nuovo calendario di Kais Saied. Intorno alle 15.30, i seggi elettorali di La Marsa sono semi-deserti. Di fronte alla scuola Taieb Mhiri, si contano più militari a presidiare l’ingresso che cittadini. Nel cortile interno, il personale chiacchiera in attesa di elettori. Di fronte alla scuola in Rue du 9 avril 1938 qualche persona lascia il seggio con il dito sporco di inchiostro, segno che ha esercitato il suo diritto di voto. Nel centro di Tunisi, in zona Avenue de Paris, i cafè sono senz’altro più affollati dei seggi, ma neanche per la partita Marocco-Croazia, che alla fine vede la Croazia guadagnare il terzo posto al mondiale con un 2 a 1, c’è grande entusiasmo. I seggi chiudono presto, alle 18.00. Poco dopo la chiusura, in Avenue Bourguiba una musica pop richiama i passanti verso una piccola fiera del libro con testi in arabo, inglese e francese. Mentre nella Piazza dell’orologio poco distante, gli altoparlanti diffondono l’inno nazionale e la torre è illuminata con la bandiera della Tunisia, in occasione dell’anniversario della Rivoluzione che si celebra oggi. E l’Isie – con notevole prontezza – diffonde i dati dell’affluenza alle urne: sono sotto il 10%.  Kais Saied aveva invitato i Tunisini a “recarsi alle urne in massa per consolidare il processo rivoluzionario.” I tunisini hanno espresso, con un silenzio assordante, il loro rifiuto.       

Alcuni aspetti interessanti: 

In alcuni seggi, presenza di un solo candidato: 

Il personale del Parlamento Europeo non presente per osservare elezioni perché non ha ricevuto alcun mandato.

La presenza della delegazione russa: 

Articolo scritto con il contributo di Alice Passamonti

© Riproduzione riservata

Sostieni il nostro lavoro, basta un click!

INSERT_STEADY_CHECKOUT_HERE

Casella dei commenti di Facebook

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accettare Leggi di più

Translate »