La settimana scorsa mentre passeggiavo in Italia ho sentito il saluto 3aslema, il “ciao” tunisino e, tendendo l’orecchio, un ragazzo dire una frase che la dice lunga sulla condizione di alcuni migranti nel nostro paese : Elbere7 mata3ashshitch, ma3andish flus “ieri non ho cenato, non ho soldi“. La risposta del suo amico è stata : hedhika hiya elghorba sa7bi “questa vuol dire essere in esilio amico mio“.
El-ghorba, che ho impropriamente tradotto esilio, è un termine con un significato molto vasto, usato per descrivere la condizione e il luogo figurato dell’essere e vivere lontano dal bled “Paese”. La radice di questa parola è la stessa di gharib “estraneo/strano” e, forse per fortuita combinazione, di “Occidente”, el-Gharb. Va da sé che questa condizione di estraneità del mutagharreb, “ la persona che fa esperienza della ghorba”, provoca un sentimento di sradicamento e wa7cha “nostalgia”, per il 7uma “quartiere”, el-omm “la mamma”, el-3ayla “la famiglia”, es-s7ab “gli amici” e così via. Per farvi capire meglio questo sentimento, basti pensare che con la stessa radice di wa7cha troviamo l’espressione che equivale a “mi manchi” ovvero twa7ashtek. Anche a causa di tale nostalgia el8orba s3iba “ l’esilio è duro” ed infatti la ghorba è una tematica che ritorna molto di frequente in tante canzoni rap e produzioni artistiche e non che parlano della 7arqa “la migrazione irregolare”. Qui sotto una canzone, intitolata Dima Labess “Va sempre tutto bene”, che esemplifica il sentimento struggente di nostalgia provato dal mutagharreb.
Ma cosa significa esattamente 7arqa? Il fenomeno della migrazione irregolare, cioè senza viza” visto”, è chiamato 7arqa in tutto il Maghreb. Linguisticamente deriva dal verbo 7raq ye7raq “bruciare”, che in tunisino e negli altri dialetti magrebini, ha quindi assunto un doppio significato: “bruciare” e “emigrare per vie irregolari”. Alcuni dicono che la trasformazione del verbo derivi dal fatto che i migranti bruciassero o distruggessero i documenti per non farsi identificare una volta arrivati a destinazione, alcuni studiosi francofoni invece parlano di un significato derivato da “bruciare la frontiera”. Per meglio illustrare i significati di questo verbo possiamo guardare queste frasi: huwa 7raq eddar “lui ha bruciato la casa”, huwa 7raq “ lui è emigrato in maniera irregolare”, ma anche huwa 7raq el-viza “lui ha bruciato il visto”, cioè ha ottenuto un visto per emigrare, ma non è tornato a casa una volta che il visto è scaduto. Questa è infatti una delle strategie per evitare i pericoli della 7arqa via mare. Anche in questo caso la persona diventa 7areq “colui che compie la 7arqa”, plurale 7arraqa, che però è più famoso con la pronuncia 7arraga, alla maniera dei dialetti di origine beduina che trasformano la q in g dura.
In ogni quartiere, in ogni città, uomini e donne lasciano case e affetti per cercare fortuna di là dal mare ovvero ishoqqu elb7ar “ attraversano il mare”. Per via della vicinanza geografica, la prima tappa del viaggio dei Harraga è l’Italia. Per questo si dice che qualcuno 7raq li ettalyen o yemchi li ettalyen “ migra/va in Italia” oppure si sente anche parlare di bled Errumi “il paese dei Rumi” ovvero dei Romani. Trovate qui un’altra canzone che parla del visto, troppo caro, e delle aspettative e delle paure del migrante che si avventura nella 7arqa.
La prima tappa per la migrazione irregolare di solito consiste nell’attivare un sistema di conoscenze e di ricerca di un 5it “filo”, ovvero un collegamento con un 7arraq, la persona che provvede all’organizzazione del viaggio. I viaggi più pericolosi avvengono a bordo di un’imbarcazione di fortuna chiamata chqaf “contenitore” o una “piccola barca” flouka e negli ultimi anni sono stati usati tanti mezzi di trasporto anche originali come, kayak, moto acquatiche e windsurf. Per i più ricchi ci sono gli yatch con i quali si può fare 7arqa luxe “una harqa di lusso”. Potendo, si ricerca una 7arqa madhmouna “garantita” e sicura.
Vi lascio con un’altra canzone, questa volta di Balti, che parla della decisione di partire e le sue implicazioni emotive. Qui sotto, trovate anche l’audio per la pronuncia del lessico tunisino.
© Riproduzione riservata
Sostieni il nostro lavoro, basta un click!
INSERT_STEADY_CHECKOUT_HERE