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Cosa pensa la comunità italo tunisina di ciò che è successo il 25 luglio ?

Abbiamo chiesto ad alcuni italo tunisini cosa ne pensano del gesto del presidente Kais Saied. Tra preoccupazione ed entusiasmo, molti aspettano le prossime mosse per sbilanciarsi.

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Le foto della notte del 25 luglio 2021, del popolo tunisino riversato nelle strade a festeggiare la decisione del presidente Kais Saied, hanno fatto il giro del mondo. Così come i video che mostrano, in ogni città e quartiere, file di macchine strombazzanti come a un corteo matrimoniale, persone in festa, felici della decisione presa. Ma cosa ne pensano invece gli italo – tunisini ? Lo abbiamo chiesto ad alcune persone « comuni ».

« Da un lato mi fa paura vedere tutti i poteri, al momento, nelle mani di un’unica persona – riferisce Daniele Bahri, 26 anni, giornalista -, ma se è ciò che il popolo ha voluto va bene così : i politici sono lì per servire il popolo ed il presidente ha fatto ciò che quest’ultimo voleva, quindi tanto di cappello. Spero ci saranno cambiamenti radicali e che la Tunisia possa ritornare a brillare come un tempo. Da circa dieci anni oramai la Tunisia non è più la stessa ed il turismo, che porta molti introiti, ai minimi storici, possa ritornare ed aiutare chi in quel settore ha speso una vita intera ed ora si ritrova senza nulla ».

« Sono stato tra quelli che hanno votato per Kais Saied , Nabil Karoui non era proprio idoneo, e tra le persone che nel 2011 hanno votato Ennahda – racconta Oussama Ayari, 33 anni, in Italia da 22, un lavoro in ambito sociale -. Sicuramente la mia opinione è fortemente condizionata dal lavoro che faccio, ma anche dalla mia indole. Dopo aver votato per Kais Saied poi nel mio entourage l’ho criticato anche pesantemente, considerandolo privo del necessario carisma e incapace di gestire maniera determinata e determinante il caos che si è generato. Speravo che in qualche modo potesse avere una voce in capitolo, soprattuto in qualità di giurista, ovviamente nei limiti della legge. Insomma vedevo in lui l’uomo di legge che avrebbe potuto mettere in riga tutti a suon di articoli. Successivamente, più il tempo passava, più mi rendevo conto di quanto fosse impotente, in particolare nei confronti di ciò che succedeva in parlamento. Ho seguito con attenzione le richieste popolari dei mesi passati, che lo imploravano di sciogliere il parlamento e di tagliare fuori i corrotti. Detto ciò la mia reazione è stata di quella di una buona parte del popolo tunisino: gioia ed euforia. Non ho pensato minimamente ad un golpe. E’ come se avesse accolto una richiesta popolare che ha sempre desiderato pure lui, ma non aveva abbastanza elementi per poterla fare. Non ho paura di quello che potrebbe fare : sono convinto che il popolo, che ha mandato via Ben Ali dopo 23 anni di pura dittatura, sia capace di mandare via qualsiasi altro presidente che sognerebbe di riportarci indietro. Avendo vissuto anche in famiglia i soprusi del tiranno, sono convinto che i tunisini mai permetterebbero un ritorno a quel passato recente . Spero che la Tunisia esca da questa instabilità che ormai ha colpito tutto e tutti . Non so se Kais Saied ci riuscirà, ne dubito, ma almeno per ora ha reso felice un popolo. Sicuramente gli sciacalli, non solo locali, sono in agguato, ma non credo, e lo spero, che la Tunisia possa fare la fine dell’Egitto o di altri Paesi. Il mio popolo sta chiedendo pane e dignità esattamente come nel 2011 e mi provoca parecchio leggere cose all’ occidental style da parte di chi sta comodamente seduto e allude al golpe senza ascoltare il grido di sofferenza di un popolo, che solo Dio sa cosa sta passando in questi anni ».

« Il presidente della repubblica, di fronte allo stallo istituzionale con un parlamento inefficiente pieno di corrotti, di fronte ad un Islam politico che ha portato il paese alla rovina sull’orlo del precipizio fallimentare, di fronte ad un governo mediocre che ha mal gestito la pandemia, malgrado tutte le capacità del sistema sanitario, con più di 18000 deceduti su una popolazione di 12 milioni, ha applicato l’articolo 80 della Costituzione congelando per un mese il parlamento e togliendo l’immunità parlamentare e sciogliendo il governo – commenta Adel Chehida, anestesista rianimatore -. Ovvvio che gli islamici gridino al colpo di stato : lascio agli esperti costituzionalisti interpretare gli articoli. Ma una cosa è evidente : l’ Islam politico non ha posto in Tunisia, è un’esperienza fallita. Il popolo è uscito per strada festeggiando. Non vi preoccupate : la Tunisia ha un popolo saggio e i suoi saggi, il popolo rimarrà vigilante sui comportamenti di ciascuno, compreso il presidente, non c’è spazio per fare marcia indietro, continueremo a stupire il mondo, sono ottimista. Una democrazia nascente dopo una rivoluzione ha bisogno di sostegno ».


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La Tunisia il 25 luglio 2021 ha scritto un’altra pagina di storia – scrive Hager Salah Chaouch, 28 anni, di Cremona, libera professionista -. Il popolo tunisino in piena pandemia e crisi sanitaria, con più di 100 morti al giorno tra cui parenti e conoscenti, scende in piazza perché stanco. Le immagini sono forti: sedi del partito Ennahda prese d’assalto, manifestanti per le strade contro il governo nullafacente, le lacrime di gioia, i fuochi d’artificio, gli abbracci e le bandiere che sventolano per la vittoria. Quale vittoria? Lo scioglimento del Parlamento e il licenziamento del premier Hichem Mechichi. Una Festa della Repubblica che si trasforma in una rivolta per il cambiamento. Ho la pelle d’oca a vedere queste immagini, ma mi sembra così tutto strano. Mi ricordo quando nel 2011 i miei occhi erano incollati tutto il giorno alla TV, ascoltando le notizie tra Al Jazeera e Al Arabia, le uniche fonti aggiornate 24 ore su 24 sulla situazione in Tunisia. Immagini più forti di quelle non le ho mai viste e quando vi dico che avrei tanto voluto essere lì ad urlare “Dégage” a Ben Ali, ci credete? Le immagini del 25 luglio le ho vissute diversamente: non riesco ancora ad esprimermi come stanno facendo amici e parenti. Sono preoccupata per quello che sarà, cerco di non farmi prendere dall’emozione, ma di leggere la situazione in maniera più lucida. Saranno gli studi universitari di due anni con il professor Parigi, il leggere manuali di storia e geopolitica dei paesi del nord Africa e del Medioriente che mi hanno aperto un mondo che non mi sarei mai aspettata, sarà che Kais Saied non mi piace, sarà che non sono lì in mezzo a loro, sarà che la situazione è troppo instabile per riuscire veramente a capire quello che succederà, ma non riesco davvero ad essere felice. Poi però vedo gente commossa che sventola la bandiera tunisina e mi commuovo anche io insieme a loro, perché sono quattro anni che non vado a trovare la mia seconda terra e sentirla stare così male mi spezza il cuore ».

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