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Elezioni presidenziali tunisine a Bergamo: più votanti rispetto alle legislative del 2022

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Da venerdì 4 ottobre e fino a stasera alle ore 18.00, la comunità tunisina in Italia può recarsi ai seggi adibiti per le elezioni presidenziali. Tre i candidati in lizza: l’attuale presidente Kais Saied, Zouhair Maghzaoui, ex alleato del presidente e candidato della sinistra panarabista e Ayachi Zammel, oppositore ed ex deputato di un partito liberale, attualmente in carcere e condannato a dodici anni di prigione con l’accusa di aver falsificato le firme da presentare per la candidatura alle presidenziali. Mentre nel Paese nordafricano si può votare solo oggi, i seggi esteri – come gli altri anni – sono aperti per più giorni, con alcune novità rispetto alle ultime elezioni – quelle legislative di dicembre 2022 -.

Quest’anno – spiega il presidente del seggio allestito a Bergamo, in via Caprera -, oltre al registro cartaceo degli elettori iscritti al seggio, siamo stati dotati di due tablet, attraverso i quali identificare i cittadini e fare dei controlli incrociati, data la possibilità di poter votare in un seggio diverso da quello a cui si risulta iscritti. In questo caso, l’elettore viene inserito manualmente nel cosiddetto registro delle disponibilità, e viene registrato anche nel sistema di verificazione del centro di voto, chiedendo se vuole cambiare il seggio di riferimento o mantenere quello originale. In questo modo, chi è in trasferta per lavoro, gli studenti o anche i Tunisini residenti in Tunisia che si trovano all’estero per vacanza o trovare i propri famigliari, possono andare a votare senza difficoltà”.

Il seggio allestito a Bergamo in via Caprera

Un sistema che ha permesso minori spostamenti e difficoltà e che ha portato a un maggior numero di votanti, rispetto alle legislative del 2022, che erano state un flop e dove aveva prevalso l’astensionismo anche a livello nazionale. A Bergamo, a dicembre 2022, su 1.279 persone iscritte, avevano votato solo in due. Sono le ore 17.00 di sabato 5 ottobre quando mettiamo piede nel seggio: all’interno, oltre agli scrutatori e al presidente del seggio, ci sono diverse persone, tra uomini e donne. Per prima cosa, si controllano le mani: chi vota infatti deve intingere l’indice nell’inchiostro blu indelebile, che rimane sulla pelle e sull’unghia per parecchi giorni. Si identifica l’elettore, tramite carta d’identità o passaporto tunisino, se iscritto nel seggio firma il solito registro, altrimenti viene iscritto nel registro delle disponibilità. L’elettore inserisce l’indice nell’inchiostro blu indelebile e poi gli scrutatori consegnano la scheda elettorale, timbrata al momento nei quattro angoli con il timbro dell’Isie (l’Istanza superiore indipendente per le elezioni) e può andare a votare dietro un piccolo paravento di cartone. Una volta votato, la scheda viene inserita in un’urna trasparente di plastica. 

Su 1.250 iscritti, a Bergamo alle 10.00 i votanti erano 15, a mezzogiorno 33, mentre alle 15.00 47. Alle 17.30, conteggiando anche i votanti della giornata di venerdì, 94 persone avevano votato, di cui 51 non iscritte al seggio. 

Moez, elettore tunisino a Bergamo

Ho sempre votato in tutte le elezioni – racconta Houcine, metalmeccanico, originario di Gabes, a Bergamo dal 1998 -. Speriamo che cambi qualcosa. C’è bisogno di creare posti di lavoro in Tunisia, affinché le persone non lascino più il Paese. C’è anche un sistema mafioso e di corruzione da eliminare.  Ma ci vuole tempo per cambiare”.

E’ una corsa contro il tempo per il Paese – commenta Moez, 48 anni, residente prima a Milano e da un anno ora a Bergamo, cameriere -, bisogna fare le scelte giuste. Purtroppo il Paese sta andando male sotto tutti gli aspetti, economici, culturali, sociali. Il futuro delle nuove generazioni è troppo rischioso. Ho vissuto una bellissima infanzia in Tunisia, dal punto di vista della sicurezza non ho mai avuto problemi. Ora invece manca, non mi sento più sicuro come un tempo; inoltre anche dal punto di vista educativo, le nuove generazioni hanno tante carenze. Non parliamo poi della sanità o della corruzione che è dappertutto. Ci sono tante cose che non vanno. Negli anni chi ha ottenuto un piccolo potere ci si è attaccato con le unghie e con i denti. Chi sarà eletto come presidente avrà un ruolo molto difficile, un incarico quasi impossibile: dover rifare da zero il Paese”.

Desidero che venga rieletto Saied perché secondo me è sulla strada giusta per il Paese – afferma Adel, da 24 anni in Italia, che al seggio è venuto a votare con la moglie e la figlia, 18enne, che per la prima volta ha votato per la Tunisia –. Non è vero, come si dice in Occidente, che in Tunisia c’è una dittatura: nelle ultime settimane ci sono proteste da parte dell’opposizione eppure non vengono represse. Saied ha messo un fermo ai mafiosi e alla corruzione. Sono tutti contro di lui perché vuole che la Tunisia sia un Paese sovrano e indipendente e non dipenda più da altri Paesi. E’ vero che è lento, ma gli stanno anche mettendo i bastoni tra le ruote. Dopo la Rivoluzione, chi ha preso il potere per dieci anni si è diviso la torta e i benefici. Saied invece vuole solo il bene del Paese, è una persona onesta. Solo un cieco non vedrebbe queste cose”.

Alle ore 18.00 il seggio di Bergamo chiude, si conteggiano gli elettori e compilano le statistiche. 13 uomini e 13 donne dai 18 ai 35 anni hanno votato, 22 donne e 20 uomini di un’età compresa tra i 36 e i 60 anni, mentre 6 uomini e 1 donna di più di 60 anni. In totale, nei due giorni di elezioni, 99 i votanti. 

© Riproduzione riservata


Desidero che venga rieletto Saied perché secondo me è sulla strada giusta per il Paese – afferma Adel, da 24 anni in Italia, che al seggio è venuto a votare con la moglie e la figlia, 18enne, che per la prima volta ha votato per la Tunisia –. Non è vero, come si dice in Occidente, che in Tunisia c’è una dittatura: nelle ultime settimane ci sono proteste da parte dell’opposizione eppure non vengono represse. Saied ha messo un fermo ai mafiosi e alla corruzione. Sono tutti contro di lui perché vuole che la Tunisia sia un Paese sovrano e indipendente e non dipenda più da altri Paesi. E’ vero che è lento, ma gli stanno anche mettendo i bastoni tra le ruote. Dopo la Rivoluzione, chi ha preso il potere per dieci anni si è diviso la torta e i benefici. Saied invece vuole solo il bene del Paese, è una persona onesta. Solo un cieco non vedrebbe queste cose”.

Alle ore 18.00 il seggio di Bergamo chiude, si conteggiano gli elettori e compilano le statistiche. 13 uomini e 13 donne dai 18 ai 35 anni hanno votato, 22 donne e 20 uomini di un’età compresa tra i 36 e i 60 anni, mentre 6 uomini e 1 donna di più di 60 anni. In totale, nei due giorni di elezioni, 99 i votanti. 

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