« Le ricette di Serena », un libro per aiutare le famiglie in difficoltà di Ettadhamen
Serena Hosni Savina, 33 anni, ha appena pubblicato un libro di ricette italiane e tunisine con uno scopo benefico : i proventi andranno all'associazione Atta3aouen, che aiuta famiglie in difficoltà a Ettadhamen
« Ho voluto scrivere questo libro perchè vivendo in un Paese diverso dal mio di origine, mi sento un minimo diversa dagli altri e vorrei trasmettere il messaggio che è positivo conoscere altre culture e portarle nella propria vita, è una cosa che arricchisce ». Serena Hosni Savina, 33 anni, di Parma, vive a Montpellier dal con il marito Saber e le due figlie Sofia e Sara. Di recente ha autopubblicato un libro di ricette italiane e tunisine. Un libro solidale, « Les recettes de Serena », « Le ricette di Serena », in francese, i cui proventi andranno all’Association de l’Entraide et de la Solidarieté Sociale Atta3aouen, associazione che aiuta diverse famiglie in difficoltà a Ettadhamen (Tunisi) ed altre città. « Molti francesi mi domandano perché sia venuta in Francia : è inconcepibile per loro fare tutta questa fatica, dovrei tornare in Italia. Ma se non fossi partita, non sarei la persona che sono ora. Così come se non avessi sposato mio marito, avrei vissuto solo nel mio piccolo mondo, non avrei scoperto la Tunisia ».
In Tunisia Serena ci mette piede per la prima volta nel 2013, un anno dopo il matrimonio, per ritornarci altre due volte: «Mio marito ed io ci siamo conosciuti in Italia, tramite amici comuni . Prima di venire qui, studiava e lavorava in Francia. Lui è pizzaiolo, volevamo aprire una pizzeria : ci siamo informati per Parma, ma all’ultimo momento la persona che doveva venderci il locale ha cambiato idea, così abbiamo deciso di andare in Francia, dove vivono suo zio e suo cugino, che per il primo periodo ci hanno dato una mano. Poi abbiamo aperto dopo pochi mesi una nostra pizzeria, che abbiamo venduto poco prima della pandemia. Non abbiamo avuto problemi perché mio marito ha la mia stessa apertura mentale e quando ci siamo innamorati non ci siamo nemmeno resi conto di essere diversi : io l’ho sempre visto come me, quindi la sua provenienza non mi ha mai dato nessun pensiero e lo stesso vale per lui. Abbiamo le stesse idee, siamo molto in linea con la cultura francese : ad esempio riteniamo la religione qualcosa di intimo, molto personale. Il rispetto è uno dei principi che cerco di far valere nel quotidiano e che cerchiamo di insegnare alle nostre bambine. Loro decideranno quando saranno grandi se vorranno seguire una religione e quale seguire. Noi siamo veramente per liberté, égalité e fraternité, per questo mi trovo bene in Francia. In Italia abbiamo avuto dei problemi con un vicino di casa e varie conoscenze : purtroppo prima di partire abbiamo riscontrato un certo atteggiamento di alcune persone poco intelligenti, ma sappiamo che non è un problema solo italiano.
La Tunisia mi è piaciuta, anche se in alcuni quartieri ho visto situazioni di povertà : mio marito me ne aveva parlato, ma un conto è sentirne parlare, un altro vedere le cose con i propri occhi. Abbiamo alloggiato da mia suocera, a Ettadhamen. Vedere bambini che indossavano gli stessi vestiti per una settimana, donne che raccoglievano la plastica dall’immondizia per rivenderla, cose che avevo sentito solo nei racconti dei miei nonni sul dopoguerra in Italia : mi ha fatto effetto vederli nel Ventunesimo secolo. Anche Sofia, la mia primogenita, era stupita. La cucina tunisina mi è sempre piaciuta, ho sempre mangiato benissimo. Una volta eravamo in Tunisia per l”Eid kbhir, la festa del montone e ho fatto l’errore di fare vedere a Sofia, che aveva 3 anni, il tutto : ne è rimasta shockata e da quel momento non mangia più la carne di agnello. L’ultima volta che siamo venuti invece abbiamo noleggiato una macchina e visitato Hammamet, Sousse e Kairouan. In quest’ultima città ho respirato e sentito ancora di più la cultura locale, mi è piaciuta tantissimo. Sousse invece è turistica, mi sembrava Montpellier, non aveva qualcosa di particolare. A Kairouan invece si vede la particolarità della Tunisia. Mi piacerebbe andare nel deserto : lì credo che questa sensazione sia ancora maggiore .
La cultura francese l’ho scoperta quando siamo venuti qui, piano piano : all’inizio non parlavo la lingua, ho iniziato con dei corsi di lingua e grazie alle varie amicizie e al lavoro sono riuscita a maneggiarla. Ho poi voluto diplomarmi anche qui per poter lavorare con i bambini, e ciò mi ha aiutato a parlare e scrivere ancora meglio il francese. Mi è sempre piaciuto trasmettere le differenze. In famiglia, in cucina, c’è un bel mix : mio marito ama molto cucinare e mi aveva portato a scoprire i piatti tradizionali del suo Paese. A volte videochiamavo mia suocera o mia cognata per chiedere le ricette : le prime parole di tunisino che ho imparato sono legate proprio ai piatti tunisini. Da qui l’idea di realizzare questo libro, trascrivendo le ricette della nostra famiglia mista e allo stesso tempo poter aiutare delle famiglie in difficoltà. Ho chiesto una mano a mia cognata : è lei che ha trovato l’associazione a cui saranno destinati i proventi delle vendite.
Le ricette che ho messo nel libro sono quelle che facciamo più spesso, anche se ho dovuto fare una scelta : ho preferito dare più spazio alle ricette italiane, poiché qui sono super richieste, soprattutto pizza e tiramisù. Sono le miei ricette, ricette che ho rivisitato e che custodivo un po’ gelosamente, ma ho voluto in un certo senso metterle al servizio di questa associazione. E’ una minima goccia, che però può cambiare piano piano qualcosa, anche solo poter aiutare una famiglia sarebbe bello. Tra le ricette si trova ad esempio quella del guacamole : me l’ha data una mia amica, che ovviamente ho citato ; un piatto creato da me e mio cugino durante una festa, piatti quindi legati anche a momenti famigliari. I brik, che facciamo quasi sempre e mi piacciono tantissimo. Le foto sono tutte mie, quindi mi perdonerete se non sono perfette. Ho cercato di dare il titolo, foto e spiegazione per ogni ricetta, spiegando perché ho scelto questo piatto, o cosa è. L’ultima ricetta me l’ha data un’amica di famiglia di Parma : avevo chiesto se qualcuno volesse collaborare, è una ricetta parmigiana, con la quale ha vinto ad un concorso culinario. Sono ricette che magari possono sembrare semplici, ma che per altri possono essere nuovi spunti per accostare diversi ingredienti. Inoltre in questa zona della Francia la Tunisia non è molto conosciuta : il libro è anche un modo per farla conoscere. Il libro è in francese, ma è possibile ordinarlo anche per chi vive in Italia. Mi sono data un anno di tempo : la cifra che raccoglierò fino a dicembre 2022, la devolverò all’associazione tunisina ».
Per chi volesse ordinare il libro : serena.savina88@gmail.com
Qui per i brik, preparati da Stefany Safiyya Borile seguendo la ricetta contenuta nel libro di Serena.
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