L’Eredità multiculturale e multireligiosa di Tozeur
Le tracce di diverse culture e religioni sono ancora visibili e tangibili nel patrimonio storico, artistico e culturale della regione, ancora sopravvivono nella memoria di alcuni, ma necessitano di essere conservate e riconosciute, valorizzando la ricchezza delle diversità.
Tozeur, questa regione nel sud-ovest tunisino e poco distante dall’Algeria, la perla e la capitale del Jerid. Ha conosciuto nel tempo diversi appellativi: pare che un nome esistesse già nell’antico Egitto nella forma di Tes-Hor, che significa “città del sole”. La seconda ipotesi indica che derivi dal nome della donna- faraone Taousert – che in egiziano significa “la potente” -, salita al trono dopo la morte del marito Seti II (faraone della XIX dinastia e nipote del famoso faraone Ramses II). Un’altra ipotesi indica che la parola sarebbe berbera, l’aggettivo “forte”, Taouser. Nel 205 a.C, il regno berbero di Massinissa si estende infatti in questa regione.
Tozeur, crocevia di popoli con fedi e culture diverse
Tozeur è stata frequentata dai Cartaginesi, i romani vi si stabilirono nel 33 a.C, la città prende il nome di Thusuros, ma le vestigia di quest’epoca sono rare. Questa regione conobbe diverse culture, una storia movimentata e ricca di civiltà: si sono delineate diverse religioni, e non solo: Tozeur ha radici antichissime di origine amazigh. Nel 1920, vicino alla moschea vi è una sinagoga. Questi luoghi di culto convivono con una chiesa, che si trova dietro l’Hotel Ghouar. Al centro dell’incrocio tra le vie dei mercanti in piazza, si erge un piccolo monumento a forma piramidale, eretto in memoria del Signor Canova, un controllore civile morto nel 1893 combattendo l’epidemia di colera. Gli abitanti di Tozeur evocano sempre la presenza degli ebrei nella città vecchia (Medina). Sicuramente, Tozeur era abitata da popoli con fedi e culture diverse.
Secondo le ricerche effettuate da Taieb Hedfi sugli ebrei di Tozeur, autore del libro “Africa del Nord 1860-1960 Tunisia Tozeur-Nefta” Vol.1:
“Nell’ambito di statistiche del 1931, la popolazione tunisina di fede ebraica conta 347 persone rispetto al numero totale degli abitanti, che era di 44.234, ovvero lo 0,7% così suddivisi: Hamma 6; Deguech 24; Nefta 83; Zebda 59; Ouled el Hadef 163. La loro vita ruotava intorno all’artigianato, al commercio ed all’agricoltura. Non furono perseguitati dalla popolazione locale, non furono espropriati e non furono costretti a fuggire, vendettero le loro proprietà al miglior offerente, lasciarono Tozeur e Jerid per libera scelta, si diressero verso Tunisi e le grandi città e verso l’Europa e più tardi verso la Palestina. Personalmente, conosco una grande casa molto famosa e molto fotografata ad Ouled el Hadef, che apparteneva agli ebrei tunisini e vendute prima della loro partenza.”
A Nefta la presenza di una comunità ebraica
A Nefta una numerosa comunità ebraica viveva nei distretti di Beni Zid e Ouled Cherif. Fino ad oggi possiamo vedere vecchie porte decorate con chiodi che creano disegni simbolici, come la stella di David, perché la maggior parte dei falegnami dell’epoca erano ebrei. A Tozeur, vi erano abitanti cristiani, dove sarebbero rimasti fino al XVIII secolo. Questa affermazione viene ripresa da numerosi studi, basata sull’unica testimonianza del viaggiatore Mawlâ Aḥmḥ ad, che attraversò il Jerid nel 1709. Il viaggiatore, tradotto da Adrien Berbrugger, afferma che:
“Il popolo di Tozeur è un residuo dei cristiani che erano una volta in Afrik’ïa, prima che i musulmani la conquistassero; la maggior parte degli abitanti di Jerid aveva questa stessa origine, quando gli arabi si impadronirono del Paese, i vinti divennero musulmani per salvare le loro famiglie e le loro proprietà”.
Le tracce di diverse culture e religioni sono ancora visibili e tangibili nel patrimonio storico, artistico e culturale della regione, ancora sopravvivono nella memoria di alcuni, ma necessitano di essere conservate e riconosciute, valorizzando la ricchezza delle diversità.
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