laltratunisia.it

Il Ramadan: Un Viaggio di Fede e Solidarietà in un Paese Non Musulmano

401
3 minuti

Il Ramadan inizia con la vista della luna nuova, che segna l’inizio di un mese che, più che un semplice digiuno, è un viaggio spirituale profondo e trasformativo. Il digiuno non è solo un atto di astinenza dal cibo e dalle bevande, ma una pratica che va ben oltre. Ogni giorno, la routine cambia radicalmente: ci si sveglia prima dell’alba per una colazione che sfida il corpo e prepara la mente, e poi, per tutto il giorno, si affronta il silenzio del digiuno, per culminare nel momento sacro dell’iftar, la rottura del digiuno al tramonto.

Ma come si vive il Ramadan in un Paese dove questa tradizione non è condivisa dalla maggioranza? Dove la vita continua come sempre, senza che niente si fermi per un mese di riflessione e sacrificio? È qui che nascono le vere sfide. In un ambiente non musulmano, il Ramadan può sembrare una pratica solitaria. La tua routine quotidiana non si ferma, mentre il mondo intorno a te continua il suo corso senza adattarsi. A scuola, a lavoro, ovunque, i tuoi compagni mangiano, bevono, mentre tu affronti le ore di digiuno. Le domande curiose dei compagni, come “Non hai fame?” o “Come fai a resistere senza bere?”, possono sembrare banali, ma in realtà sono delle porte attraverso cui puoi far entrare la bellezza della tua tradizione.

Foto di Bianca Van Dijk da Pixabay

Sebbene la vita non cambi attorno a me, ho imparato a viverlo con serenità.  Sento che la forza spirituale che deriva dal digiuno mi aiuta a superare qualsiasi difficoltà. Ogni anno, questa pratica diventa più naturale, e mi sento sempre più a mio agio nell’affrontare le sfide che il Ramadan porta con sé, anche in un contesto che non sempre lo comprende appieno. Quando racconto che il digiuno non è solo privazione, ma una forma di purificazione spirituale, molte persone restano colpite. Ma nonostante la solitudine che può derivare dal vivere il Ramadan in un contesto non musulmano, ci sono attimi che ti ricordano quanto possano essere potenti i piccoli gesti di solidarietà. Ho scoperto che, anche tra coloro che non praticano il Ramadan, c’è un’incredibile volontà di rispettare e comprendere.

Questi gesti non sono solo atti di cortesia, ma sono simboli di un legame che va oltre le differenze. Ti fanno sentire che, pur in un mondo che non si ferma per te, non sei mai completamente solo. Inizialmente, digiunare mentre gli altri continuano la loro vita come se nulla fosse può sembrare difficile. Spiegare il motivo per cui non mangi durante la pausa pranzo o perché non bevi acqua,  può sembrare una sfida. Eppure, queste stesse domande diventano occasioni per sensibilizzare gli altri, per aprire una finestra sulla ricchezza di una cultura che non tutti conoscono. Ogni volta che qualcuno si avvicina, curioso, chiedendo: “Come fai a farlo?” o “C’è un cibo speciale per rompere il digiuno?”, è come se un piccolo ponte di comprensione si stesse costruendo tra le nostre vite.

Datteri e rosario per Ramadan – Foto di Rauf Alvi su Unsplash

In quei momenti, ti rendi conto che, pur non condividendo la pratica del digiuno, le persone intorno a te sono pronte ad imparare, a rispettare e, a volte, a partecipare anche in modo silenzioso al tuo percorso spirituale. C’è una gentilezza diffusa, come quella di chi, pur non digiunando, ti offre un po’ d’acqua o si astiene dal mangiare davanti a te, perché sa quanto possa essere difficile. Il Ramadan è anche un mese di straordinaria condivisione e solidarietà, un momento che ti rende più consapevole della condizione degli altri, ti invita a riflettere su ciò che hai e a pensare a chi è meno fortunato. È il periodo in cui la carità non è solo un obbligo, ma una vera e propria celebrazione della generosità, che non conosce confini religiosi. E, anche in un Paese non musulmano, questa condivisione diventa un’opportunità per unire le persone di culture diverse, per mettere da parte le differenze e lavorare insieme per il bene comune.

Il Ramadan, quindi, non è solo un’esperienza spirituale. È un viaggio che ci connette a un mondo più ampio, che ci spinge ad aprire il cuore e la mente verso gli altri.  Il Ramadan diventa il ponte che ci unisce, che crea legami più forti, che favorisce il dialogo, la comprensione e la pace tra persone di tutte le fedi.

© Riproduzione riservata


Sei un nostro lettore abituale? Sostieni il nostro lavoro, basta un click!

INSERT_STEADY_CHECKOUT_HERE

Casella dei commenti di Facebook

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accettare Leggi di più

Translate »